Sassari, 03 dicembre 2023 – Un lunch match mai banale nella storia recente della LBA, appuntamento ormai fisso nei playoff Scudetto, Dinamo Sassari e Olimpia Milano non ha tradito le aspettative dando vita all’ennesima sfida memorabile tra le due compagini, con i sardi tornati grandi che hanno avuto la meglio con il punteggio di 89-83. Per l’EA7 Emporio Armani la terza sconfitta consecutiva in una settimana, a cui non è bastata la rimonta nel finale e uno Shavon Shields clamoroso da 31 punti.
Un Banco di Sardegna più forte dei mille problemi che l’hanno attanagliata in questo avvio di stagione, ancora una volta senza Diop e il debilitato Whittaker, con coach Piero Bucchi artefice dell’ennesima rinascita di una squadra data già per morta dopo soli due mesi.
Una gara condotta per tutti i 40 minuti e che ha mostrato una solidità mentale mai vista in questa Dinamo, brava a non crollare sotto le bombe di Shields che hanno rimesso per ben due volte in parità l’incontro a 2′ dalla sirena.
Vittoria nata dalla difesa, con un primo tempo al limite della perfezione in cui i biancoblu hanno concesso appena 30 punti ai campioni d’Italia, intasando l’area per sopperire allo strapotere di chili e centimetri della squadra di coach Messina e scommettendo sulle pessime percentuali da fuori degli ospiti, il 7% con un eloquente 1/14.
Banco abile a sfruttare le difficoltà di una corazzata meno blindata del solito, trascinata in attacco dall’MVP della gara Breein Tyree, 24 punti e la consapevolezza di essere ormai lui il leader offensivo dei sardi, segnando persino la tripla della staffa. Ottimo l’apporto anche dell’eroe della scorsa settimana contro Scafati, Stephane Gombauld, autore di 12 punti e del grande avvio nel primo periodo dei sassaresi.
Bene anche il pacchetto italiani, con un ritrovato Alessandro Cappelletti, autore di una prova solida condita da 11 punti e 5 assist; così come la certezza Stefano Gentile, ancora una volta decisivo il capitano, autore anche lui di 11 punti e fondamentale nel rush finale con una tripla dal peso specifico indicibile e l’assist per la tripla del definitivo allungo di Charalampopoulos (13 punti).
Per l’Olimpia un altro tonfo, già il quinto in LBA e il terzo di fila una settimana nera, dopo quelli di domenica scorsa con Pistoia e giovedì con i lituani dello Zalgiris.
Pesante l’assenza della stella Nikola Mirotic, out per il riacutizzarsi di una tendinopatia, ma che non può diventare un alibi per un roster chilometrico come quello meneghino, contro una Sassari invece ridotta all’osso e costretta a ruotare con otto uomini, facendo entrare anche lo stagionato Gandini.
La squadra di Messina, costretta ad inseguire fin dalla palla a due, non è riuscita a sfruttare il grande vantaggio sotto le plance, accontentandosi troppo spesso del tiro da fuori invece di battere come un tamburo il pitturato dei sardi.
Anche dall’altra parte del campo sembra essere svanita la solidità difensiva delle scarpette rosse, concedendo più di 80 punti per la terza gara consecutiva. Nonostante tutto ha avuto la grossa chance di portare lo stesso la vittoria a casa grazie ad uno Shavon Shields celestiale.
Una prestazione ai limiti della perfezione per il danese, autore di 31 punti, 28 dei quali nella sola ripresa, ma non sono bastate neanche le sue 4 triple consecutive nel finale per spezzare il morale degli avversari. Insieme al talento ex Trento bene anche Diego Flaccadori, protagonista con 13 punti a referto, 8 dei quali in avvio di ultima frazione che ha permesso a Milano di giocarsela punto a punto.
La Dinamo mette in chiaro le cose fin dalla palla a due, aggredendo un’Olimpia troppo svagata e soft. Un 12-0 firmato dal canestro di McKinnie (9 punti) che è un cazzotto tremendo sul volto dei campioni d’Italia, che si scuotono solamente dopo il timeout acceso di Messina e la schiacciata di capitan Melli (2 punti) che iscrive l’EA7 alla gara.
Gombauld (12 punti) diventa, a sorpresa, il dominatore del pitturato e i padroni di casa prendono il largo, +10. Stefano Tonut (10 punti) si carica sulle spalle i compagni, sbloccandoli dall’arco dopo lo 0/8 e tenendo a contatto i suoi.
Il primo quarto si chiude sulla prodezza balistica di Voigtmann (14 punti) e con Milano che ricuce il divario, 20-14.
Il trio arbitrale si erge a protagonista nella seconda frazione, fischiando anche il minimo contatto e scoraggiando la difesa fisica delle due squadre, il tutto frutterà l’uscita per due falli del duo Gombauld e McKinnie, ma soprattutto il terzo di Ricci e di Shields, in una gara che per il danese resta un rebus, che risolverà agevolmente nella ripresa.
Sassari non cala l’intensità difensiva e prende agevolmente il largo grazie ad un Tyree on fire, toccando anche il +13, fino al canestro di Hall del 41-30 con cui si va negli spogliatoi.
Nella ripresa Shields ha un altra faccia e si vede, carica a testa bassa e la difesa di casa si scopre inerme davanti al talento sconfinato del danese. Il Banco resiste grazie al solito Tyree e ad un Cappelletti letale al tiro.
I sardi toccano anche il massimo vantaggio sul +14, 58-44, prima della nuova reazione di uno Shields clamoroso, autore di 14 punti nella sola terza frazione. Oltre al numero 31 si iscrive alla rimonta anche Diego Flaccadori (13 punti) e Milano è nuovamente a contatto sul -7.
Il terzo periodo si chiude sul 65-58 dopo l’appoggio di Treier, ma la sensazione è che la rimonta ospite sia solo all’inizio.
L’ultimo periodo si apre con un gioco da quattro punti di Tyree che sembra rigirare l’inerzia, ma l’Olimpia è un’altra squadra e si vede, Flaccadori è un cecchino e piazza 8 punti consecutivi. Il quarto fallo di Gombauld toglie sicurezza ai sassaresi, che hanno una flessione, e allora Hall ne approfitta con la tripla del -3 a 6 minuti della fine.
Ormai è una gara punto a punto e Flaccadori riporta i suoi sul -1. Gentile riaccende un’attacco che sembrava essersi spento, anche per colpa di un’Olimpia tornata ai suoi standard difensivi, ma è la tripla di Shields che rimette tutto in discussione. 74 pari.
Negli ultimi 3 minuti il tasso qualitativo si alza clamorosamente e sembra di assistere ad un incontro di boxe, in cui i due pugili rispondono colpo su colpo. Alle triple in sequenza di uno Shields in trans agonistica, rispondono prima Gombauld e poi Charalampopoulos in contropiede affondando la schiacciata dell’80-77.
Shields è letteralmente infermabile e ogni qualvolta alza la mano dall’arco è una sentenza: 80 pari ad un minuto e 40 secondi dalla sirena.
Gentile risponde da campione con la stessa moneta e la spara in faccia proprio al danese, che risponde nuovamente dai 6,75. Nuovamente pari, 83-83.
Sassari non crolla sotto pressione ed è ancora Gentile a gestire sapientemente il possesso più pesante della gara, bravo a vedere Charalampopoulos libero di armare la mano da tre ed è nuovamente il +3. Nel possesso successivo la difesa raddoppia fin da subito Shields, scommettendo sulle percentuali degli altri quattro in canotta rossa, scelta che paga perché la tripla di Voigtmann è storta e finisce mestamente sul fondo, senza toccare neanche il ferro.
La tripla a 30 secondi dalla fine di Tyree fa esplodere tutto il PalaSerradimigni, mettendo la parola fine al match che si chiude sull’89-83.
Per l’Olimpia Milano è un’altra sconfitta che alimenta dubbi su una squadra che ancora non ha convinto: altalenante in una LBA che dovrebbe vederla sempre la su in cima e non all’ottavo posto, mentre in Eurolega sembra essersi ripresa dopo un avvio pessimo.
Proprio nella massima competizione europea è attesa al pronto riscatto, nel doppio appuntamento settimanale, sempre in trasferta, prima questo martedì nella tana del Bayern Monaco e poi giovedì nell’infuocato campo del Partizan Belgrado. Domenica invece andrà in scena il grande big match: il derby d’Italia al Forum contro la Virtus Bologna.
Solamente una vittoria potrebbe scacciare via i brutti pensieri e riprendere la corsa per scalare la classifica di LBA.
Per la Dinamo Sassari, invece, una vittoria che fa schizzare alle stelle il morale, dopo settimane complicate e riaprendo nuovi scenari in classifica, con l’ottava piazza che dista solamente una vittoria, con ancora cinque gare da disputare.
Per i sardi ora due trasferte complicate: prima martedì in Grecia in casa dell’AEK Atene, che però non sarà decisiva per le sorti della qualificazione ai play-in della Basketball Champions League; successivamente, domenica pomeriggio, è attesa in casa della capolista Germani Brescia e dei grandi ex Miro Bilan e Jason Burnell.
Soprattutto l’ultima sfida, sarà un test fondamentale per capire se il Banco sia definitivamente un paziente sulla via della guarigione oppure no.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – EA7 Emporio Armani Milano 89-83
Parziali: 20-14; 21-16; 24-28; 24-25.
Progressione: 20-14; 41-30; 65-58; 89-83.
Sala Stampa
Ettore Messina, Piero Bucchi e Alessandro Cappelletti
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 7: di gran lunga la miglior prestazione da quando veste la canotta della Dinamo. Partito in quintetto, è lui l’unico play di ruolo vista l’assenza di Whittaker, non si fa pregare e confeziona un’ottima gara. In avvio smazza 4 assist di fila che permettono ai sardi di dare la prima spallata al match. Dalla seconda frazione inizia a fatturare anche dalla lunga distanza, grosso tallone d’Achille di questa stagione, chiudendo alla fine con un positivo 3/5. Decisivo in difesa nei momenti convulsi del finale di gara, rubando due palloni vitali per la vittoria dei biancoblu. Chiude con 11 punti, 5 rimbalzi, 5 assist e 2 rubate.
Kaspar Treier 6: minuti di grande concretezza, finalmente, anche per l’estone costretto a giocare da secondo centro. Non sfigura davanti ai colossi meneghini e anzi è bravo a sfruttare il vantaggio che ha in fatto di velocità, attaccando forte i pick and roll e trovando un paio di canestri facili. La nota più positiva della sua prestazione? Le zero triple tentate.
Breein Tyree 7.5: si esalta nella sfida più complicata, stampando 24 punti e prendendosi ufficialmente i gradi di leader offensivo della squadra. Dopo qualche minuto di studio, si accende nel secondo quarto portando i suoi anche sul +12, sfruttando i tappeti rossi che la difesa milanese generosamente gli concede. Nella ripresa, dopo un deprimente 0/5, si sblocca anche dai 6 metri 75 e per Milano diventa impossibile disinnescarlo. Nel finale mette la sua firma con la tripla del ciaone che chiude definitivamente la gara.
Filip Kruslin 5.5: ripiomba nell’oblio di una serata al tiro da incubo con uno 0/5, sbloccandosi solamente a gioco fermo. Allora si concentra sulla fase difensiva e per lunghi tratti è veramente un mastino. Marca strettissimo Shields nei momenti decisivi del match, ma non basta perché l’avversario è baciato dagli Dei del basket.
Tommaso Raspino s.v.: buttato nella mischia per fare legna e nulla più.
Luca Gandini s.v.: come Raspino, messo dentro per dare ossigeno alle corte rotazioni.
Stefano Gentile 7.5: solita gara di sostanza da parte del capitano sassarese. Prende per mano la squadra nel momento del bisogno, prima sfornando assist al bacio per i compagni, e poi prendendosi le sue responsabilità al tiro, come la tripla clamorosa sparata in faccia a Shields nei minuti conclusivi. Chiude 11 punti, 4 rimbalzi, 4 assist, 4 falli subiti e una rubata.
Stephane Gombauld 7: doveva essere la prova del nove per il francese contro i lunghi di Milano. Parte fin da subito con le marce alte, facendo la voce grossa contro Melli e compagnia segnando 8 punti nel primo quarto. Nel secondo, però, commette due falli in un amen e coach Bucchi è costretto a dosarlo come un perfetto alchimista per il resto dell’incontro, per preservare l’unico centro rimasto. Nella ripresa perde d’efficacia, ma nei momenti caldi della rimonta ospite segna due canestri dal notevole tasso di difficoltà. Chiude con 12 punti e un 6/7 nel pitturato veramente notevole.
Alfonzo McKinnie 6: prestazione finalmente convincente per l’americano, che lotta e torna ad essere un fattore anche al tiro, con un buon 4/8. Ogni tanto ricade sui soliti errori frutto della sua superficialità, ma i passi in avanti si sono visti.
Vasilis Charalampopoulos 7: sornione per oltre 30 minuti, fatica a contenere il maggiore atletismo dei lunghi ospiti, e in attacco non si prende neanche un tiro, segnando solamente a gioco fermo e neanche in maniera memorabile (6/9). Nell’ultimo quarto però è chirurgico con un 3/3 decisivo, come la tripla dell’83-80 che indirizza definitivamente il match.
EA7 Emporio Armani Milano
Maodo Lo 4: l’eroe di Belgrado non è neanche atterrato in Sardegna. Messina gli dà fiducia nel primo tempo, il tedesco lo ripaga con una prova anemica, soffrendo in difesa sia Gentile che Cappelletti, cestinando persino due palloni. Nella ripresa rimette piede in campo, ma nessuno se ne accorge. Chiude con una virgola, -3 di valutazione e un plus/minus di -16.
Alex Poythress 5: in difesa fatica ad arginare l’esuberanza di Gombauld, l’unico centro di ruolo dei sardi, ma neanche con l’adattato Treier le cose non migliorano, continuando ad avere grosse amnesie difensive, specialmente nei pick and roll. Ha un sussulto nella ripresa, stampando un paio di canestri che ricuciono il divario, ma a gioco fermo è letteralmente una tassa da pagare per la squadra di Messina, con un pesante 2/6 finale.
Stefano Tonut 6.5: parte alla grande, giocando un grandissimo primo quarto, fatto di aggressività che scuote i compagni dopo lo shock iniziale. Nel primo tempo è l’unico ad attaccare in penetrazione la difesa ermetica dei sardi, segnando 8 dei 30 punti dell’Olimpia. Nella ripresa cala alla distanza, con Tyree che lo mette spesso in difficoltà. Chiude con 10 punti, 3 rimbalzi, 2 rubate, 3 assist e 14 di valutazione.
Nicolò Melli 5: parte discretamente, anche se Gombauld troppo spesso lo sorprende in alcune letture difensive per lui elementari. In attacco, invece, ha grande presenza specialmente a rimbalzo, con 3 palloni portati giù che sono ossigeno puro nel pessimo avvio meneghino. Nel terzo periodo commette subito il quarto fallo e di fatto la sua partita finisce lì.
Ismael Kamagate s.v.: appena 2′ per il francese, ma fa in tempo a lanciare due campanili in aria da zero metri, con annessa persa successiva. Abbastanza per convincere Messina a rimandarlo a sedersi in panchina.
Giampaolo Ricci 4: impatto negativo anche per il Pippo nazionale. Appena 9′ sul parquet in cui non incide minimamente.
Diego Flaccadori 6.5: parte forse un po’ timidamente, soprattutto in difesa, ma in attacco è uno dei pochi a sbloccare l’Olimpia dalla lunga distanza nei primi 30′. Poi nell’ultima frazione si scatena, con Shields in panchina, piazza 8 punti in fila che riportano gli ospiti dal -10 ad un solo punto di distanza. La miglior prestazione di questa stagione in LBA per l’ex Trento, da 13 punti, 2 rubate e 3 assist.
Devon Hall 5.5: una gara scomodo anche per l’ex Bamberg. Nelle mille difficoltà ha però il grosso merito di piazzare una tripla pesantissima nella rimonta dell’ultimo quarto. Chiude con appena 7 punti e poco altro.
Shavon Shields 7.5: un primo tempo in cui forse non sembra digerisce il lunch match, impreciso con due palle perse e già 3 falli commessi. Nella ripresa si trasforma e decide di volerla vincere praticamente da solo. 14 punti nel solo terzo periodo, che permette all’Olimpia di risalire dal -14, poi lo show balistico clamoroso degli ultimi 4 minuti della gara. Con 4 triple consecutive impatta due volte il match, ma non basta per riportare Milano alla vittoria. Chiude con 31 punti, 7 rimbalzi, 2 rubate, 2 assist e 33 di valutazione.
Johannes Voigtmann 6: nel primo tempo in cui l’Olimpia soffre paurosamente per mettere a referto dei punti, è l’unico dei suoi ad andare negli spogliatoi in doppia cifra, segnando 10 dei 30 punti della squadra. Il suo gioco in post è infermabile per i padroni di casa, anche perché non hanno i chili per arginarlo. Nella ripresa però si spegne, non riuscendo più a sfruttare il vantaggio, con la Dinamo che decide di intasare l’area. Dal perimetro però non è serata, 0/4, con la tripla decisiva del possibile overtime che esce storta dalle sue mani senza toccare neanche il ferro.