Le mani di alcuni GM NBA erano chiaramente pronte. L’indice sul bottone, pronto a schiacciarlo per dare il via a quello che non sarà certamente l’unico scambio importante da qui alla dead-line di Febbraio. Intanto, come insegnano alcuni, meglio muoversi in anticipo, e così è stato. Orlando che delle 3 squadre coinvolte è la contender più accreditata riporta in Florida Hedo Turkoglu, tassello fondamentale per la corsa al titolo 2009, terminata con la sconfitta in finale. Il turco conosce squadra, coach e sistema, è e sarà ancora il vero playmaker dei Magic. A fargli compagnia Jason Richardson e Gilbert Arenas, due storie leggermente diverse. L’ex-Phoenix porta tiro da tre (non una novità ad Orlando) ed atletismo, più di quel Vince Carter spedito in Arizona come negli States è abitudine fare con i pensionati facoltosi. Arenas invece cosa porta in dote? Sorprese, questo è certo, e non sappiamo se saranno positive o meno. Di sicuro dentro la sua nuova maglia vive un talento sconfinato, ora al servizio del suo nuovo team. Non poteva restare a Washington, e Washington non voleva tenerlo, soprattutto nel momento in cui ha deciso di puntare forte su John Wall. Con lui i Wizards metteranno in campo anche Rashard Lewis, che ha fatto lo stesso viaggio di Arenas, ma in senso opposto. Lewis finisce in una squadra in costante cambiamento, dove non si capisce mai quando viene (se mai è stato fatto) posto il primo mattone per una vera costruzione, per poi partire da lì. Personalmente non l’ho mai ritenuto un giocatore che ti fa vincere, non a quelle cifre. Magari come 4° giocatore di una squadra con già 3 fenomeni al comando, e di conseguenza con stipendio ridotto, e non poco.
A casa di Steve Nash arrivano oltre a Carter anche Marcin Gortat e Mickael Pietrus. Un centro – il primo – con ora minutaggio a disposizione e non più costretto a vivere sotto l’ombra (imponente) di Dwight Howard. Vedremo se sarà giocatore adatto per le idee che i Suns hanno della propria pallacanestro. Potrà esserlo invece Pietrus, difensore con buoni istinti e dal tiro piazzato, soprattutto dall’angolo, che potrebbe piacere al capo della banda, che comunque sia continuerà a servire assist su un piatto d’argento ai propri compagni, vecchi o nuovi che siano.
Come anticipato occhio alle prossime nottate, da qui a Febbraio, perchè quando una squadra che punta all’anello – come Orlando – fa una mossa sul mercato come questa, fa partire di conseguenza un ipotetico domino perchè nessun’altra squadra di prima fascia, soprattutto ad est, starà a guardare. Tranne forse quelle che già si sono mosse in estate, vedi i Celtics. E’ annunciato da tempo l’arrivo di Carmelo Anthony a NYC (ma i Knicks non sono squadra da titolo…) e se volete un altro nome io direi quello di Andre Iguodala: clamoroso pesce fuor d’acqua in quel di Phila, dove ha trovato però una dirigenza con lo stesso viziaccio di quella incontrata in precedenza da Lewis, ovvero quello di concedere il contrattone al presunto uomo-franchigia, che a breve si rivela, poi, quello sbagliato. Si riuscisse a rigirare diversamente la bega contrattuale, Iguodala sarebbe sì un terzo violino di assoluta caratura e quindi appetibile dalle squadre di vertice.
Andrea Pontremoli