Reggio Emilia, 26 giugno 2015 – La Dinamo Sassari è per la prima volta Campione d’Italia. Dopo una gara sempre in salita nella bolgia calda ed appiccicosa del Pala Bigi di Reggio in Gara7, una gara passata a risalire da un incredibile 21-4 subito nel primo quarto, il team del Presidente Sardara e di coach Meo Sacchetti ha tenuto la mente fredde mentre il cuore avrebbe forse smesso di battere definitivamente ed ha conquistato forse uno degli scudetti più belli degli ultimi anni, terminata l’era della Mens Sana l’anno scorso sconfitta in finale (sempre in Gara7), dall’Olimpia Milano.
Un successo che inorgoglisce una terra intera, un popolo intero ma soprattutto uno staff dirigenziale che da anni sta lavorando per arrivare ai piani alti del nostro basket, consolidandosi anno dopo anno: prima la Coppa Italia della scorsa stagione, poi il bis quest’anno dello stesso Trofeo preceduto dalla Supercoppa a settembre, infine questa sera il triangolo più ambito nel panorama sportivo nazionale.
Tricolore e relativo triplete quindi a Sassari. E’ stata una sofferenza pura, vera, di quelle che stroncherebbero anche un toro specialmente dopo, come già accennato in avvio, quella partenza insensata e molliccia da 21-4 al suono della prima sirena. Chi avrebbe scommesso a questo punto a favore della Dinamo, quella stessa Dinamo che era sì arrivata stasera a questa Gara 7 con pieno merito ma mai dominando l’avversario? Invece lentamente, possesso dopo possesso, attacco dopo attacco ma soprattutto gestendo un quarto periodo in difesa da grande squadra (finalmente), i biancoazzurri isolani risalivano la corrente dal -7 di partenza dell’ultimo periodo sino al testa a testa degli ultimi 3 minuti in cui Reggio annaspava clamorosamente, come se all’improvviso qualcuno avesse spento la luce all’ottimo Cinciarini (tanti, troppi minuti per lui in campo in questa serie), e nonostante il grande ex della sfida, Drake Diener, si caricasse il peso del portar palla segnando anche i due ultimi canestri basilari per restare in piena corsa.
Ma se Mandrake dava tutto quello che poteva dare, a questo punto saliva in cattedra il solito Jerome Dyson, la Freccia del Maryland che non solo metteva a segno tutti gli ultimi decisivi punti della sfida che passerà alla storia ma che con freddezza inusitata siglava il 2/2 dalla lunetta a 10” del termine, portando Sassari sul +2 e consegnando la patata bollente ad una Reggio visibilmente scossa.
E così era. Ultimo possesso gestito in modo non certamente lucido da parte dei fantastici ragazzi di Menetti e sempre lui, Mandrake Diener a tirare letteralmente una preghiera in cielo che non vedeva alcun responso positivo a 2” dal termine, Sassari poteva esultare facendo esplodere la gioia irrefrenabile dei suoi irriducibili supporters arrivati nella città emiliana e che ricorderanno a lungo questo venerdì 26 giugno 2015.
Una squadra folle questa Dinamo. Senza voler mancare di rispetto al Grande Meo Sacchetti, ad un certo punto questa Sassari sembrava quasi anarchica nel suo incedere così a strappi, di rabbia e talento e non tanto di fredda ratio cestistica. Come si può partire in una finale secca come questa Gara7 con un atteggiamento così molle, così arrendevole quasi, subendo un parziale da 21-4? E dopo vincere sudando e lottando anche con il cuore di un David Logan ancora protagonista (decisivo nel terzo e quarto periodo con le sue bombe), ed i muscoli dell’MVP della serie Rakim Sanders? E che dire del solito Edgar Sosa che, anche se provocato da un tifoso reggiano, sul 49-45 consegnava 4 liberi a Polonara per fallo fatto più tecnico sanzionatogli rischiando di consegnare tutto all’avversario? Le domande avranno diverse risposte domani, intanto l’Isola festeggia una vittoria in un campionato italiano sportivo professionistico dopo lo scudetto del Cagliari calcio nel 1970 e si consacra come reale, nuova forza emergente del nostro basket dopo aver spodestato Milano dal trono italico. Non è un arrivo, statene certi, sembra più che altro un trampolino di lancio questo scudetto che profuma di mirto!!!
Reggio esce battuta sul campo ma non sconfitta. Forse condizionata dal facilissimo modo in cui aveva disposto a piacimento degli avversari dopo il primo quarto, la Grissin Bon ha progressivamente allentato la concentrazione in attacco per poi smarrirsi nei possessi decisivi, dando proprio la sensazione di non averne più però anche fisicamente. Falcidiata dai problemi fisici in tutta la stagione ed anche in questi playoffs (Lavrinovic pochissimo in campo ed Ojars Silins out sul 39-33 in proprio favore dopo due liberi nel terzo quarto), angosciata dalla paura di aver forse sciupato troppe volte un vantaggio emotivo che la vedeva giustamente favorita sul 2-0 e sul 3-2 nella serie dopo i tre incredibili supplementari, alla fine i giovani di Massimiliano Menetti hanno pagato dazio inevitabilmente contro le volpi sarde. Il Cincia che forse così giovane non lo è più, è stato commovente anche questa sera, buona la sua prova anche nei numeri ma alla fine le gambe lo han tradito. Achille Polonara è stato strepitoso anche questa sera, 17 p.ti e 14 rimbalzi, cosa chiedere di più a questo ragazzo? Amedeo Della Valle non ha ripetuto la prova siderale di Sassari di 48 ore fa, commovente il suo pianto a fine gara sommesso e composto comunque. Riccardone Cervi e Vitalis Chikoko hanno fatto bene ma, come in Gara 6, il centro italiano nei possessi decisivi ha avuto poca convinzione nel farsi dare la sfera sotto canestro, spesso con il mismatch a favore sui cambi sistematici del Banco di sardegna mentre il centro di colore non ha più rivisto il campo nell’ultimo quarto.
La Grissin Bon perde quindi sul filo di lana il meritato premio ma ha dalla sua l’idea del progetto su cui sta lavorando da ormai tre anni, la sensazione che per l’anno prossimo si dovrà fare ancora i conti con lei per vincere il tricolore è fortissimo.
La cronaca
Primo quarto, la tensione è palpabile, le squadre sembrano impietrite dal nervosismo ma Sassari sembra ancora più distratta del solito, incredibile ma vero. Al 5’ si è sul 4-2 con Reggio che ha in Chikoko il suo unico realizzatore, poi la Grissin Bon si scuote e sfrutta i sonni profondi degli avversari, infierendo come non mai con Cinciarini, Kaukenas e Polonara. A 7’, per dare il livello di scarsa concentrazione di Sassari, gli ospiti collezionano la settima palla persa, se non è record ci siamo vicini! Soltanto Sosa riesce ad arginare la furia biancorossa con un Pala Bigi in estasi, Polonara la mette da tre e Kaukenas “mata” Sassari a fil di sirena, 21-4 e se non è vero dateci uno schiaffo!!
Secondo periodo, la Dinamo però inizia a scuotersi. E’ Rakim Sanders a darsi da fare insieme a quel metronomo di Jeff Brooks, però i sardi hanno un nemico nei liberi: tanti, troppi errori, così non si va in paradiso. La reazione c’è stata comunque, Reggio non trema però, Super Kaukenas da il 25-11 al 13’ solo che il dazio è aver già fatto 4 falli in 2 minuti! Sacchetti allora ordina di attaccare sempre l’area per tirare liberi, si rivede Khadj che mette dentro qualcosa che consente ad i suoi di ritornare sotto la doppia cifra di svantaggio, 25-17 al 15’. Adesso è Reggio che è quasi ipnotizzata, i tiri non entrano anche se ben costruiti, la Dinamo formichina piano piano recupera con Brooks e Dyson, Lawal (molto silente questa sera), e Logan che al 18’ addirittura fa -3 per Sassari da Reggio. Menetti chiama tempo e fa bene, i suoi ragazzi rientrano in campo rinfrancati e, grazie anche ad una bella tripla di Diener, tengono comunque sempre il naso avanti sino all’intervallo lungo che li vede sul 32-26. Punteggio basso, poco spettacolo e molta tensione come si poteva immagginare.
Terzo periodo, si rivede la zona reggiana ma Brooks e Dsyon la bucano da tre, 34-32 al 21’. Il Pala Bigi è meno rumoroso del solito, avverte la difficoltà ma Capitan Cinciarini va in doppia cifra eppoi bissa, 38-32 in un amen. La Dinamo però ora c’è di testa, la difesa reggiana è monumentale e non consente giocate facili, ossigeno puro per i padroni di casa che perdono Silins ma riscappano avanti con Della Valle sul 43-35 al 26’. Ma Sosa ricuce con una bella tripla e Sanders suona la carica, 43-40. Meo Sacchetti vuole più intensità in difesa, ecco il figliolo in campo mentre Polonara da ancora un saggio delle sue capacità balistiche, 47-42 con Sanders però che non si fa certo intimorire dalla media da tre che anche questa sera non premia i sardi, 49-45 prima della follia di Sosa. Lo scugnizzo di New York va verso il pubblico in segno di protesta per un fallo a suo avviso non da sanzionare, un tifoso gli va incontro e gli da dei buffetti ironici andando contro ogni regola di sicurezza elementare, lui reagisce ed è quarto fallo con tecnico con bonus superato. Polonara ringrazia, 4 liberi e Kaukenas sembrano mettere i fatidici chiodi nella bara di Sassari allo scadere del terzo periodo, per fortuna di Sassari ci pensa Sanders con un buono più fallo, si chiude il periodo sul 55-48.
Ultimo periodo, una stagione intera in 10 lunghi minuti. Ora Sassari ha una faccia diversa, pressing a tutto campo e cambi sistematici ma fatti bene questa volta. Reggio annusa il pericolo ma non trema, ci pensa Logan però a spaventarla con due triple delle sue, parità sul 59-59 al 33’ che non si vedeva sul 2-2 del primo periodo! Inizia quindi un nuovo, lungo supplementare a 7 minuti dal termine. La Grissin Bon lo comincia alla grande: prima Polonara, poi Cervi ed infine Mandrake Diener da tre riportano i suoi avanti di 8 al 35’. Ma Sassari adesso ha la faccia giusta. Sanders fa due più uno; Logan ruba palla a Diener e l’ex-Dinamo si vede costretto a fermarlo con un antisportivo, eccoci quindi di nuovo sul 67-64. Polonara viene beffato dal ferro che gli sputa una tripla, il ferro non sputa la sfera scagliata da Logan, altra parità 67-67 al 36’. Reggio sta perdendo le sue convinzioni perché la Dinamo sta difendendo bene, molto bene oggettivamente ed ora ha anche Dyson che regala 4 punti di vantaggio per la prima volta nel match al 38’. Gli occhi dei reggiani sono smarriti, la paura la si legge nel volto di Cianciarini inquadrato dalle telecamere in HD di Mamma RAI (finalmente!!!), ma prima l’Highlander lituano Kaukenas e dopo Diener danno la parità a 57” dal termine, dopo che Brooks ha forzato da post basso in fade away nel cuore dell’area avversaria. Sassari s’affida alla Freccia del Maryland, al secolo Jerome Dyson, segna lui ma sempre Diener lo imita da grande campione. Ultimo possesso per Sassari, Dyson attacca sempre il ferro ma subisce il quinto fallo di Kaukenas (che non la prende bene), 2/2 e con 10” dal termine della stagione, Menetti disegna un tiro per Della Valle o Diener. La palla va a Diener che però è chiuso nella morsa di tre maglie azzurre, il tiro alla “speraindio” non va, lacrime di gioia per Sassari, lacrime di delusione per Reggio. Così è lo sport, così è il basket!!
Grissin Bon Reggio Emilia – Banco di Sardegna Sassari 73-75
Parziali: 21-4; 11-22; 23-21,; 18-27
Progressione: 21-4; 32-26; 55-48; 73-75
Fabrizio Noto/FRED