Attenzione, seguirà utilizzo del mezzo pubblico a scopi personali, il lancio di un accorato appello.
Ridateci Buffa!!!!
La stagione NBA è iniziata da una quarantina di giorni, e ormai si è delineata la strategia di copertura di SKY: le consuete 3 partite a settimana, diretta nella notte e due repliche in italiano il giorno successivo. Riguardo ai commentatori però, ci sono significative novità rispetto all’anno scorso: fuori Pozzecco, commentatore esperto (ovviamente!) della materia, anche se con qualche dubbio sull’impostazione dei commenti (ne ho parlato lo scorso anno, non mi dilungo qui), dentro Bonfardeci (rapito alla concorrenza di Sportitalia) e Pessina. Ora, niente di personale contro i due, che fanno una telecronaca di tutto rispetto, sono preparati sui giocatori in campo e le loro cifre, forniscono un clima gradevole e conviviale. Magari si poteva dargli il mercoledì, invece della partita di solito più importante (ovvero quella del venerdì sera negli states, di solito un big match, per motivi di audience, e del sabato in italia, quando la gente ha il tempo di vedersela in pace senza impegni lavorativi), ma con tre impegni settimanali chiedere un aiuto ci può anche stare. Magari si poteva anche separarli, e affiancargli Buffa o Tranquillo. Ma oltre a questo, per quello che fa sembrare il supplizio di Tantalo un’opera caritatevole, anche nei due passaggi infrasettimanali, Buffa compare spesso una sola volta, sostituito da Mamoli.
Per carità, sarà anche solo una mia fissa, ma secondo me Buffa è indispensabile per godersi l’NBA. Ne abbiamo parlato tante volte, la RS NBA non è qualcosa che attiene solo alla pallacanestro (anche perché, come fanno notare i puristi del gioco, il contenuto di SOLA pallacanestro nella RS è spesso troppo basso). La RS è un mondo, uno spettacolo, fatto da ciò che avviene in campo, ma anche fuori, dai commenti dei giornali locali, dalle indiscrezioni di amici o conoscenti addetti ai lavori, di evidenziazione e valorizzazione di tutti quegli aspetti del gioco che sono quasi puro entertainment. Tutto questo viene esaltato dal commento unico di Buffa (e in parte di Tranquillo), mentre non è presente in quelli (pur competenti) degli altri tre. Ora, sono certo che Murdoch leggerà questo mio pezzo e, dopo essersi cosparso il capo di cenere, chiederà al buon Federico di aumentare i dosaggi omeopatici con cui ha iniziato questa stagione.
Oppure no.
[b]Ma stiamo scherzando?[/b]
Dedicato il giusto spazio alle lamentazioni, possiamo passare all’argomento del giorno. Rajon Rondo.
Forte. Fortissimo. Ora bisognerebbe parlare non di big three più Rondo, ma di Rajon e i suoi 3 amici meno determinanti. Tutto già detto, e tutto decisamente vero. Ultimamente però mi sembra che stia esagerando. Un dominio di questo tipo sulle partite non può averlo uno che il tiro da tre non ce l’ha, e che da fuori area semplicemente non tira, perché sa lui per primo di non esserne capace. Eppure …
Qualche numero: siamo a 14.1 assist a partita, ovvero un numero a cui nessuno si è nemmeno avvicinato dai tempi di massima forma di Stockton (parliamo dei primi anni 90). Se a questi sommiamo le palle perse (poco meno di 4), che tipicamente nascono da un tentativo di passaggio, vediamo che Rondo finalizza con un passaggio 18 azioni a partita, mentre conclude con un tiro circa 9, realizzando 11 prg (con un sospetto 51% che ricorda anch’esso sinistramente il piccolo play di Spokane). Insomma, abbiamo un play che in attacco nessuno si dovrebbe filare, perché non tira da fuori e segna complessivamente poco, che sai già che non tirerà ma passerà (2 volte su 3), possibile che sia così difficile limitarlo? A rendere ancora più inspiegabile la situazione, c’è il fatto che i passaggi smarcanti di Stockton (ma anche, citando qualcuno di più attuale, Nash, Paul, Williams) nascevano per lo più con l’ausilio di un pick and roll, mentre con Rondo sono quasi sempre creazioni estemporanee del numero 9 biancoverde. Tu sai che lui passerà, e passerà per cercare un assist, e non glielo puoi impedire! L’anno scorso Rondo riusciva a completare i suoi assist grazie al suo essere estroso, imprevedibile, fuori dall’ordinario e atleticamente esuberante. Non dei grandissimi passaggi, dal punto di vista dell’esecuzione tecnica, ma efficaci grazie alle condizioni in cui li faceva. Oggi invece parliamo di un passatore anche tecnicamente completo. Non ha ancora sviluppato (a differenza dei 4 citati prima) una buona competenza sul passaggio schiacciato a terra (passaggio difficile da eseguire negli spazi angusti, ma molto efficace), ma sui lob e i passaggi di tocco siamo ai vertici della categoria. E qui onestamente bisogna fare i complimenti a un giocatore che, almeno a me, sembrava soprattutto una testa matta con mezzi atletici fuori dall’ordinario; ha dimostrato invece grande testa, applicazione, voglia di migliorare. Con queste premesse, è lecito aspettarsi che nei prossimi anni riesca anche a mettere su un tiro da fuori almeno decente, e possa lottare con Durant per i diritti di proprietà su questa lega.
Vae Victis