When you try your best but you don’t success… Lasci Cleveland e vai a Miami. Sarà quello che ha pensato il prescelto quando ha deciso di lasciare i Cavs, per formare il trio delle meraviglie della Florida? O forse è stata la storia di Delonte West? Qualche screzio con la dirigenza l’ha portato via dall’Ohio? L’unica cosa certa è che quest’anno nella Central prevalere sugli altri per i rosso-oro sarà decisamente più difficile senza Lebron a dirigere l’orchestra. Le quattro pretendenti sembrano uscite rinforzate dal mercato estivo, anche se, soprattutto in quel di Detroit, le scommesse sono molte, le garanzie meno (leggi schiena, testa e voglia di T-Mac). Andiamo allora senza ulteriori indugi ad analizzare una ad una le cinque franchigie della Central, in modo da dare una bella lucidata ai nostri occhiali che si sono appannati in questo periodo estivo, e vedere in maniera più nitida cosa ci aspetta in questa nuova stagione NBA.
CLEVELAND CAVS (RECORD 2009/2010: 61-21)
Beh già è stato detto, il Re lascia Cleveland per la più calda Miami, stesso percorso anche per Ilgauskas, altro pezzo di storia della squadra allenata da Mike Brown. Via anche Delonte West, e unico acquisto degno di nota pare quello di Joey Graham, in arrivo da Toronto. Sostanzialmente la squadra poggerà dunque sulle spalle di Jamison, talento puro, ma con qualche limite se il suo ruolo è quello di uomo franchigia. In cabina di regia non manca di certo la creatività con Williams e Gibson, più difficile sarà per l’allievo di Popovich mettere ordine nella metà campo offensiva. Rispetto allo scorso anno, nonostante la perdita di uno dei più grandi, se non il più grande, talento fisico della storia dell’NBA, i Cavs li vedo come una squadra da contropiede, il che in una stagione di 82 partite può essere pericoloso. Negli attacchi statici senza il 23 le soluzioni sono poche. Post medio-alto per Jamison, qualche uno contro uno di Williams…poi? Moon? Varejao? Parker? Non proprio giocatori da isolation, o che siano in grado di battere con continuità il proprio difensore uno contro uno. Dunque prevedo una stagione difesa e contropiede, ancora difesa e di nuovo tiri veloci. I giocatori per fare bene in un sistema simile ci sono, dove arriveranno, bè questo è davvero un grande punto interrogativo, per il momento li vedo sotto a Milwaukee, Chicago e Detroit…ma la stagione è lunga e ne succedono sempre delle belle. Staremo a vedere!
MILWAUKEE BUCKS (RECORD 2009/2010: 46-36)
Una delle rivelazioni della scorsa stagione si affaccia con nuove ambizioni a questa annata. Lo scambio Bell-Gadzuric per Maggete è senza dubbio un affare per i Bucks, che hanno ora un 3 fisico e con punti nelle mani. A dar manforte sotto le plance è arrivato anche Drew Gooden, che con Bogut forma una coppia molto valida; anche se sono proprio le rotazioni dei lunghi il vero problema di questa squadra: oltre a Ilyasova, il quale può dare una dimensione perimetrale valida che manca magari ai due titolari, ci sono Skinner e Brezec…insomma diciamo che c’è di meglio in giro. Sull’esterno invece Skiles potrà sbizzarrirsi a provare diverse combinazioni: Jennings, Dooling, Maggete, Salmons, Delfino, Douglas-Roberts, e Mbah a Moute, senza scordarsi Redd, il quale dovesse mai risolvere i suoi acciacchi potrebbe comunque dare importanti minuti di qualità. Un pacchetto esterni del genere può rispondere a tutte le esigenze del coach: di punti, nelle mani di questi giocatori, ce ne sono molti. Squadra senza dubbio interessante, che potrebbe ripetere, se non migliorare l’exploit dello scorso anno. La postseason la pronostico quasi ad occhi chiusi, da lì, come sappiamo, tanto dipende dagli accoppiamenti.
CHICAGO BULLS (RECORD 2009/2010: 41-41)
Se vogliamo parlare dei tori non possiamo non partire dalla panchina. Dopo anni passati a guidare la difesa più bella della NBA sotto Doc Rivers, è finalmente arrivato per Tom Thibodeau l’incarico da head coach. Personalmente ho pochi dubbi sul fatto che farà bene, e la squadra sembra ottima. A mio avviso sono tra, se non i, favoriti della Central quest’anno. Perso Hinrich, il quale veniva comunque da due stagioni tutt’altro che esaltanti, sono arrivati Boozer (con l’intento di togliersi quel soprannome “looser” affibiatogli ormai da tempo) Bogans, C.J Watson e Korver, un tiratore perimetrale che mancava. Deng e Noah sono delle garanzie, Murray un po’ meno, Rose è una stella che brilla ogni partita di più e che potrebbe consacrarsi definitivamente questa stagione, come un top 5 dell’attuale NBA. Il punto debole anche qui sono le rotazioni sotto le plance. Kurt Thomas, James Johnson e il turco Asik non fanno dormire di certo sonni tranquilli in quel dell’Illinois, ma all’est puoi permetterti mancanze di questo tipo più che all’ovest. Voglio azzardare almeno una semifinale di conference per i Bulls, poi se trovi Miami sulla strada della postseason…beh contro quei tre non ci sono molti antidoti se girano…
INDIANA PACERS (RECORD 2009/2010: 32-50)
A Indianapolis i cambiamenti sono stati pochi: salutato Troy Murphy si accolgono Posey e Darren Collison da New Orleans. Senza dubbio si guadagna difesa e creatività sul perimentro, ma allo stesso tempo si perde qualcosa, forse anche più di qualcosa, sotto canesto: Murphy ha sempre dato un contributo solido; i soli McRoberts, Hibbert e l’ex UNC Hansbrough non sembrano in grado di reggere 82 partite, anche se hanno qualità e possono crescere molto. Foster, Magnum e Solomon non sembrano in grado di dare una grossa mano. A mio avviso servirebbe un quarto lungo di esperienza e con punti nelle mani a completare il pacchetto. Per il resto la squadra è quella dello scorso anno, affidata soprattutto alle qualità di Granger, al dinamismo di T.J Ford ed ai centimetri di Hibbert che sta crescendo di partita in partita e che potrebbe fare molto bene in questa stagione. Migliorare il record dell’annata appena finita è possibile, centrare i playoffs, sinceramente, appare ancora molto molto difficile, soprattutto per le rotazioni che non sembrano garantire una continuità che possa durare in una stagione NBA, sempre lunga e piena di insidie.
DETROIT PISTONS (RECORD 2009/2010: 27-55)
Dopo una stagione assolutamente da dimenticare in quel di Detroit c’è voglia di rivalsa. E da chi può essere incarnata se non dal ritorno di Big Ben Wallace? Certo l’età non è più dalla sua parte, ma può comunque dare un discreto contributo, ed è supportato da validi giocatori come Maxiell, Villanueva, Wilkox, e quell’Ike Digou che bene fece qualche stagione fa per poi perdersi. Il pacchetto esterni è sostanzialmente confermato: Hamilton, Prince, Gordon e Stuckey. Quest’ultimo è atteso da una stagione importante, le sue qualità sono evidenti e la sua crescita procede al meglio, è un classe ’86 ed è arrivato per lui il momento di dimostrare se potrà essere ricordato dai tifosi dei pistoni a lungo o passerà semplicemente come tanti altri. Non ci dimentichiamo di Bynum e di una nostra vecchia conoscenza come Jerebko. E poi c’è Tracy McGrady, uno dei giocatori più discussi di questi ultimi anni, il talento è cristallino, cosi come la sua schiena ed il suo fisico in generale; sulla testa i dubbi sono sempre stati tanti. Di certo a lui non spetta più il ruolo della stella assoluta, che deve giocare 35-40 minuti e farne 30 ad ogni allacciata di scarpette. Se sarà in grado di dare un contributo vero, anche per 20 minuti a gara, e se il fisico reggerà, personalmente vedo Detroit come una squadra che può centrare e fare bene anche nei playoffs, ma qualche interrogativo c’è. Sarà il campo a fugare tutti i nostri dubbi.
A me non resta che augurare una splendida stagione di NBA a tutti voi, un saluto e un ringraziamento ai lettori.
Gianluca Frontani