Nel giro di una settimana i due eventi più attesi di questo periodo si sono consumati lasciando con lamaro in bocca chi li aspettava con ansia.
LAll Star Game e la dead line del mercato NBA sono arrivati deludendo ampiamente le attese.
Vediamo il perché.
[b]Mercato crudele[/b]
Dopo la peggior estate di scambi della storia, anche la pausa invernale non concede molto a chi si aspettava un panorama NBA ridisegnato.
Lapprodo di Anthony Johnson agli Hawks (per altro indispensabile per Atlanta) da Dallas (dove proprio indispensabile non era) è stato levento più saliente del mercato.
Ardito, importante, sconvolgente, certo, ma alla fine credo che questo scambio non necessariamente ha determinato chi vincerà lanello nel 2007
Tre erano gli scambi più attesi, e che più hanno deluso.
[b]Minnesota e chiunque:[/b] quando si parla di scambi, non si può non pensare al bigliettone. Anche questa volta però il suo contratto impraticabile ha sconsigliato altre squadre dal prenderlo, complice anche la decorosa stagione dei Twolves: probabilmente con un record di 15-35 la situazione sarebbe stata ingestibile, e Minnie molto più accondiscendente nella sua richiesta di contropartita. Pare che anche per questa volta The Revolutions concluderà la stagione con i lupi della steppa.
[b]New Jersey LA Lakers:[/b] sembrava già fatto lo scambio che doveva portare linfelice Kidd alla corte di Re Kobe, e invece niente di fatto. Sinceramente non mi sembra un gran male: Kobe, così come Wade o Jordan prima di lui, è una guardia che gradisce particolarmente tenere la palla in mano e costruire lazione: avere in squadra un play ortodosso che cerca di costruire gioco non è senzaltro necessario, e potrebbe addirittura rivelarsi controproducente. Oltre che un discreto spreco di soldi: probabilmente con cifra analoga si può arrivare ad un lungo decoroso, che mi sembra molto più prioritario per i Lakers.
Se poi vogliamo metterla sullo scaramantico, lultima volta che Kidd doveva cambiare squadra per creare il backcourt più forte della lega non è andata benissimo (per i meno preparati, mi riferisco allesperienza in Arizona insieme allo sfortunato Penny).
[b]Chicago – Memphis:[/b] lo scambio annunciato per eccellenza, che doveva portare in Illinois Pau Gasol.
Non ostante la sicura disponibilità dei Grizzlies, ormai disperati e disposti a scendere a patti (in un primo tempo chiedevano il simpatico contratto in scadenza di PJ Brown, più Deng e Gordon, ora si sarebbero accontentati di PJ e uno a scelta fra Deng e Gordon), Chicago non se lè sentita, e secondo me ha fatto bene.
Ora, i Bulls non sono da titolo, e questo lo sanno tutti. Che gli manchi una stella e qualcuno che segni da sotto quando il tiro da fuori non entra è lapalissiano. Lo spagnolo è la soluzione? Boh, ma credo che il tentennamento dei tori sia dipeso da altro.
Questanno lest è drammaticamente abbordabile, e chiunque nei playoffs riuscirà a mettere insieme una striscia di partite accettabili, si troverà in finale. A quel punto, anche se svantaggiati rispetto a una qualsiasi squadra dellovest, si può sempre sperare in uno sguardo benevolo della dea bendata, che permetta di realizzare il colpo della vita. Chicago lo sa, e non vuole rischiare di giocarsi la sua chance presentandosi ai playoffs con una squadra per forza di cose priva di chimica. Non stupitevi però se questestate avrà luogo questo scambio, o uno simile.
[b]ASG[/b]
Che dire se non deludente?
Partiamo con il solito orrore della gara di tiri, bigiata sapientemente da Steve il Volpone Kerr, nella quale questanno la noia per una competizione inutile è stata superata dallimbarazzo di arbitri visibilmente non preparati (oddio, non che per un arbitro sia esaltante conoscere a menadito le regole di un gioco idiota, ma già che sei lì e ti pagano). Mani piene per Stern nei prossimi giorni
Si prosegue con Wade, che anche nel gimkanone proprio non riesce a non impegnarsi, e supera senza problemi un James lì soprattutto per ragioni di marketing (vergognosa la performance dellallacciata di stringhe prima di partire, per ottenere linquadratura sulle sue inguardabili scarpe dorate).
Tiro da tre, ed è ancora la Florida a festeggiare: merito di Kapono, che va a vincere una competizione per specialisti proprio nellanno in cui sta dimostrando che in campo può fare anche altro oltre a tirare
Gara delle schiacciate con Howard e Thomas decisamente fuori posto (carina lidea delladesivo, ma onestamente un po poco complessivamente), Robinson che stupisce più per essere un incredibile scherzo della natura che non per fantasia o grazie, e il simpatico Geraldo, anche lui molto impegnato nel marketing delle sue Reebok (coccodrillo?!), che pur essendo una spanna sopra tutti, alla fine ha vinto soprattutto per aver cavalcato la moda citazionista che ormai imperversa in questa competizione.
Il rookie game fa schifo. E non è che per coincidenza ha fatto schifo questo: è sempre così, non si difende mai, non cè mai partita (sempre troppo forti i secondo anno), e il tutto è ridotto ad una gara di schiacciate fatta male. Unico punto di un qualche interesse è stato il caso Monta, che mosso dal tarlo del capocannoniere ha fornito una performance degna di un cartone animato.
E veniamo alla serata della stelle.
Lì, a differenza del rookie game, non va sempre male: se si riesce ad arrivare vicini nellultimo quarto, poi si gioca davvero. Peccato solo che stavolta non ci siamo andati nemmeno vicini. Il motivo? Agent Zero.
LASG è per tre quarti unesibizione degli attacchi, con difesa appena abbozzata, nella quale la difficoltà non è fare canestro, ma farlo in modo sempre più spettacolare. Chiaro da questa premessa che le percentuali realizzative siano piuttosto alte.
Se però da una parte cè uno che prende quasi tutti i tiri, e che non la mette nellAtlantico, la cosa si complica. I tiri di Arenas erano tutti forzati. Comprensibile, visto il (giusto) desiderio di rivalsa per essere stato così poco considerato gli anni passati, e sapendo anche che i tiri di Gilberto, pur essendo chiaramente forzati, sono quelli che lui ogni sera prende e solitamente segna.
Niente di grave quindi, nessun colpevole, solo il rimpianto di aver perso loccasione di veder giocare i più forti nel mondo tutti insieme in una partita di basket: la partita purtroppo non si è mai vista, speriamo che il prossimo anno vada meglio
Su Shaq, la break dance, la scarpa slot machine e il vestito a metà fra il padrino e Dick Tracy non ho niente da dire, se non che quando il grande Aristotele si ritirerà, lascerà un vuoto incolmabile.
A proposito, avete notato che Wade ormai va dal suo stesso sarto?
Il weekend delle stelle è passato, ora si inizia a giocare sul serio.
Phoenix è sempre più chiaramente Nash-dipendente (MVP, MVP? Qualcuno ha ancora dei dubbi?).
Dallas è sempre più forte e credibile.
Miami è segnata dalla sfiga, e dopo il ritorno di Shaq e un buon periodo come risultati arriva la tegola Wade in ospedale a complicare le cose.
Yao sta per tornare, mentre Pierce è già tornato, per interrompere il più imbarazzante momento della storia biancoverde.
Coach Jackson è infuriato e perdente per la striscia di sconfitte più lunga della sua carriera, mentre i Jazz hanno scoperto che anche senza il loro primo realizzatore e rimbalzista non vanno così male; certo, basta avere un super turco a roster
Siamo al rush finale, per definire accessi e posizioni nella postseason, con due tabelloni playoff (est e ovest) che si preannunciano molto combattuti e indecisi, anche se di valore decisamente diverso.
Come al solito allora: buon divertimento e
Vae Victis