Partiti, partiti!
Dopo mesi di estenuante attesa, finalmente la stagione 2007-8 è partita, e noi tossici da NBA possiamo finalmente tirare un sospiro di sollievo
Bando alle ciance, e in maniera come al solito disordinata, vado a evidenziare quelli che sono i temi che più mi paiono interessanti.
[b]Up & Down
SanAntonio Spurs: up[/b]
Questi sono up da 10 anni; non gli è mai capitato di ripetersi al titolo (testimonianza forse anche di un torneo più equilibrato che in passato), ma puoi stare certo che loro almeno una sessantina di partite te le vincono, eseguendo bene, difendendo meglio, e appoggiandosi a seconda dei diversi momenti del campionato alla loro stella più in forma; lanno scorso a inizio stagione impazzava super Tonì, questanno il proscenio sembra soprattutto per TD, ansioso di far vedere quanto sia ancora forte quando non è piagato dalla fascite plantare (oddio, non che lo scorso anno nei PO fosse sembrato particolarmente scarso). Comunque sono lì, e a parte un tributo reso a Re James e compagni, continuano a rappresentare un rebus insolubile per il resto della lega.
[b]Cleveland Cavs: up[/b]
Sono discontinui, e questo ormai lo sappiamo, però limpressione è che la squadra di Disperate City stia crescendo, e sia ora consapevole dei propri mezzi.
Tutto dipende ancora dal prescelto (e lo si vede drammaticamente nei brevi e imbarazzanti momenti in cui lascia il campo), però rispetto allanno scorso mi sembra che i compagni siano più pronti, più cattivi nellapprofittare delle voragini aperte dal loro leader.
Se a questo aggiungete un maggior interesse del Re verso gli aspetti difensivi del gioco ottenete una gita alla corte degli speroni terminata, dopo 16 fallimentari tentativi, con una vittoria piuttosto autoritaria.
Ci risentiamo nella tarda primavera con questi
[b]Jazz e Hakws: up (??!)[/b]
Le prime partite di una stagione difficilmente ci parlano dei reali valori delle squadre.
Però ci possono dare preziose indicazioni sul loro potenziale.
Se per gli Hawks lapertura 4-2 (dove 4, avete capito bene, sono le vittorie) ha un valore più che altro statistico e folkloristico (se non è la loro miglior partenza ogni epoca, ci va molto vicino, ci sono stati anni in cui 4 vittorie arrivavano dopo natale), per i Jazz potrebbe esserci sotto della sostanza.
E chiaro, non stiamo parlando dei futuri campioni NBA, però senzaltro di una squadra attesa ad unennesima stagione senza infamia e senza lode, che potrebbe invece ottenere più lodi del previsto.
Con un roster senza lacune clamorose in qualche posizione, un gioco molto ben organizzato, tante mani buone e nessuna testa matta (il peggio fra i presenti è Boozer, ma sinceramente in questa lega si riesce a trovare anche di peggio, quanto a giocatori problematici) e soprattutto una stella in piena fioritura, Deron the next Kidd Williams.
Forse che i mormoni potranno tornare a sorridere?
[b]Dallas e Phoenix: down[/b]
Le due finaliste della western conference hanno iniziato la stagione in salita, faticando a vincere e a trovare chimica. Se a Dallas i problemi sono un Terry abulico dopo il rinnovo contrattuale e un Nowitzki che si porta ancora dietro strascichi della finale (e alcune prestazioni non eccitanti da ultimo quarto fanno già gridare alla crisi), per Phoenix il problema sembra risiedere più che altro nel trovare nuovi equilibri; come già detto in fase di preview, i nuovi arrivi mi convincono abbastanza poco, la perdita di Thomas (che a mio parere per questa squadra era assolutamente perfetto, e che non potrà sembrare così forte in nessun altra) si rivelerà sanguinosa, e soprattutto cè quel grosso problemone col numero 32, che deve ancora capire cosa farà da grande (e al limite DOVE lo farà).
Mi sembra ridicolo per entrambe parlare di crisi, però i segnali non sono buoni (almeno in ottica finale NBA, ovvero lunico possibile traguardo per entrambe).
[b]Miami Heat: down[/b]
Oddio, down; diciamo semplicemente che, mentre gli Spurs stanno facendo gli Spurs, gli Heat stanno facendo gli Heat.
Che poi latteggiamento dei neroargento sia un filo più edificante per noi spettatori, quello è un altro discorso.
Da Miami è praticamente arrivata una dichiarazione, nero su bianco: questa è la regular season, non ce ne frega niente: partecipiamo perché siamo costretti e per raggiungere il numero minimo di partite per accedere ai PO con primo turno in casa. Per il resto, inizieremo a giocare (a tratti) nei playoffs.
Se dal punto di vista etico forse qualche appunto glielo si può fare, e lesempio dei Pistons della scorsa stagione non è stato edificante (scherzare per tutta la stagione li ha messi nellimpossibilità di fare sul serio quando contava), loro possono di certo citare la loro esperienza personale, con una stagione intera (e gran parte dei playoffs) giocati con atteggiamento di distacco oltre loffensivo, eppure coronata dal primo titolo della loro storia.
In quel di Miami questanno sulla bocca di tutti cè ununica parola, ovvero amministrarsi.
Solo due note: una è il fragoroso inizio di stagione di Haslem, che si conferma spalla di stralusso per il gigante buono, ma ora non disdegna di ricoprire con autorità anche il ruolo di vice Shaq, con prestazioni offensive decisamente rincuoranti.
Laltra ovviamente è Wade, che da un lato (anche lui!) sembra abbia iniziato ad amministrarsi (lasciando come dabitudine il meglio per lultimo quarto), dallaltro pare abbia trovato il tempo fra gli impegni estivi per lavorare sul tiro da fuori; questo, unito a una fiducia nei propri mezzi che (per quanto appaia impossibile) è ulteriormente aumentata, ne fa un giocatore completamente immarcabile, capace di girare una partita a suo piacimento in pochi minuti.
Ah, dimenticavo: il ragazzo sta anche iniziando a passare meglio
[b]Gli oggetti nello specchietto retrovisore sono più grandi di quanto appaiano in realtà[/b]
Disse il cinese, dopo aver effettuato lo storico sorpasso.
Ebbene sì, questo inizio di stagione sembra dirci che dopo 10 anni ininterrotti, il centro più forte della lega non è più zio Oneal, ma un ragazzone timido (oddio, timidezza in rapida diminuzione) che viene dalla Cina.
Gli ingredienti del grande evento sono cifre straordinarie di Yao, uno scontro diretto ridotto a una Caporetto per la franchigia della Florida, e poi ovviamente il solito compiacentissimo Shaq da Regular Season.
Oggi il paragone non si pone nemmeno, e credo che ormai dal punto di vista tecnico i giochi siano abbastanza fatti; lunica postilla che mi sento di mettere è che questanno (ma probabilmente ancora per uno o due a seguire) ritengo che in una gara importante di PO un Oneal motivato (o, come si dice ormai, che mette il gettone) sia più forte di un Ming emozionato.
In ogni caso onore a Yao, e buon umore diffuso in Texas, dove anche le condizioni fisiche del compagno di merende (TMC) sembrano buone.
Vae Victis