TREVISO – Una bomba atomica ha colpito la Treviso sportiva. I Maya si sbagliavano: la fine del mondo non sarà il 21 dicembre 2012, ma qualche mese prima; almeno nella Marca.
Martedì 16 febbraio Gilberto Benetton ha annunciato che tra un anno e mezzo, a giugno 2012, la famiglia che ha costituito un tutt’uno con il Basket Treviso per un trentennio non sarà più proprietaria né main sponsor del basket e del volley cittadino.
Questo, uno stralcio della conferenza stampa di Gilberto Benetton tenuta a Villa Minelli a Ponzanao: “Lasceremo le squadre professionistiche di Benetton Basket e Sisley Volley, ma manterremo i settori giovanili e tutte le attività sociali che si svolgono a La Ghirada, anzi questo settore verrà potenziato e continuerà diventando il punto di forza del nostro impegno nello sport. Questo è un giorno triste dopo 30 anni di attività professionistica ad alto livello e di vittorie (51 trofei, 19 di basket e 32 di volley, ndr), ma gli scenari sono cambiati: negli anni ‘80 il nostro ingresso nello sport aveva una valenza sociale, per dare lustro alla città e coinvolgere il territorio in qualcosa di importante e l’entusiasmo del pubblico e dell’ambiente era grandissimo. Ora, dopo tante vittorie e anche tanti investimenti, indubbiamente non è più così, sia sul piano dei risultati che su quello del seguito delle squadre. Riteniamo pertanto che ci sia bisogno di altro e che gli investimenti debbano essere diretti in altra direzione e in questa visione potenzieremo la nostra attività legata al sociale, alle famiglie e ai giovani, mantenendo anche i settori giovanili. Speriamo che in questo anno e mezzo ci sia qualche imprenditore nel territorio, magari un’azienda giovane come lo eravamo noi trent’anni fa, che possa prendere il nostro posto. Noi metteremo a disposizione il Palaverde e l’attività giovanile, e lavoreremo da qui al 2012 con la speranza che qualcuno possa subentrare. Continua invece il nostro impegno nel rugby, che è lo sport più radicato nel nostro territorio e che sta vivendo un grande momento con l’approdo in Celtic League.”
Maledetta palla ovale!
Questo non è il momento per esprimere ringraziamenti: di tempo per questo (per fortuna!) ce ne sarà. Né per avanzare critiche, che (ahimé), non mancheranno. Né ho voglia di valutare le cause di questa decisione: analisi che comunque condurre ad un’unica conclusione: come dare torto al signor Gilberto?
Il sottoscritto, come credo i più, sta vivendo come se si trovasse in una fase di shock. L’incredulità è tale da non riuscire nemmeno a fare le ipotesi più catastrofiche (se il basket è fallito perfino a Bologna… qui cosa accadrà?): anche per queste, purtroppo, di tempo ce ne sarà. Mi sento come un bimbo che la mattina del giorno di Natale scende a prendersi il regalo sotto l’albero e si ritrova schiaffeggiato da una vecchia strega: “Stupido! Babbo Natale non esiste!” È talmente forte la sorpresa per quanto udito, che il dolore dei ceffoni (l’imminente, incerto, futuro) nemmeno si sente…
Penso ad altri tifosi. Quelli che chiamano le loro squadre “Virtus”, “Olimpia”, “Fortitudo”… Per me, la mia squadra è sempre stata la Benetton! “Basket Treviso”? Chi ha mai chiamato la mia squadra così? Forse perfino i miei vicini di casa, abbonati al Basket Treviso, fin dai tempi in cui tale in effetti era, faticano a ricordare che a Treviso ci sia stata una “prima squadra” che non si chiamava Benetton.
Benetton era (brutto usare già il passato…), un nome che inorgogliva i tifosi, nei tanti magici momenti vissuti negli ultimi vent’anni. Ma (e magari ce ne renderemo veramente conto solo tra qualche anno), era soprattutto un pensiero rassicurante. Dopo una stagione no, si poteva dire: “Ci rifaremo nella prossima.”
Dopo dolorose cessioni di campioni, non si piangeva: “I giocatori vanno, la società rimane.”
Leggendo delle società che in tutta Italia fallivano, si tirava un sospiro di sollievo: “Per fortuna noi non avremo mai (!!!) di questi problemi”.
Ma ora? Che ne sarà di noi? È questo uno dei rari casi in cui fasciarsi la testa prima di essersela rotta non significa essere pessimisti…
Paolo Brugnara