“E vedete come è il basket” ripeteva sempre il Maestro Aldo Giordani quando sul rettangolo di gioco succedevano eventi clamorosi: e fosse ancora con noi l’avrebbe certamente ripetuto al termine di questa sfida tra una Milano appena qualificata ai playoff grazie alla vittoria dell’altro ieri ed un Pana già eliminato che nulla aveva da chiedere a questa serata.
E probabilmente il grande fondatore di Superbasket avrebbe rimarcato sul suo settimanale la mano data alla squadra greca dal trio arbitrale. Come minimo li avrebbe definiti finitimi.
Anche se l’aiuto più grande a ben vedere è arrivato proprio dalla squadra di Messina che ha chiuso i primi 20 minuti dominati ma con uno scarto inferiore rispetto a quanto visto sul parquet; e nella seconda frazione di gioco si è spenta la luce, difficile dire se quella atletica o mentale.
Certo è che se una squadra come l’Olimpia Milano produce due quarti da 13 e 11 punti come rispettivamente il terzo ed il quarto qualcosa ovviamente è andato storto. E quel qualcosa oltre che in campo è anche da ricercare nell’atteggiamento e nell’approccio. Non da grande squadra.
Fa strano dirlo ma i più in difficoltà sono stati coloro che per esperienza e pedigree meno avrebbero dovuto esserlo (Datome, Hines, Chacho) e viceversa coloro erano dati in precario stato di forma fisica (Micov) o psicologica (Kaleb) son stati i migliori in campo.
Che strano sport il basket vero? Ma è il suo bello…E son sicuro che il grande Aldo da lassù stia annuendo.
Panathinaikos Atene – Olimpia Milano 86 – 83
SALA STAMPA
Ettore Messina
“Mi complimento con il Panathinaikos: non ha smesso di crederci e nel secondo tempo ha giocato molto più duramente guidato dalla leadership di Shelvin Mack. Noi semplicemente abbiamo girato l’interruttore, quando, preso un vantaggio rilevante, abbiamo creduto che fosse finita. Eravamo alla quarta partita in trasferta in sette giorni. Ma resta nel basket un peccato capitale. Nel secondo tempo l’energia è scomparsa e siamo stati distrutti a rimbalzo. I rimbalzi offensivi concessi nel secondo tempo sono stati la storia della partita”.
Sui playoff: “Credo che forma e accoppiamenti saranno determinanti. Essere in salute è la cosa più importante, poi ci sono squadre che per match-up individuali o stile di gioco si esprimono meglio contro certe formazioni che contro altre. Questo sarà decisivo”.
Sull’odierna ammissione nella FIBA Hall of Fame: “È una cosa che mi onora, ringrazio chi ha deciso di ammettermi, la FIBA e il comitato selezionatore. È un riconoscimento per il quale devo ringraziare le tante persone che mi hanno aiutato. Mia moglie, la famiglia, tutti gli allenatori che mi hanno sostenuto, i giocatori, le persone che hanno accettato il mio carattere che non è facile. Sono onorato”
DIAMO I NUMERI
20 – il massimo scarto raggiunto da Milano verso la fine del secondo quarto (22-42) non ampliato a causa di un paio di situazioni che alla fine si sono rivelate decisive come un passaggio baseball intercettato di Datome ad esempio. Altre situazioni da “senno di poi” sono state il canestro annullato a Tarczewski per questione di centesimi alla fine del primo quarto, la brutta botta di Roos che ha avuto il potere di svegliare dal sonno profondo tutti quanti in casa Greens e pure l’infortunio di Roll. Partita stregata.
50 – il numero di maglia del mio MVP, Ben Bentil. Non è un fine dicitore ma in quanto a forza e potenza ha ben pochi rivali: i suoi 5 rimbalzi offensivi la chiave per la rimonta greca, ha mangiato in testa a tutte le ali forti o presunte tali milanesi…
2 – il voto di stasera a Gigi Datome e non certo per l’ultima tripla sbagliata. Non ricordo a mia memoria una partita in cui Gigi sia risultato svagato ed assente come questa. Fisicamente, atleticamente ma anche di testa. Vero che meglio ora che in altre occasioni più importanti, però adesso ci aspettiamo tutti un cambio di rotta, a partire dal match contro l’Efes.
-5 – avete letto bene, è un meno quello davanti il 5. E’ la valutazione del Giovacchini greco al secolo Bochoridis. Fossi un coach di qualsiasi squadra giovanile appenderei un suo poster in palestra con sotto scritto: se gioca lui in Eurolega, può farcela chiunque, basta la volontà.
0 – i punti di Sant-Roos, giocatore che ha iniziato la carriera a Monza nelle minors. Se gli avessi detto a quel tempo che in futuro avrebbe giocato nel Cska e nel Pana mi avrebbe dato per pazzo. Ma a parte i punti (non) segnati, faccio fatica a trovare un altro piccolo che difende come lui (stoppata a Punter da panico), capace di dare anche buoni assist, e che soprattutto è italiano di formazione, quindi potrebbe giocare tranquillamente in LBA in quota italica. Da prendere subito, anche se ad Atene non prende poco di stipendio (circa 350mila)…D’altro canto gli italiani buoni costano.
108 – i secondi in campo della coppia Cincia-Morasca, tutti nel finale del supplementare. Viste le scarse energie nel serbatoio e visto come poi gli esterni milanesi hanno faticato il coach avrebbe potuto gestirli diversamente, dandogli spazio nei primi minuti ad esempio. Fortuna per coach Messina che l’introduzione alla Hall of Fame era già cosa fatta, dopo stasera sarebbe sicuramente sorto qualche dubbio nel comitato promotore…
Cristiano Garbin
@garbo75
PS : si ringrazia la pagina Facebook ufficiale Olimpia Milano per il materiale fotografico