Larry Brown in una delle trasferte più dolci, quella al Palace of Aubrn hills. Tanti i ricordi per il coach di Brooklin, tra cui lo storico anello in finale contro la Los Angeles di Kobe&Shaq. Oggi con i suoi Bobcats si ritrova ad affrontare una squadra ancora a secco di vittorie dopo cinque partite, per di più senza Stuckey, sicuramente il migliore in questo inizio di stagione per i pistoni, messo fuori per motivi disciplinari. La mossa di Kuester sorprende un po’ tutti, Mcgrady, che fino ad ora aveva giocato poco e niente eccezion fatta per la trasferta di Atlanta, in quintetto, da playmaker. Una scelta che paga nel primo quarto, in cui T-Mac gestisce i ritmi della partita, peraltro molto bassi, a meraviglia. Detroit parte forte con un parziale di 12-2 che costringe Brown a spendere presto un time-out. L’attacco dei padroni di casa gira alla grande, dei primi 6 canestri ben 4 sono assistiti, con Ben Wallace che fa due grandi letture: la prima in penetra e scarica trova Daye in angolo, la seconda in transizione, dopo un taglio di Mcgrady sul lato debole sempre lo stesso Daye resta solo sul perimetro e viene imbeccato perfettamente da Big Ben; risultato: sei punti in fila.
Detroit, guidata anche nella metà campo difensiva da un Mcgrady splendido su Wallace, domina in ogni angolo del parquet i primi 12 minuti, risultato 32-15 per i Pistons.
Nel secondo quarto non cambia la musica, con Mcgrady che gioca dei minuti da 3 e da 4 mostrando ampia versatilità, e una voglia di attaccare il ferro che fa ben sperare Kuester. Minuti in campo anche per un buon Greg Monroe, rookie, che collezionerà 9 punti e 6 rimbalzi, al riposo il risultato è 55 a 39 per i padroni di casa.
Dopo il riposo lungo Detroit si siede un po’ troppo sugli allori, rallentando ancor di più il ritmo di una partita già di suo lenta. Subisce così il ritorno dei Bobcats, che con la tripla di DJ Augustine si porta sul 59-48. Kuester non si affida al timeout ma prova a giocare sui mismatch che il quintetto
a 4 esterni di Brown gli concede, ma Villanueva dopo aver portato vicino canestro Wallace, che sarà anche più piccolo ma è un atleta non indifferente, non riesce a realizzare. Ancora Augustine giocando dietro ai blocchi in palleggo trova un arresto e tiro dai 5 metri che vale il meno 9. Altro attacco lento, troppo lento e con poco movimento di Detroit, altra forzatura al 24 secondo e rimbalzo che concede la transizione offensiva a Charlotte, Stephen Jackson capitalizza al massimo con la bomba che fissa il punteggio sul 59-53. A quel punto il coach di Detroit non si può affidare al campo e deve fermare il gioco con un timeout. L’uscita dalla sospensione non è quella sperata per i pistoni che perdono un altro pallone e subiscono l’ennesima tripla; l’ombra della sesta sconfitta di fila si avvicina dopo aver dilapidato praticamente tutto il vantaggio accumulato in un ottimo primo tempo. Mcgrady decide di mettersi in proprio allora, in uno dei rari isolamenti fin dai primi secondi dell’azione nell’attacco dei Pistons, porta a casa e realizza i due liberi. Non si raffreddano però le mani dei Bobcats. Solo nel finale del quarto Detroit riprenderà l’inerzia del match, con Villanueva che prima si fa trovare pronto sullo scarico di Prince dai 7 metri, poi all’ultimo secondo trova un palleggio arresto e tiro da tre che dà il più 8 ai suoi (64-72). Le spaziature nell’attacco dei ragazzi di Kuester sono spesso buone, il problema principale appare, specialmente in assenza di Stuckey, che si rallenti troppo il gioco alle volte, e si attacchi poco il ferro. Per Brown un terzo quarto importante, con il movimento di palla richiesto e con tiri creati soprattutto dai passaggi e dalle transizioni offensive, come richiesto da lui.
All’inizio dell’ultimo quarto si riavvicinano i Bobcats, prima di pagare delle errate letture difensive e risprofondare oltre la doppia cifra di scarto. Assurdo l’aiuto sul lato forte portato da Jackson su Monroe, lasciando in angolo Gordon completamente libero. Il rookie di Detroit ringrazia e dà la palla all’ex Chicago che mette i 3 punti più facili della sua carriera. Nel finale c’è ancora un tentativo di rientro da parte di Charlotte, dopo il tecnico di Brown, applaudito dal suo ex pubblico, che comunque porta all’ennesima mini rimonta dei suoi nell’arco degli ultimi 15 minuti. Poi ci pensa Rip Hamilton a rimettere apposto le cose per i Pisotns, con un canestro più fallo che concede due possessi pieni di vantaggio. La girandola di liberi finale premia i ragazzi di Kuester che portano a casa il primo sigillo stagionale.
Gianluca Frontani