Per oggi lasciamo lattualità, per provare a darvi la mia opinione su uno dei temi più dibattuti dellultimo decennio.
E meglio il basket NBA o quello, diciamo, darea FIBA?
[b]Un po di storia[/b]
Fino al 96 (epoca del secondo Dream Team) il dubbio non si poneva nemmeno: Americani così più forti, da poter dominare senza batter ciglio anche le competizioni extra USA.
A dire il vero qualche avvisaglia dellavvicinamento del resto del mondo cera già stato in precedenza, quando nel 92 gli USA furono costretti per la prima volta a mandare alle Olimpiadi una nazionale fatta di giocatori professionisti, perchè i ragazzini, gli universitari che fino a qualche anno prima avevano dominato le competizioni internazionali, non erano più sufficienti per difendere lonore del basket a stelle e strisce.
La scesa in campo dei PRO però ha rimesso subito le cose in chiaro, sottolineando come loceano fosse ancora parecchio ampio: un inimitabile parata di star (Jordan, Bird, Magic, Barkley, Malone, Stockton, Ewing, Drexler, Pippen, Robinson, Mullin, – più un incomprensibile Leatner -tanto per capirci…) nel settembre del 92 è scesa in ciabatte per una gita a Barcellona. Il gruppo si è ritrovato pochi giorni prima dellinizio del campionato, si è dedicato in maniera intensiva a rimettersi in forma con ripetute sessioni di shopping per le Ramblas e partite di golf, mentre la sera, non essendo in grado di gustarsi i programmi televisivi locali perchè in spagnolo, occupavano il loro tempo sui parquet, distrubuendo cinquantelli di scarto come fossero firme nei gazzebo di Berlusconi per la nascita del suo nuovo partito.
Recapitato il messaggio, i giocatori NBA di prima fascia hanno iniziato a snobbare le competizioni internazionali, preferendo riposarsi nei mesi estivi, in vista dellestenuante impegno della stagione successiva. Le selezioni non erano tali, si trattava di vedere chi, bontà sua, era disposto a venire giù, senza dare grosso peso al bilanciamento tecnico della squadra, e senza ovviamente richiedere particolare impegno o lunghi periodi di camp prima dellinizio dei tornei.
Intanto il basket FIBA cresceva, sia per meriti propri, che il sempre maggior numero di non Americani che giocavano nellNBA, anche da protagonisti, e che poi tornavano a giocare nelle loro nazionali, decisamente più motivati dei colleghi dellNBA precettati per Team USA (il buon gusto ha impedito agli USA di chiamare dream teams quelli successivi al 96).
Ecco allora che il divario si accorcia, i differenziali di punti diminuiscono, qualche partita viene vinta con fatica. Poi la prima sconfitta in un girone non a eliminazione, poi la prima eliminazione.
Il panico inizia a serpeggiare, e gli USA cominciano a cercare di mettere insieme una squadra secondo criteri più ortodossi, portando qualche specialista, cercando di coivolgere i nomi più blasonati, allungando il periodo di preparazione, mandando i loro allenatori migliori, con il supporto di coach di origine extra usa come consiglieri.
I risultati migliorano, ma loro resta lontano.
La mia personale impressione è che con la squadra che ha giocato i panamericani finalmente gli USA siano riusciti a fare le cose per bene, e a Pechino dovremmo rivedere gli atleti statunitensi col loro al collo.
[b]Più forti gli americani o gli europei?[/b]
Indipendentemente da questo però, i risultati poco entusiasmanti degli States nelle competizioni internazionali hanno porto il fianco a considerazioni prima impensabili: il basket NBA è davvero superiore a quello FIBA?
Cito alcune frasi che mi è capitato di sentire o leggere:
NellNBA non si difende.
Il CSKA o il Panatinaikos se giocassero nellNBA farebbero sicuramente i playoffs, forse vincerebbero il titolo.
Più della metà delle squadre NBA non avrebbero una chance in Eurolega.
I giocatori americani non conoscono i fondamentali, sono degli scherzi di natura che saltano e schiacciano e basta.
NellNBA è troppo facile battere luomo, perchè non fischiano i passi.
Sulla stupidità di queste affermazioni, almeno prese come fatto assoluto e riguardante tutti i giocatori indistintamente e tutte le squadre NBA, è inutile perfino pronunciarsi.
Comunque, solo per dare un termine di paragone, Tim Duncan, ovvero uno dei lunghi con i migliori fondamentali nella STORIA del gioco, e uno dei migliori difensori, ha deciso di non giocare più nelle competizioni internazionali (dove invece secondo queste affermazioni avrebbe dovuto trovarsi benissimo), perchè passare 15 gg a fare da punchball a un gruppo di fabbri più portati alla lotta grecoromana che al gioco inventato dal noto reverendo, sotto lo sguardo compiacente degli arbitri, non era la sua massima aspirazione…
Ma anche riguardo alla domanda: quale sistema è più forte? Rimango abbastanza basito.
Trovo che sia semplicemente una domanda senza senso, perchè stiamo parlando di due giochi diversi, solo con alcune analogie.
E un po come pretendere di organizzare una partita fra i New England Patriots e gli All Blacks e pretendere con questa partita di stabilire chi sia più forte. In fondo giocano entrambi a Rugby, cè una palla ovale da portare oltre una certa linea, etc…
Devo ammettere che la partita potrebbe avere un qualche fascino mediatico, ma da qui a pretendere che possa avere un qualunque significato sportivo, mi sembra impensabile.
E abbastanza evidente che se si gioca a football vincono gli americani, e se si gioca a Rugby vinconi i neozelandesi.
Il discorso mi sembra molto simile per NBA e FIBA. E lapalissiana lorigine comune dei due giochi, ma le differenze di svolgimento sono enormi.
Diversa forma del campo, con larea dei 3 secondi di diversa forma e superfice, linea dei 3 punti più lontana in USA di quasi un metro (cosa non esattamente secondaria per un gioco che si basa sostanzialmente sulla gestione degli spazi, oltre che abbastanza importante per gli specialisti di tiro, che sono specializzati appunto su una certa distanza).
Diverse regole difensive: anche se da qualche anno anche lNBA ammette formalmente la zona (per me è stato un grave errore, ma magari di questo parliamo unaltra volta con più calma), dire che sia la stessa zona giocabile in europa è ridicolo: i 3 secondi difensivi rendono impossibile riempire larea come nel basket FIBA.
Diverso metro arbitrale: il tipo di contatti permesso è completamente diverso, lNBA lascia correre contatti molto più violenti, ma è più attenta a sanzionare i contatti sporchi, linfrazione di passi di partenza, entro certi limiti concessa in ambito NBA, non è permessa in area FIBA, e questo taglia le gambe a molti penetratori americani.
Diversa durata della partita: una partita NBA dura il 20% in più, quindi ad esempio il fatto di amministrarsi e dosare lo sforzo per quando serve è indispensabile.
Diverso numero di time out: di origine prettamente commerciale (i time out sono perfetti per mandare la pubblicità quando la partita viene trasmessa in tv), la grande abbondanza di time out a disposizione nellNBA rende possibile agli allenatori di controllare maggiormente lo svolgimento della partita.
In generale poi una cultura più individualista diffusa in USA a tutti i livelli tende a puntare i riflettori sulla stella, e impostare il gioco per favorire il suo emergere, mentre in europa si punta più sul collettivo.
E questi sono gli aspetti qualitativi. Poi cè quello quantitativo, che secondo me mette fine alla questione.
Le squadre europee spesso si lamentano di essere stanche se devono giocare la domenica in campionato e il mercoledì in eurolega.
NellNBA la settimana tipo prevede ALMENO 4 partite, intervallate da viaggi tra una partita e laltra infinitamente più lunghi.
Questo ha di fatto eliminato la possibilità di allenarsi: lallenamento, SE si riesce a fare, è un allenamento di tiro, un po di sala pesi, e la visione di qualche filmato sulla squadra che si affronterà la sera.
Potendo fare invece come in europa fino 5 allenamenti completi per preparare una gara, probabilmente è più facile sia migliorare sui fondamentali che organizzare una difesa ad hoc contro la prossima avversaria.
Ecco allora che la difesa FIBA risulta molto migliore.
Non è però trascurabile il fatto che nellNBA, non potendosi di fatto allenare, non possono preparare strategie difensive specifiche contro una certa squadra; a inizio anno ogni team sceglie delle regole difensive generali, che poi con piccoli aggiustamenti applicherà a memoria in tutte le partite di regular season. Non è certo un caso che nei playoffs, quando si gioca sempre contro la stessa squadra e ci sono 1-2 allenamenti pieni fra una gara e la successiva, il livello delle difese salga (e in generale vengano premiate dai risultati quelle squadre che sono più brave nel far salire il proprio livello difensivo).
Chiaro che questo non può spiegare da solo le differenze difensive fra NBA e FIBA, però credo che dia un grosso indizio…
Sempre parlando di volumi, ci sarebbe poi anche quellinezia del fatto di giocare circa 90 partite (per chi fa almeno un po di playoffs) in 6 mesi.
E vero, i giocatori NBA sono bombati con le peggio cose (ci sono diverse sostanze ritenute dopanti in europa e invece concesse in USA), però poi tutte quelle gare le devi sempre giocare.
Giusto o sbagliato che sia (lorigine di questa necessità è chiaramente di natura economica: più partite giocate = più biglietti venduti e partite trasmessa = + soldi, cosa sempre abbastanza importante al di là delloceano) è una cosa di cui tenere conto.
Quando quindi si dice che il CSKA potrebbe battere chiunque nellNBA, mi viene da sorridere.
Potrebbe battere, chessò, gli Spurs in una gara secca? Non lo so, può darsi.
Ma potrebbe ottenere risultati migliori di Atlanta o dei Clippers dovendo giocare ogni 2 giorni per 6 mesi? Su, non scherziamo.
Il fatto che poi si possa prendere un CSKA, metterlo nellNBA con un Messina ad allenarlo, e che nel giro di 3-4 stagioni (inguardabili) i giocatori migliori riescano ad adattarsi al gioco NBA, e sostituendo gli altri (quelli fisicamente e atleticamente troppo sotto standard) con qualche mestierante NBA la squadra riesca a fare i playoffs, questo non mi sento di escluderlo.
Ma stiamo parlando di qualcosa di un po diverso del come ti domino quegli zotici degli americani…
Ecco, seda una parte il fatto che per giocare veramente nellNBA, siamo credo tutti disposti ad accettare che la più forte squadra europea debba comunque adeguarsi e in parte snaturarsi, con molto impegno e parecchio tempo, dallaltra ci aspettiamo che i giocatori NBA, per onorare la loro presunta superiorità, debbano stravincere a mani basse ad un gioco così diverso dal loro, e debbano farlo da un giorno con laltro (finiscono di giocare a football a maggio, e a fine agosto devono essere già i campionissini del rugby).
La cosa mi sembra sinceramente ridicola.
10 anni fa era un adulto che giocava con un bambino di 6 anni: non era molto importante il gioco che si faceva, ladulto poteva dominare comunque.
Oggi parliamo di un sedicenne contro un diciottenne, ciascuno campione di un diverso sport: per stabilire chi è più forte (ammesso, ripeto, che la domanda abbia un senso) bisogna sapere a che gioco si gioca.
[b]La vera pallacanestro[/b]
Ultima chicca degli ultras di area FIBA: non è vero, sono gli americani che devono imparare il gioco FIBA perchè, essendo queste le regole internazionali, è questo il VERO gioco.
A parte il fatto che gli americani, per via della loro solita ottusa supponenza, accettano di andare dietro a questo delirante discorso, la tesi mi sembra del tutto insostenibile.
Stiamo cercando di convincere gli americani (riuscendoci, per altro!!) che il VERO gioco è il nostro.
Ma abbiate pazienza, se lhanno inventato loro!?
E come se un americano si presentasse a Napoli con una fetta di quellorrore che chiamano pizza, ovvero una focaccia alta 3 cm guarnita con prelibatezze che vanno dalle coscie di pollo fritte alla marmellata, e cercasse di sostenere che quella è la VERA pizza.
La consapevolezza che, mentre limbecille perora la sua causa, il buon napoletano stia già armeggiando intorno ai cerchioni della sua macchina mi fa dormire bene la notte.
Ma non risolve lassurdità della cosa.
La VERA pallacanestro…
[b]Approccio FIBA o NBA?[/b]
Chiudo con unultima considerazione: è meglio il gioco NBA o quello FIBA? Non sto chiedendo (sarebbe un po curioso, per quanto detto prima) chi è più forte, ma quale sistema ha più senso.
Lapproccio europeo è di nascita prettamente sportiva: è una competizione, è una cosa seria, lunica cosa importante è chi stacca la parte buona del referto, cosa succede nel mezzo non ci interessa.
Quello americano è invece di tipo entertainment (e quindi, ancora una volta, economico). Certo che è importante chi vince, ma lobiettivo primario è di mettere in scena uno spettacolo ben confezionato, così che il pubblico abbia interesse a guardarlo (e quindi sia disposto a pagare per vederlo, ovviamente).
Da qui la grande attenzione dellNBA, che monitora continuamente gli andamenti, sperimentando e modificando le regole per cercare di rendere sempre lo spettacolo divertente.
Il vendere una partita come uno scontro tra star invece che tra squadre è più appetibile per il pubblico, però allora devi utilizzare un sistema di gioco che permetta alla star di emergere.
La schiacciata è più entusiasmante di un piazzato da 5 metri, però allora devi lasciare larea libera (3 secondi difensivi).
Il giocatore che batte lavversario in palleggio è bello, però allora devi concedergli un mezzo passo in più in partenza.
E così via…
Allora, posto che i due sistemi perseguono un fine diverso, qualè il migliore?
Risposta etica e risposta pratica.
In europa si tende a prediligere una lettura etica dello sport: lo sport è quellattività quasi sacra in cui luomo spinge se stesso oltre i propri limiti, è una ricerca pura e quasi ascetica di estrarre il massimo da se stessi. Per questo conta solo il risultato finale.
Vero, e anche piuttosto condivisibile.
Peccato che vada calato in un contesto: se parliamo dei record dei 100 m piani, o dei 50 m a stile libero, dello sci o del salto in alto il discorso delluomo che sfida i limiti imposti da madre natura ha un senso.
Sostenere però che ci sia questa ricerca del limite quasi religiosa in un contesto in cui:
vince la squadra di cinque persone che, dentro un rettangolo lungo 28 m in un tempo di 40 minuti infila più volte una palla allinterno di un anello posto a 3,05 m di altezza, senza colpire la palla con i piedi e senza spostarsi con la palla in mano.
E non ho nemmeno citato linfrazione di campo, doppio palleggio, o interferenza a canestro.
Diciamoci la verità: questa cosa ridicola ha un senso perchè ci fa piacere guardarla, ma cercarci un qualunque significato simbolico fa un po ridere.
Se allora laspetto etico pare un po marginale, vediamo quello pratico.
Se lo scopo è far divertire e interessare lo spettatore, chi fa meglio?
Non vorrei sbilanciarmi troppo, ma sono buono, e vi darò un indizio.
Una finale scudetto in Italia fa fatica a riempire un palazzetto da 8-10.000 posti.
A settembre è venuta a Roma una squadra NBA (i Celtics, per chi fosse stato su marte…), per giocare unamichevole di nessun valore sportivo contro la squadra locale.
Si aggiunga che, essendo i Celtics allinizio della loro preparazione atletica, erano prevedibilmente fuori forma. Cosa non trascurabile per chi fa dellaspetto atletico una componente fondamentale del proprio gioco.
Ecco, per vedere questa partita completamente insignificante si è riempito un palazzetto di gente che veniva da tutta Italia, prenotando i biglietti (tuttaltro che economici) mesi prima. Levento ovviamente è stato trasmesso anche in TV (da considerarsi tra laltro che in Italia il basket è uno sport un po meno che di nicchia, seguito solo da un gruppo di adepti che condividono i modi di fare con i carbonari…).
Bene, quando lamerica si mobiliterà perchè, ad esempio, a Charlotte ad agosto ci sarà unamichevole tra i Bobcats e a la Fortitudo, allora potremo parlarne.
Fino ad allora però, per favore, non disturbate.
Vae Victis