Domenica 25 gennaio 2015 al PalaTricalle di Chieti, dopo la gara di A2 Silver Chieti-Omegna, ci sarà una festa in campo e fuori per celebrare il ritiro di Claudio Capone, “Moses” per il basket, che ha deciso di appendere le scarpe al chiodo dopo che avrà compiuto 50 anni, domani 21 gennaio 2015.
La GIBA sarà presente, per onorare un grande giocatore, innamorato della pallacanestro, che ha dato tanto al movimento cestistico italiano.
Di seguito, la lettera scritta da Claudio Capone per annunciare il ritiro e invitare alla sua festa.
UNA PALLA A SPICCHI AL POSTO DEL CUORE
Ebbene sì, anche Moses il 21 gennaio taglierà il traguardo dei 50.
Ma non devo e non voglio guardarmi indietro: sarei già vecchio! Invece mi piace poter ricordare con queste righe tutto ciò che la vita professionale mi ha regalato e anche tolto.
Sono 37 anni che una palla a spicchi accompagna le mie giornate ed è sempre un emozione giocare, allenare, osservare e parlarne. Fa parte della mia vita.
E pensare che nel periodo delle scuole medie ero una promessa in tutto, predestinato ad una carriera sportiva non per forza cestistica. Voi direte: presuntuoso! Invece no.
Giocavo a calcio niente male, per la gioia di mio padre, poi a pallavolo e a pallamano. Sembrava che tutti aspettassero me, visto che varie società volevano tesserarmi. Invece un giorno, mentre mi esercitavo a tennis da solo sotto casa, palleggiando contro un muro della caserma dello storico quartiere del Sacro Cuore, il fatidico incontro con un mio compagno di classe, appena uscito proprio dalla palestra all’interno della caserma: due chiacchiere ed anche, io il giorno dopo, ero alla corte di Pizzirani e Di Masso, giocatori mitici della Rodrigo Chieti.
Così è iniziata la mia avventura in questo sport meraviglioso.
Ricordo le prime partite viste in televisione su Capodistria, estasiato dal quel fenomeno di Drazen Petrovic, per poi appassionarsi ancora di più grazie alle prime immagini della NBA, con Julius “Doctor J” Erving e Moses Malone.
Come giocatore, la mia crescita è stata costante fin dalle giovanili, dove ho avuto come maestro anche il grande Mimmo Trivelli, fino alla prima squadra allenata da Bocci e dal vulcanico Nino Marzoli.
Non mi sono fatto mancare una Medaglia d’Argento in un Campionato Europeo Juniores, allenato da Mario Blasone e Piccin. Il resto è Wikipedia…
Certo che a ripensare alle ore che passavo tra il campo della Villa Comunale, i campetti dei seminari ed il campetto del Sacro Cuore mi viene una nostalgia…
Momenti indimenticabili.
A scuola ero un disastro (e provo grande rammarico per questo), ma avevo una palla a spicchi al posto del cuore: rimbalzava più che battere!
Mi ritengo una persona fortunata. Ho avuto una bella carriera, grandi allenatori e grandi persone. Non tutti, certo, ma nella vita anche le persone stronze servono a farti crescere. E, dopotutto, io non sempre ho abbassato la testa, perchè alle volte ho subito – da parte di allenatori e presidenti – trattamenti al limite del buon senso. Però mi sono rialzato sempre. E più forte che mai!
Sono stato fortunato, perchè ho visto atterrare Michael Jordan in Valtellina, in uscita dall’università, e due giorni dopo ci giocavo contro in amichevole a Trieste, indossando la maglia della Juve Caserta. Me lo ricordo in spogliatoio – ero incredulo – mentre si fasciava le sue caviglie volanti vicino a me! Poi “Air” è volato, sul serio, in campo…
Ma non c’è solo Jordan. Darryl Dawkins, Clemon Johnson, Artis Gilmore, Sugar Ray Richardson, Oscar, Vinny Del Negro, Toni Kukoc, Dino Radja, Bob McAdoo, per non parlare dei migliori italiani dell’epoca: Marzorati, Caglieris, Brunamonti, Meneghin, Sacchetti, Bonamico, Villalta, Carera, Riva, Marione Boni e altri ancora.
Io, con e contro questa gente, ci ho giocato. Difficile non essere felice del mio passato!
Vi aspetto, domenica 25 gennaio 2015 dopo Chieti-Omegna, per fare festa tutti insieme.
Claudio “Moses” Capone