23/05 03:00 | ![]() |
GOLDEN STATE WARRIORS | 92-95 | HOUSTON ROCKETS | ![]() |
SERIE: 2 : 2 28:19, 46:53, 80:70 |
Houston ottiene la prima vittoria di sempre sul campo di Golden State nei playoff e si riprende così il vantaggio del fattore campo, pareggiando la serie sul 2-2. Decisivo l’ultimo quarto, con gli Warriors tenuti a soli 12 punti.
Gara-4 tra Warriors e Rockets è una gara di parziale, nessuno però più importante di quello che arriva per ultimo: Houston apre infatti il quarto quarto sotto di dieci punti (80-70) e un’imponente schiacciata di Shaun Livingston in testa a Clint Capela allunga il distacco a 12 punti. Da quel momento in poi il parziale mandato a segno dagli uomini di Mike D’Antoni è di 25-10 per chiudere la gara, ottenere la prima vittoria di sempre nei playoff sul campo di Golden State, riconquistare il vantaggio del fattore campo e riportare la serie in parità sul 2-2. Le due squadre arrivano esauste allo striscione del traguardo: tirano 3/18 in tutto l’ultimo periodo gli Warriors, con 0/6 da tre punti, fanno meglio ma non di molto i Rockets (7/20 dal campo, 3/12 da tre punti). Golden State nell’ultima frazione di gioco ha più palle perse (4) che canestri (3) e segna soltanto 12 punti (minimo eguagliato per un ultimo quarto di una gara di playoff da quando c’è il cronometro dei 24 secondi), mentre dei 25 segnati da Houston 8 portano la firma di Chris Paul, decisivo nei momenti decisivi anche se un suo errore dalla lunetta con mezzo secondo sul cronometro permette ai padroni di casa di chiamare un time-out e organizzare l’ultimo disperato tiro, per mandare la partita in overtime. La conclusione di Steph Curry dall’angolo però non trova il canestro e i texani lasciano la California portando a termine la missione desiderata, vincere almeno una gara per giocarsi ora una mini-serie alle tre partite, con due gare al Toyota Center. I protagonisti come al solito hanno i volti noti di James Harden, autore di 30 punti con 11/26 al tiro e di un Chris Paul più preciso e chirurgico, che chiude a quota 27 con 10/20 dal campo e un ottimo 5/9 da tre punti. La rotazione di Mike D’Antoni, da tradizione, si stringe ulteriormente e soltanto Eric Gordon (14 punti ma 1/8 dall’arco) e Gerald Green (3) vedono il campo dalla panchina; tra i titolari, il contributo di Clint Capela e di P.J. Tucker è più di quantità (13 rimbalzi il primo, addirittura 16 il secondo) che di quantità, ma risulta fondamentale per imprimere alla gara quella fisicità necessaria a inceppare gli oliati meccanismi del basket targato Warriors. Che gara-4 la perdono anche per via di troppe palle perse (16 alla fine, che portano a 20 punti per CP3 e compagni) e per aver finito col giocare la pallacanestro di Houston, fatta di tanti isolamenti e non della consueta circolazione di palla. Lo dimostra il numero di assist degli uomini di coach Kerr: solitamente sopra i 25, con picchi tutt’altro che rari verso quota 30 e oltre, sono solo 14 i canestri assistiti di Golden State sui 35 realizzati (12 su 30 quelli di Houston).