L’inizio della terza stagione a stelle e strisce del Danilo nazionale ha avuto una progressiva ma inarrestabile crescita, culminata con alcune partite da assoluto protagonista.
Ritrovatosi in una New York rivoluzionata dall’arrivo di Amar’e e di qualche altro buon giocatore, ma tradita dal Messia del terzo millennio (Lebron James per intenderci…), accasatosi alla corte dell’amicone D-Wade, il nostro, dopo la felicità vissuta col ritorno a casa per l’amichevole con l’AJ Milano, aveva infatti dovuto affrontare una preseason per nulla esaltante (per via di un polso dolorante) e poi le insistenti voci di mercato che lo vedevano quale pedina di scambio nel pacchetto all inclusive chiamato Carmelo Anthony.
Messe a tacere le voci di trade, sistemati i problemi fisici, il Gallo ha potuto finalmente concentrarsi su quello che sa fare meglio: correre sui 28 metri con una palla a spicchi in mano. Certo non tutti i problemi della squadra della Grande Mela sono stati risolti, per lunghi tratti della gare Danilo mantiene un ruolo marginale (quante volte lo si continua a vedere campeggiare sull’arco in attesa di uno scarico di qualche compagno), certo rimane tuttora identificato principalmente come tiratore, però il ragazzo sembra essere cresciuto come figura di riferimento all’interno della squadra.
Per meglio spiegare questa crescita basta prendere le ultime due partite giocate dai Knicks:
@ Warriors (19/11/2010): Three point shooter
Sembra tutto facile per la truppa del “Baffo”, dopo tre quarti di gioco i suoi ragazzi hanno in mano l’inerzia della gara con un +14 (98-84) da amministrare fino alla fine. Un Felton particolarmente ispirato e il solito Amare rendono vani i numeri da circo messi in piedi da un inesauribile Ellis, il parziale di 41-28 scritto nel solo secondo quarto e una panchina ospite molto più produttiva di quella casalinga (25-4) scava un solco difficilmente recuperabile. Eppure i Warriors, nonostante un Lee in borghese, partono subito forte e la tripla di Curry suona la carica; una serie di attacchi da vietare ai minori da parte dei Knicks (Douglas e Turiaf su tutti) ed un Curry on fire sia come punti che come assist porta in un lampo lo scarto a -5. Dopo aver visto i suoi compagni all’opera dal pino, Gallinari viene mandato sul parquet per la fase più calda della gara: l’inizio non è dei migliori e il ferro gli rifiuta due jumpers dalla media. Sul 104-106 Knicks il nostro entra nella partita con un parziale personale di 8 punti in fila così costruiti: penetrazione centrale di Felton che attira il raddoppio e scarica in angolo per la tripla del n.8; Felton penetra, la difesa collassa passaggio in punta per Turiaf che automaticamente serve il Gallo sull’arco, 2/2 dalla linea della carità. Golden State con Curry e Williams rimane a contatto (112-116) ed è ancora il Gallo a dare un altra scossa: Stat prova la penetrazione ma viene contenuto bene dalla difesa, blocca il palleggio e cerca disperatamente una linea di passaggio, trova Danilo in angolo che, mano in faccia e fuori ritmo, piazza in leggero fade-away un’altra tripla, quella che ad 1’20” dal termine spegne definitivamente i Guerrieri.
@ Clippers (20/11/2010): Leadership e IQ cestistico
Ospiti dei “velieri” i Knicks si trovano subito di fronte ad un grosso problema: Blake Griffin. Il rookie (causa infortunio nella sua prima stagione NBA) , già idolo locale, ha passato tre quarti della partita a schiacciare sopra la testa a qualsiasi avversario (perchè perdere tanto tempo in finte e contro finte? Io ti passo sopra e faccio prima…) aggiungendo anche qualche jumper dalla media tanto per ricordare di non essere solo atleticamente devastante. Nonostante ciò New York è avanti 93-85 grazie ad un Stat in versione lusso. Il Baffo schiera fin dall’inizio il Gallo e Danilo a 10’49” dal termine decide di inziare uno show tutto suo, cancellando le prodezze aeree di Griffin e Stat: il risultato è qualcosa di mai visto prima (parlando ovviamente di giocatori italiani in NBA) 15 punti in fila con una varietà di soluzioni di assoluto livello. Gallo inizia con la solita tripla, poi ne appoggia due in campo aperto, un’altra tripla per gradire, 2/2 ai liberi attaccando Griffin in velocità, 3/3 ai liberi dopo aver ridicolizzato Griffin facendolo saltare sulla finta di tripla per poi subire il fallo sul tiro, altro percorso netto dalla lunetta (2/2), rubata in difesa con quasi assist per Felton (che sbaglia un appoggio semplicissimo). Al termine Danilo ne scrive 17 nel solo quarto quarto, aggiungendo gli ultimi due schiacciando a due mani dopo un intelligente taglio back-door.
Al di là dei punti, spiccano soprattutto le tante parole di incitamento ai compagni e un crescente ruolo di leader emotivo della squadra; riuscirà a continuare così? Per saperlo potete fare solo una cosa… Stay tuned!
ClemZone