BOLOGNA – E’ Caserta a interrompere il proprio momento nero sbancando la Unipol Arena, meritatamente e dopo una partita condotta per 40’. Un’altra partita di abnegazione, sacrificio, ma anche attributi e talento per mettere i canestri decisivi nei momenti cruciali. Una vittoria fondamentale per interrompere la striscia di quattro sconfitte, salire a quota 18 e andare al match della prossima settimana contro Siena con la massima serenità. Ci sono state le sciabolate di Jelovac prima, la solidità di Akindele nei pressi nel ferro poi e, soprattutto, la continuità del trio italiano Maresca – Mordente – Gentile a trascinare il gruppo di Sacripanti che ora può guardare al futuro con molto tranquillità. Dopo la buone notizie societarie, ora anche il campo porta buone nuove. Si fa sempre più vivo, invece, l’incubo retrocessione per quella che fu la gloriosa V Nera. Sconfitta numero 10 negli ultimi 11 incontri. Non succedeva dal paleolitico. E la cosa incredibile è che si tratta di una sconfitta “positiva”. Già, perché una squadra senza playmaker titolare, stante l’infortunio di Poeta, senza americani (Pullen non è ancora arrivato, Hasbrouck vale tutto al più un discreto comunitario, di Smith leggete al capitolo WVP) e con un allenatore nuovo in panchina, può considerare comunque positiva la prestazione che ti porta a giocartela all’ultimo tiro contro una squadra non talentuosa ma quadrata e con voglia come Caserta. Resta l’ottima prestazioni di Matteo Imbrò, caricato di responsabilità (31’), autore di una fiammata esaltante nell’ultimo quarto, ma anche di un tiro assassino nel momento chiave. Ma non ci si può certo aspettare che sia un 1994 a trascinare questa squadra ormai sempre più allo sbando. Si spera in Pullen, ma col passare delle giornate la sensazione che Bologna avanzi una candidatura forte per l’ultimo posto diventa sempre più ingombrante.
Tra le fila bianconere bolognesi si nota da subito un Hasbrouck intenzionato ad impressionare il nuovo coach e quindi motivato ad attaccare il canestro. Le difese inizialmente latitano. La Juve gioca sul velluto: prima Maresca pesca un jolly da nove metri, poi è Akindele, ripetutamente cercato dai compagni, a contribuire in maniera sostanziale con 6 punti rapidi. Risponde il giovane Imbrò con due canestri pesanti, ma Caserta piazza subito l’allungo. L’attacco Virtus stagna e perde palloni. Jelovac e Mordente colpiscono dalla lunga distanza, poi Mavraides, contro un Hasbrouck nullo in difesa, fissa il parziale dei primi 10’ sul 14-25 con 4 punti filati.
La Virtus esce ricaricata dal primo intervallo breve. Rocca viene imbeccato bene in un paio di occasioni e, mentre Caserta assomma attacchi sterili, si accende la miccia di Danilo Andjusic: un canestro da due e un paio di triple infiammano il pubblico per il nuovo arrivo sotto le Due Torri ed è un assist di Imbrò, ancora a Rocca, a propiziare il primo sorpasso dei padroni di casa sul 28-27 (parziale di 14-2). Brutto colpo poi per Caserta che, con poco più di 2’ da giocare, perde Akindele, rimasto contuso dopo uno scontro di gioco. I ragazzi di Sacripanti, però, come sempre nelle difficoltà trovano le maggiori risorse. Maresca con un paio di invenzioni e Mavraides in chiusura di tempo restituiscono un sottile margine di vantaggio alla Juve, al comando 35-32 alla fine del secondo quarto.
L’intervallo ancora rompe i ritmi della partita. Se Bologna aveva fatto meglio nel secondo periodo, questa volta è Caserta che riparte meglio. Rientra Akindele e in coppia con Gentile testa subito le retine del canestro virtussino. Oknpolast che in attacco muove palla solo fuori dai tre punti, non dando mai l’impressione di poter creare qualcosa di realmente pericoloso. Dall’altra parte è, invece, il momento di Jelovac, che Gigli non riesce a contenere. Uno dopo l’altro arrivano tre canestri da tre punti, più una tripletta dalla lunetta dopo un fallo su tiro di Imbrò. Steven Smith, dopo aver scalpellato con continuità il ferro dei canestri, esce dal campo fischiato copiosamente dal poco pubblico presente. Qui Bologna prova a riavvicinarsi con un moto d’orgoglio di Gaddefors e ancora Andjusic, ma è solo un attimo. Akindele e Michelori controllano i rimbalzi offensivi e mandano la Juve al +10 in chiusura di tempo.
I padroni di casa hanno bisogno di un’iniezione di energia a fiducia e ci pensa il più giovane di tutti: Matteo Imbrò. Il giovane playmaker prende coraggio dopo una fortunosa tripla di tabella a cui fa seguire altri quattro punti che scuotono squadra e ambiente. Rocca si aggiunge con un bel canestro a allora i bianconeri felsinei iniziano a mordere anche in difesa. Caserta perde la bussola in attacco e mette in fila palle perse e infrazioni di 24”. La Oknoplast, però, non ha la lucidità necessaria per andare fino in fondo. Prima Imbrò e poi Andjusic sbagliano le triple del pareggio, e allora è Mordente a mettere il tiro pesante per il +5. Hasbrouck e Gigli riavvicinano ancora la V Nera al -2, Imbrò prende un tiro sciagurato da 9 metri, mentre Gentile non sbaglia una conclusione da più vicino, ma sempre coi piedi dietro l’arco. Sembra finita, ma Rocca e Gigli hanno ancora la forza per spingere i propri compagni di squadra a una sola lunghezza. Mancano 47”, Jelovac sbaglia da tre, ma la difesa virtussina dorme ancora a rimbalzo concedendo il possesso a Gentile. Fallo sistematico allora: Mordente non tradisce. Hasbrouck sbaglia da 3, Rocca conquista il rimbalzo d’attacco e fa di nuovo -1 con 8”. Tocca a Gentile andare in lunetta:1/2. Rimbalzo Gigli, palla a Imbrò che però non può fare altro che provare una preghiera da metà campo che non esce nemmeno di moltissimo. La sostanza, però, non cambia: vince Caserta, meritando, e per la Virtus è sempre più notte fonda.
Oknpolast Bologna – Juve Caserta 70 – 72
Parziali: 14-25; 18-10; 15-22; 23-15;
Progressione: 14-25; 32-35; 47-57; 70-72;
MVP: Premio alla coppia Mordente – Gentile. Quando la palla scottava le responsabilità se le sono sempre prese loro. E hanno anche segnato i canestri che hanno deciso la partita.
WVP: Ormai in Virtus la conta per il peggiore si limita a uno fra Hasbrouck e Smith. Oggi “vince”, a mani basse, il secondo. 1/8 al tiro. -7 di valutazione. Più dannoso della grandine.
SALA STAMPA
Luca Bechi
Pino Sacripanti
Nicolò Fiumi