I tifosi losangelini non possono che sorridere: senza urlarlo troppo i Lakers hanno la serie nella tasca, guardando alla statistica che vede Jackson sempre vincente dopo una W nel primo match. Come ogni Finals che si rispetti, però, la gara è stata a lunghi tratti puramente tattica, con squadre lente ed attente alla mossa avversaria: alla fine comunque, in un’arena finalmente all’altezza della posta in gioco, sono i padroni di casa ad imporsi sui Celtics, dimostratisi, almeno in trasferta, un passo indietro rispetto alla voglia e alla forma fisica dei ragazzi lacustri. Sarà ad ogni modo game-2 la vera pivotal ,seppur un esordio in cui LA ha distaccato anche di 20 punti i Celtics dà certo grande fiducia nei mezzi di cui la banda campione in carica dispone per poter superare anche quest’ultima prova. Ma veniamo al match di ieri notte…
Nel 1° quarto i Celtics sfondano bene nel pitturato, costringendo Fisher, grazie a qualche lettura errata della terna arbitrale, ad un rapido secondo fallo che lo costringe a ritornare in panca, Gasol comunque fa capire da subito che il Gasoft annata 2007-08 è ormai un lontano ricordo, con rimbalzi offensivi che lasciano ai gialloviola non poche second chance per rispondere alle sfuriate del rapidissimo Rondo e di un Pierce (9) concreto, ma astutamente innervosito da Artest (non certo un Radmanovic qualunque) che lo costringe ad un doppio tecnico. Terminata una prima fase di studio, tipica di gare così sentite ed importanti, il secondo periodo si apre con la veloce sequenza di falli commessa da Odom, condannato già di fatto ad una gara ben diversa da quella prevista per un così decisivo sesto uomo. Con la situazione tattica cambiata a proprio favore Boston torna a contatto con un gioco potenziale da tre punti completato sull’ennesimo banalissimo errore di lettura di Vujacic: Farmar e Brown fanno segnare un primo vero allungo, ma è a sorpresa Bynum a stupire più di ogni altro; il centro #17 si dimostra chiaramente più presente fisicamente nei due lati del campo rispetto ad ogni altro match giocato fin qua in questi Playoffs, oltre ad ottimo senso di posizione che gli permette due o tre esaltanti schiacciate soprattutto in ambito psicologico. Garnett è bloccato nella “morsa Gasol” attentissimo in fase difensiva, così come Pierce non riesce a trovare più metri utili alle proprie giocate, mentre invece Artest con cinque filati dà un primo decisivo strappo, ricucito solo in parte da due canestri di Rondo, alla Rondo, proprio nei secondi finali. Il primo tempo finisce così sul punteggio di 50-41 e fin qui, pur senza un grande Kobe, LA viaggia meglio degli avversari incapaci di manovrare granchè offensivamente.
Il ritorno in campo dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, come LA sia totalmente concentrata sul match, continuando ad attuare una grandissima difesa rovinata solamente da altre chiamate che questa volta però vanno anche a discapito di Ray Allen, che paga il repentino risveglio di Bryant nuovamente infermabile tra fade-away e incursioni nell’area (14 nel solo 3°quarto); dall’altra parte ci prova Garnett a prendersi sulle spalle la squadra, ma Pau è on fire e KG non ha le armi per fermarlo. La schiacciata su alley-hoop del Mamba a 2′ dal termine, è il culmine di un quarto tenuto sotto controllo grazie ad un impeccabile lavoro nelle retrovie cui vanno sommati i tanti rimbalzi offensivi, la tripla di Ron Ron, nell’ultimo possesso, la virtuale chiusura del match con un risultato che non lascia scampo alle difficoltà di Boston. 84-64 e inerzia tutta dalla parte dei Lakers. I Celtics provano l’ultimo assalto all’ inizio della quarta frazione grazie al duo Garnett-Pierce: Odom è di nuovo in campo, ma questa serata proprio non fa per lui e Phil giustamente lo lascia rimuginare sui propri errori seduto con sovra maglia e tuta; senza grandi cose intanto, i Lakers si mantengono ad adeguata distanza dagli ospiti che in attacco non fanno altro che affidarsi continuamente alle due icone della propria storia recente. A 6′ dall’ultima sirena comunque Artest stoppa senza troppe remore Davis sotto canestro dando via ad un rapido ribaltamento di fronte chiuso con classe da Gasol in appoggio. 91-76 e titoli di coda ormai prossimi. Per la cronaca finisce 102-89, una gara in cui i Celtics non sono mai riusciti a trovare un antidoto per limitare l’enorme talento del catalano e di Kobe, oltre a pagare la quasi totale assenza a referto di Mr. He got game, per LA resta la certezza di aver ben altro passo rispetto al 2008 oltre alla convinzione che la rivincita sia davvero raggiungibile.
Game-2 è ancora allo Staples, Domenica notte alle ore 2.00 italiane. A Boston serve una W, ai Lakers mantenere il fattore campo…Stay tuned!
Rajon Rondo:“Hanno fatto un gran lavoro difensivo in transizione, si sono sempre chiusi bene quando cercavo di entrare in area…hanno difeso bene un po’ ovunque”.
Lamar Odom: “Penso che la gente a volte si dimentichi di quanto siamo forti in difesa. Stiamo facendo il countdown, <3 more, just 3 more>“
Michele Di Terlizzi