Il sito www.all-around.net nasce nel 2006, cresce e si caratterizza sin dal principio per la sua atipicità, quella cioè di dare spazio ai tifosi delle singole squadre di basket che popolano la nostra penisola, parlando anche di basket continentale ed NBA ma cercando non di essere faziosi bensì i più oggettivi possibili. Tutti i nostri redattori infatti vivono “accanto” alla propria squadra descrivendo il pre-gara e la gara della stessa ma sempre caratterizzandosi per i toni pacati ma competenti, senza mai scadere nella partigianeria sfacciata. Anzi, a volte la nostra Redazione è sempre stata molto critica nei confronti delle squadre che gestisce, specialmente nell’incedere non sempre positivo dei risultati sul campo ma anche fuori dal campo, proprio perchè la critica viene mossa dal sentimento nobile del senso di appartenenza.
Per questa ragione oggi pubblichiamo questo lungo e dettagliato sfogo di un tifoso della Virtus Roma, arch. Giulio Forte, che qualche giorno fa ci ha contattato ed inoltrato questo lungo ma interessantissimo articolo che ne testimonia lo stato di sofferenza, sportivamente parlando, della “SUA” squadra in quanto supporter da ben 30 anni.
Prendetevi quindi una lunga pausa perchè lo merita e capirete, leggendo questo bell’articolo, come oggi un tifoso del team più prestigioso della Capitale possa sentirsi e cosa possa provare da un triennio a questa parte: buona lettura.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Buongiorno, mi chiamo Giulio Forte. Sono un tifoso della Virtus Roma, che seguo con passione da circa 30 anni e per la quale sto soffrendo come non mai da tre anni a questa parte.
Ho sentito l’esigenza di mettere nero su bianco alcune date, alcune riflessioni, alcuni nomi, nel tentativo di fare una breve cronistoria di un triennio folle, come quello che stiamo vivendo.
Vi scrivo pertanto per sapere se potevate essere interessati alla pubblicazione di quello che probabilmente non è né un vero e proprio articolo, né tanto meno una lettera aperta, piuttosto una ricostruzione ragionata degli ultimi tre anni della Virtus Roma, tra recente passato, presente e (forse) futuro.
Premetto per chiarezza ed onestà che è un pezzo critico, che riporta anche nomi e cognomi di personaggi che a vario titolo hanno inciso sulla storia recente della Virtus, pur essendo assolutamente rispettoso e privo di toni che possano essere ritenuti in qualsiasi modo offensivi o diffamanti.
Con stima arch. Giulio Forte – Roma, 16 aprile 2018
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Il ’15/’18 della Virtus Roma, tre anni vissuti pericolosamente
La cronistoria recente
- 8 luglio 2015 – conferenza stampa del Presidente Claudio Toti;
- 9 luglio 2015 – pagamento del “bollettino freccia” necessario all’iscrizione al campionato di Serie A;
- 16 luglio 2015 – viene annunciata la richiesta di iscrizione al campionato di Serie A2;
- 19 luglio 2015 – rescissione del contratto con il GM Nicola Alberani;
- 22 luglio 2015 – incontro tra Claudio Toti della Virtus, Armando Buonamici di Eurobasket e Germano D’Arcangeli della Stella Azzurra allo scopo di trovare un accordo di partnership per affrontare assieme il campionato di Serie A2 2015/16;
- 31 luglio 2015 – salta il rapporto di collaborazione con Eurobasket, anche per ciò che riguarda il settore giovanile;
- 26 settembre 2015 – accordo triennale con HSC per la gestione del settore giovanile;
- 4 ottobre 2015 – prima giornata del campionato di Serie A2 2015/16;
- 26 ottobre 2015 – esonerato coach Guido Saibene. Attilio Caja è il nuovo coach;
- 23 aprile 2016 – termina la regular season 2015/16. La Virtus si classifica come 14° nel girone Ovest di Serie A2 ed è condannata ai playout per non retrocedere;
- 07 maggio 2016 – esonerato coach Attilio Caja. Squadra affidata a coach Riccardo Esposito;
- 20 maggio 2016 – la Virtus raggiunge la salvezza in gara 3 della finale playout contro Omegna;
- 07 luglio 2016 – viene annunciato Unicusano come nuovo main sponsor;
- 07 luglio 2016 – immediata replica della Unicusano secondo cui il contratto di sponsorizzazione sarebbe stato rescisso a seguito dell’accettazione della proposta di risoluzione inviata dalla Virtus tramite pec;
- 08 luglio 2016 – nuovo botta e risposta tra Virtus e Unicusano;
- 16 luglio 2016 – esclusione dal Campionato di Serie A2 2016/17 per ritardato pagamento della tassa di iscrizione;
- 08 agosto 2016 – dopo i ricorsi alla Corte d’Appello Federale e al Collegio di garanzia del Coni, la Virtus viene riammessa al Campionato di Serie A2 2016/17;
- 2 ottobre 2016 – prima giornata del campionato di Serie A2 2016/17;
- 3 marzo 2017 – la Virtus, classificatasi come 3° alla fine del girone di andata, accede alle Final Eight di Coppa Italia dove esce ai quarti di finale contro Treviso;
- 22 aprile 2017 – termina la regular season 2016/17. La Virtus si classifica come 5° nel girone Ovest di Serie A2 ed accede ai playoff;
- 7 maggio 2017 – la Virtus esce al primo turno dei playoff in gara 4 della serie contro Ravenna;
- 10 luglio 2017 – Paolo Ronci nominato nuovo DG;
- 12 agosto 2017 – interruzione del rapporto con il GM Simone Giofrè;
- 12 settembre 2017 – conferenza stampa del DG Paolo Ronci;
- 1 ottobre 2017 – prima giornata del campionato di Serie A2 2017/18;
- 21 novembre 2017 – esonerato coach Fabio Corbani;
- 24 novembre 2017 – Luca Bechi ingaggiato come nuovo coach;
- (?) dicembre 2017 – il Tribunale di Roma da ragione alla Virtus, dichiarando Unicusano inadempiente nei rapporti contrattuali sottoscritti;
- 28 gennaio 2018 – Velerio Spinelli nominato nuovo DS della Virtus;
- 28 febbraio 2018 – la Virtus è costretta ad abbandonare le strutture di allenamento della HSC con la quale c’è rottura totale;
- 4 marzo 2018 – esonerato coach Luca Bechi. Piero Bucchi è il nuovo coach;
“[…] perché quando mi si dice: perché Toti, non iscrive la squadra in A2? Rispondo: perché se la devo iscrivere in A2 provo a fare un campionato di A1 e se devo retrocedere retrocederò, però provo a fare l’A1 prima di autoretrocedermi […].”
Claudio Toti, conferenza stampa dell’8 luglio 2015
Ebbene sì, anche la Virtus Roma, nella sua ormai quasi sessantennale storia, ha vissuto e sta vivendo tutt’ora il suo ’15/’18. Volendo azzardare un parallelo, se per la maggior parte degli italiani quelli del ’15/’18 sono gli anni della Grande Guerra, per i tifosi della Virtus Roma, il triennio ’15/’18 resterà negli annali come uno dei più folli e drammatici della storia di questa società a partire dalla sua fondazione nel 1960. Un triennio che ha visto molti “caduti” sul campo e fuori, tra coach e dirigenti esonerati, alleati che tradiscono o che vengono traditi e tifosi che sempre più disertano gli spalti del Palatiziano.
E proprio come in un Diario di guerra, un elenco interminabile di date ed eventi testimonia probabilmente in maniera efficace i tanti errori commessi dalla società nel corso di questi ultimi tre anni, errori dovuti a impazienza, presunzione, sciatteria e improvvisazione. Ma quello che sicuramente non riesce a restituire è il disorientamento, la stanchezza, quando non addirittura l’umiliazione che tali errori hanno provocato nei tifosi, così come non racconta il silenzio e il vuoto di comunicazione che troppo spesso si è insinuato tra un evento e l’altro, quando la società risultava come sparita, assente e insensibile ai vari appelli a comunicare e ad informare lanciati dai tifosi.
Qualsiasi tentativo di ricostruire e analizzare la storia recente della Virtus Roma non può che ripartire proprio da quella ormai famosa conferenza stampa tenutasi al Palatiziano in un “caldo” luglio, uno dei tanti, purtroppo, della gestione Toti.

Il Presidente Claudio Toti
Quella conferenza stampa, ed in particolare quel passaggio in cui Presidente Toti affermava “…provo a fare l’A1 prima di autoretrocedermi…”, per poi fare esattamente il contrario una settimana dopo, costituisce un vero e proprio spartiacque nella storia recente della Virtus e dei suoi sostenitori. C’è un prima e un dopo quel 7 luglio, anche se in molti potranno giustamente obiettare che i prodromi di quel “dopo” erano ben visibili già da molto tempo, dal rischio sparizione del 2012 alle rinunce a giocare al PalaLottomatica la serie scudetto contro la Mens Sana Siena e a disputare l’Eurolega del 2013, solo per citare i segnali più eclatanti.
Si potrebbe discutere all’infinito, come in effetti si è fatto, sui motivi che hanno spinto l’ing. Toti a prendere una decisione così impopolare – assenza di sponsor e partner credibili, Amministrazione capitolina latitante, mancanza di certezza su campi di gioco e allenamento, città troppo distratta da calcio e da altri eventi, ecc. – o sull’influenza che altre persone possono aver esercitato in merito a tale scelta, come ad esempio Nicola Alberani, che in varie interviste non ha mai nascosto una certa soddisfazione e condivisione per la scelta operata dalla società di cui all’epoca, oltre che il GM, era il punto di riferimento fondamentale. Ma questo a Roma in troppi sembrano non saperlo o averlo dimenticato. Ma ciò che è certo, è che in tanti non hanno perdonato e forse non perdoneranno mai a Toti la richiesta di iscrizione alla Serie A2, anche e soprattutto perché avvenuta “a tradimento”. Quella dichiarazione rilasciata in diretta streaming sembrava definitivamente scongiurare il rischio di una clamorosa autoretrocessione così come la nota ufficiale del giorno successivo, in cui si comunicava di aver adempiuto, con il pagamento del “bollettino freccia”, ad uno degli atti necessari all’iscrizione al campionato di Serie A. In molti erano anche pronti ad una stagione di “lacrime e sangue” in Serie A, ma non a sprofondare dentro un incubo chiamato Serie A2 Ovest.
E forse è proprio questa la principale critica che va mossa ai diciotto anni della gestione Toti: non tanto la mancanza di risultati sportivi al cospetto dei comunque importanti investimenti fatti, non solo l’essersi spesso circondato di persone non all’altezza del ruolo o poco gradite dalla piazza (l’ultima in ordine di tempo, la nomina di Valerio Spinelli come DS), ma l’essere riuscito a fare quasi sempre scelte divisive e interpretabili come contro i propri tifosi, scelte che hanno finito per spaccare e disperdere la gente virtussina, lasciando ai pochi superstiti l’unica magra consolazione di polemizzare tra loro su questioni che poco attengono al campo da gioco.
Facendo delle ricerche su internet, come quelle svolte per ricostruire i vari passaggi di questa storia, è facile imbattersi in un vecchio blog di Francesco Carotti, l’attuale Direttore Operativo della Virtus (dal 2012 nell’organigramma societario come Responsabile della Comunicazione e Team Manager), ma all’epoca del blog giornalista sportivo nonché semplice tifoso Virtus. Fa una certa impressione rileggere a distanza di diversi anni alcuni suoi post in cui, chi oggi fa parte integrante di quella società, rivendicava le stesse identiche cose che ha poi continuato a rivendicare chi è rimasto dall’altra parte della barricata: chiarezza, comunicazione, rispetto. Segno anche questo tangibile di una società incapace di cambiare, migliorare e rinnovarsi imparando anche e soprattutto dai propri stessi errori.

Dalla pagina Facebook Virtus Roma
Una società che non è stata in grado di programmare e costruire nulla fuori dal campo nemmeno a fronte di buoni se non ottimi risultati sportivi, come negli ultimi anni di Serie A: nel 2013 la conquista di una incredibile finale scudetto in una stagione che rischiava di non vederla nemmeno ai nastri di partenza, nel 2014 il raggiungimento delle semifinali playoff e nel 2015, in una stagione travagliata sotto tanti punti di vista (dal misterioso infortunio che bloccò Kyle Gibson, alla fuga di Brandon Triche in un momento chiave della stagione) il raggiungimento delle Top 16 di Eurocup (record finale di 12W-6L senza mai perdere tra le mura del PalaTiziano).
E anche in questi tre anni di Serie A2, si è continuato a navigare a vista, lanciando ciclicamente illusori programmi triennali di risalita senza avere né le risorse né soprattutto la pazienza necessaria quando si cerchi di costruire qualcosa che abbia una scadenza più lunga del semplice arrivare vivi a fine stagione.

Il GM della Virtus Roma all’epoca Simone Giofrè da YouTube
Proprio la stagione che si sta per chiudere con l’ormai quasi matematica certezza di dover disputare i playout per non retrocedere per la seconda volta in tre stagioni di A2, è l’esempio lampante di questa incapacità. Stagione partita per l’ennesima volta con colpevole ritardo e sotto la cattiva stella della separazione dal GM Simone Giofrè (il passaggio di John Brown a Treviso – per un ingaggio pari a circa il 40% del budget della Virtus – sembrerebbe essere il motivo principale della rottura tra Toti e Giofrè), in cui si è riusciti a distruggere quanto di buono fatto in quella precedente in termini di entusiasmo e di risultati sportivi (conquista dei playoff e delle Final Eight di Coppa Italia) e che sarebbe dovuta essere di transizione in vista della successiva stagione 2018/19, quella delle annunciate tre promozioni in Serie A. Ma ancora una volta l’incapacità di programmare, di gestire i rapporti, il non rispetto dei ruoli e l’impazienza hanno avuto il sopravvento condannando squadra e tifosi all’ennesima stagione da incubo e non solo da un punto di vista sportivo.
A questa Presidenza va indubbiamente riconosciuto il merito di aver investito tanto nell’arco di diciotto anni, sia in termini economici che di passione, di non essere mai fallita, di non essere mai stata coinvolta in indagini della Procura Federale e anzi, di aver cercato di combattere un certo “sistema” e i suoi uomini simbolo (unica società insieme alla Virtus Bologna a non aver appoggiato la candidatura di Ferdinando Minucci alla Presidenza di Lega nel 2014); ma allo stesso tempo, non si può non rilevare come questi tre anni di A2 abbiano definitivamente certificato la necessità di un radicale cambio di rotta per una società che sembra stia ormai trascinandosi stancamente verso una fine indecorosa.

Fabio Corbani coach della Virtus Roma dal 2015 al 2017
Nel corso degli anni le voci relative ad un possibile passaggio di proprietà sono state tante, anche se raramente confermate o supportate da fatti concreti. Per rimanere sempre all’ultimo triennio, si è parlato ad esempio del mandato conferito da Toti ad gruppo per sondare l’interesse all’acquisto della società nel mercato cinese, di contatti con un gruppo inglese-americano che sembrava realmente interessato a rilevare la Virtus o di incontri con Francesco Vescovi e Michele Lo Nero per riprodurre a Roma un Consorzio sul modello di “Varese nel Cuore”.
A queste voci, peraltro confermate per bocca dello stesso Toti proprio nella conferenza dell’8 luglio 2015, si aggiungono quelle che più o meno nello stesso periodo (maggio 2015) riportava Andrea Barocci sulle pagine del Corriere dello Sport in merito ad una fantomatica cordata russa interessata ad un ingresso in società se non addirittura a rilevare l’intero pacchetto azionario.
Sempre nel luglio 2015 si è parlato di un tentativo di accordo con Armando Buonamici di Eurobasket per l’acquisizione del 51% delle quote della Virtus, con lo scopo di portare nei successivi tre anni nuove risorse economiche e consentire un ritorno in Serie A con un budget importante; tentativo anche questo naufragato a causa di incomprensioni su ruoli e gestione delle risorse, conclusosi poi addirittura con la rottura totale della collaborazione con Eurobasket, anche per ciò che riguarda il settore giovanile.
O ancora quelle più recenti e mai confermate, relative ad una presunta offerta per rilevare la Virtus presentata dal patron di Hsc Emilio Miele, voci che nel rimbalzare da più parti hanno visto lievitare con inevitabile aleatorietà l’entità dell’offerta (dagli iniziali 200 mila euro che circolavano nei primi rumors si è arrivati facilmente a 500 mila euro, come letto di recente su qualche social).
E arriviamo infine alle voci diffuse in queste ultime settimane da varie testate, su una possibile trattativa in atto con una società di consulenza finanziaria quotata in borsa, la Be Consulting, che sembrerebbe essere pronta ad affiancare Toti e a rilevare parte delle quote societarie, con la permanenza della Virtus in A2 come prerequisito fondamentale per il buon esito dell’operazione.
Ennesima “bufala”? Operazione che come le precedenti non andrà in porto in quanto Toti in realtà non vuole farsi da parte? Soluzione comunque poco tranquillizzante perché, come la storia fin qui raccontata dimostra, qualsiasi partnership con Toti ha vita breve?
Staremo a vedere, con una condizione imprescindibile che si spera sia messa come base per ogni trattativa, presente e futura: la garanzia della permanenza del titolo sportivo a Roma. E con una richiesta: che almeno questa volta, qualsiasi sarà l’esito della trattativa, vengano resi noti tutti i dettagli che avranno portato o ad un felice accordo o all’ennesimo nulla di fatto. Potrebbe essere anche l’occasione per riavere notizie di Paolo Ronci, il DG scelto ad inizio stagione per studiare un piano industriale di rilancio della Virtus Roma e che dopo il “caffé con la stampa” del 12 settembre 2017 è magicamente sparito, inghiottito anche lui dalla politica di “comunicazione zero” di questa società.
Quello che oggi è certo è che, indipendentemente da chi sarà il suo Presidente, se anche il prossimo anno la Virtus dovesse disputare regolarmente il campionato di Serie A2, lo farà lontano dalle mura di quella che dalla stagione 2011/12 è stata la sua casa. Con la delibera di Giunta del 28 ottobre 2016 infatti, l’Assemblea Capitolina ha approvato il progetto definitivo per i lavori di manutenzione del Palazzetto dello Sport di Viale Tiziano, per i quali è stata richiesta all’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) l’erogazione di un mutuo agevolato per l’importo complessivo dell’intervento di 1.980.000 euro che verrà concesso dall’Istituto per il Credito Sportivo (ICS).
I lavori dovranno riguardare la ristrutturazione degli spogliatoi al piano terra e al piano interrato, il rifacimento

Una fase del match dello scorso anno tra Virtus Roma e Rieti
dell’impermeabilizzazione della copertura, la tinteggiatura di tutte le superfici esterne, il ripristino, la lamatura e la laccatura del parquet del campo da gioco e opere impiantistiche varie relative sia all’impianto elettrico, che a quello di illuminazione del campo da gioco che a quello termico. La data presunta di inizio lavori è fissata a giugno 2018 e proprio in relazione all’entità delle opere in programma, è impensabile che questi possano essere conclusi in tempo per l’inizio della stagione 2018/19, anche in considerazione del fatto che ad oggi non vi è alcuna notizia in merito all’esperimento delle procedure per l’assegnazione dell’appalto da parte dell’Amministrazione.
Di alternative pronte sulla carta non ce ne sono, visto che a Roma non esistono altri impianti omologati o facilmente omologabili in base ai parametri stabiliti dalla FIP per la la Serie A2 (capienza minima di 2000 posti a sedere oltre ad una serie di prescrizioni su dotazioni varie e accessibilità), a parte il PalaLottomatica, che ha costi insostenibili, probabilmente anche per una società di Serie A (le ultime cifre note parlano di circa 700 mila euro come costo di affitto dell’impianto dell’Eur per l’intera stagione e di 20/25 mila euro come costo di affitto per la singola gara). E come purtroppo avviene in questi casi, nessuno – né la società né soprattutto l’Assessore allo Sport Daniele Frongia – si sente in dovere di fornire qualche informazione in merito ad una questione cruciale per lo sport romano, che riguarda ovviamente non solo la Virtus Roma, ma anche Eurobasket e la Junior Volley Civita Castellana, squadra militante nel campionato di Serie A2 di Pallavolo e attualmente impegnata nei playoff per la promozione in Serie A, che da questa stagione ha spostato la sua sede a Roma e disputato le gare interne nella struttura di Viale Tiziano. Viene poi da chiedersi se in una società invischiata nella lotta salvezza, che non sa se e in quale categoria giocherà la prossima stagione, che probabilmente non sa nemmeno se gli attuali dirigenti saranno al loro posto anche il prossimo anno, vi sia qualcuno che si stia occupando attivamente in merito alla questione impianto da gioco.
Appare quindi evidente, come in realtà da diversi anni a questa parte, che se anche la Virtus dovesse conquistare sul campo la permanenza in serie A2, nei prossimi mesi il fronte di guerra si sposterà lontano dai campi da gioco, tra rischio sparizione – a meno di importanti e auspicabili novità societarie – e con l’incognita di dover trasferire non si sa bene dove il proprio campo da gioco per le gare casalinghe – salvo ad oggi improbabili soluzioni alternative proposte dall’Amministrazione Capitolina. Con una certezza, in caso di ennesima Caporetto virtussina a farne le spese saranno come al solito gli ormai pochi tifosi superstiti, gli unici a cui sembri interessare ancora qualcosa del buon nome della Virtus, così malamente trattata dall’attuale Presidenza, che è stata capace negli ultimi tre anni di ridurre una gloriosa Società nello zimbello della pallacanestro italiana.
arch. Giulio Forte