L’impressione della vigilia era che chi avesse vinto Game-5 avrebbe con ampia probabilità chiuso in sei e il modo stesso in cui i Lakers lasciano il parquet celtico lascia trasparire che la serie, fino a Gara-4 aperta se non ancora pendente verso sponda lacustre, possa aver visto una cruciale svolta, frutto di un match sempre nelle mani dei padroni di casa e mai riaperto da LA.
Allo Staples ora il fattore orgoglio potrà e dovrà essere determinante per evitare ai gialloviola un colpo basso di dimensioni davvero grandi, sui livelli di quel lontano (vicino) 1969 con J.West MVP, ma sconfitto al Forum in Gara-7. I Celtics dunque si confermano l’unica delle 29 squadre della Lega capace di dominare psicologicamente questi Lakers, che hanno commesso il grave errore, una volta ammazzati i Celtics in game-3, di non giocare la successiva lasciando a Game-5 il potere decisionale su un buon 70% (se non di più) delle sorti di questa serie.
Le prime fasi della partita mettono già in chiaro molte cose: per l’ennesima volta gli ospiti paiono impauriti dalla manovra forsennata degli avversari che macinano già grazie a Rondo e Garnett (18 punti per entrambi al termine), quest’ultimo ormai a pieno regime dopo le dichiarazioni quanto mai fuori luogo di Gasol, inappropriato in fase difensiva su KG come già giovedì scorso. La reazione losangelena è affidata ad Andrew Bynum e Derek Fisher e nel finale va a referto pure il duo Gasol e Bryant: l’estenuante difesa dei Celtics però dà ottimi risultati e già i primi segnali di scricchiolamento arrivano dai non pochi turnover losangeleni; di Artest intanto nessuna traccia in campo. Ancora in completo equilibrio si apre la seconda frazione con la panchina dei Lakers che prova a dare il suo contributo alla causa, si vedono persino Odom e Vujacic, ma è rivedibile la scelta di Jackson di lasciare in tuta per l’intero arco dei 48 minuti Brown, oltre a ricordarsi del buon Walton solo quando Pierce è ormai caldissimo. La second unit bostoniana non riesce a ripetere la stessa prestazione di gara 4 (Robinson e Davis combinano insieme solo 2 canestri), ma oltre ad attaccare davvero male la trincea avversaria, la difesa di LA riesce a far acqua da tutte le parti: Rondo segna un paio di jumper sfruttando i tre metri lasciatigli da Kobe, mentre Artest si rivela l’anello debole dell’attacco disegnato da Phil concedendo inoltre di tutto e di più a PP. I 6 punti che staccano i due team al riposo lungo sono dunque falsissimi: Boston ha l’inerzia dalla propria, mentre i Lakers hanno confermato i propri limiti quando i ritmi si alzano, senza nemmeno poter usufruire di un Gasol spento, fiacco e a larghi tratti puramente dannoso al gioco gialloviola.
Al rientro dagli spogliatoi Boston continua a segnare in ogni singolo possesso grazie all’ottima visuale di gioco di Rajon e sfruttando ancora una volta la troppa imprecisione dei losangeleni nelle riaperture: i Celtics non sforano mai oltre gli 11 punti solo grazie all’incredibile (ma inutile) performance di Bryant, che gioca un terzo periodo in attacco a dir poco perfetto gettandosi in uno spietato 1vs5 per 10 minuti e raccogliendo cifre pazzesche con 19 punti ed un solo errore al tiro. Il resto dei Lakers però fa sola presenza in campo, mentre Pierce, Allen e Garnett non si fermano e al termine del quarto il risultato lascia sì aperti ancora tutti i giochi, ma il sentore comune è che con un Pau così incolore sui due lati del campo (inspiegabile la decisione di Jax di tenere in panchina Odom), solo un miracolo può ancora regalare ai californiani la seconda W al Garden nel giro di cinque giorni. Nell’ultimo periodo le vane speranze di LA restano tutte riposte nel Mamba che continua però a predicare nel deserto: neanche 3 minuti di buio dei C’s servono agli ospiti per ricucire il gap, con Boston che ringrazia e torna su più ampi distacchi. L’ultimo sussulto è ancora una volta del #24 che prende fallo dall’arco e realizza i 3 liberi a disposizione: nel possesso successivo Artest riesce a rubare palla, ma in preda ad un attacco di follia frena il contropiede del possibile meno 3 cercando il solo fallo e sbagliando oltretutto i due liberi; con un bel reverse Rondo, di fatto, chiude ogni conto e gli ultimi secondi lasciano la sola possibilità ai due fuoriclasse di arrotondare i propri tabellini con Bryant che chiude a quota 38, mentre Pierce termina con 27. Con il punteggio finale di 92 a 86 dunque Boston torna allo Staples avanti nella serie sul 3-2: game-6 diventa così un match imperdibile per ogni appassionato di questo sport; LA dovrà forzare i C’s a gara-7, dove senza alcun dubbio le chance di vittoria aumenterebbero moltissimo; la squadra del Massachusetts invece, può festeggiare il titolo tra le mura nemiche, in un tripudio di festa che confermerebbe ancora una volta il dominio, almeno sul piano di grinta e determinazione, di questa franchigia, che del gruppo ha sempre fatto il proprio punto di forza. A mercoledì notte dunque (ore 3.00 italiane), do or die!
Kobe Bryant: “Non siamo stati per niente bravi in difesa.In gara 4 avevamo sofferto nell’ultimo quarto, stavolta nel terzo. Hanno segnato un canestro dopo l’altro e non è facile tenere testa a una squadra che tira col 56%”. Su Gasol poi: “Ha giocato alla grande per parecchio tempo, non fa niente se gioca sotto tono per una volta”.
Doc Rivers: “Pierce ha giocato una partita stupenda. Ha attaccato il canestro proprio come gli avevamo chiesto e ha realizzato tiri importanti. Avevamo bisogno del suo contributo questa sera e lui ha risposto alla grande.”
Michele Di Terlizzi