Pesaro, 11 marzo 2018 – Va alla Vuelle lo scontro diretto di bassa classifica contro la Betaland, con cui i padroni di casa interrompono una striscia aperta di cinque sconfitte consecutive e si issano a quota 10 in classifica, abbandonando l’ultima posizione solitaria ed agganciando proprio i siciliani.
Per la Betaland arriva invece la decima sconfitta consecutiva in campionato e la consolazione, magra ma forse neanche troppo magra, è che la differenza canestri nello scontro diretto con i pesaresi è stata salvata e questo potrebbe pesare alquanto alla fine del campionato.
Rimane però l’amarezza per una sconfitta che, come a Torino, è maturata nei minuti finali e dopo avere condotto per lungi tratti il match, a volte con vantaggi superiori alla doppia cifra; contro la Vuelle ad un certo punto la Betaland sembrava avere il pieno controllo della partita, arrivando a +16, ma ancora una volta i ragazzi di coach di Carlo si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano, nonostante le buone prove dei nuovi arrivati Likhodey e Campani e la conferma ad ottimi livelli di Stojanovic.
Alla fine la vittoria la porta a casa in qualche modo la Vuelle, pur tirando con un complessivo 41% al tiro, ma non è che la Betaland abbia fatto tanto meglio, vanificando un eccellente primo tempo con una seconda parte di gara in cui i ragazzi di coach Di Carlo hanno segnato, compresi i cinque minuti del tempo supplementare, solo 36 punti; alla fine, in una sfida in cui le cifre si sono grosso modo equivalse, la differenza in negativo per i siciliani l’hanno fatta le 13 palle perse a fronte delle sole 3 recuperate.
La Betaland parte bene, anche perché sbaglia il primo tiro dopo 4:30 minuti ed arriva anche al +4 (7-11), approfittando della solita difesa troppo soft di Pesaro; una volta sbagliato il primo tiro, però, Capo d’Orlando non riesce più a segnare per lunghi minuti ed i padroni di casa possono approfittarne con un parziale di 11-0 con cui si portano sul 18-11.
Il digiuno per gli ospiti si interrompe a 1:42 dalla fine del primo quarto con un tiro libero di Campani, cui seguono un paio di cesti di Maynor e Likhodey che, approfittando delle consuete disattenzioni difensive di Pesaro, consentono alla Betaland di chiudere sul – 2 (18-16).
Al ritorno in campo Capo d’Orlando trova subito il vantaggio con un gioco da tre punti di Stojanovic cui risponde immediatamente Ancellotti; gli isolani però trovano la quadratura del cerchio con le triple di Likhodey, la presenza sotto canestro di Campani ma, soprattutto, le penetrazioni dello stesso Stojanovic.
La giovane guardia serba, con la sua statura, è un vero rebus per gli esterni undersize di Leka e infatti segna 11 punti nel solo secondo quarto, con cui spacca in due partita; la Vuelle infatti inizialmente sembra poter rispondere ai colpi avversari grazie ad un encomiabile Ancellotti ed alla “garra” di Bertone, ma poi affondano ancora una volta a causa di una difesa non all’altezza.
A circa 4 minuti dalla fine la Betaland è sul 29-32, con una tripla di Bertone a ricucire il disavanzo, ma poi i siciliani volano grazie al già citato Stojanovic e, con un parziale stordente di 13-2, vanno al pausa lunga sul rassicurante vantaggio di 45-31.
Il terzo quarto è quello in cui la Vuelle deve dare tutto, se vuole avere speranze di riacciuffare la vittoria, me nei primi minuti i ragazzi di Leka sprofondano addirittura sul -16 (36-52) dopo due minuti, con una tripla del solito Likhodey.
Ancora a metà tempo una tripla dell’ala russa consente alla Betaland di stare sul rassicurante 40-55, ma poi l’attacco degli ospiti si inceppa, complice una difesa avversaria che finalmente sale di livello fino ad arrivare al limite del fallo e talvolta anche oltre.
Rimane il fatto che la Betaland non segna più, sbagliando anche troppi tiri liberi, mentre la Vuelle, pur faticando ad ingranare in attacco, rimonta piano piano; prima sono Bertone e Ceron a rosicchiare qualche punto, poi arriva finalmente la tripla di Clarke che porta i suoi sul -4 (52-56) a 1:47 dalla fine, quando coach Di Carlo chiama time out.
Al ritorno in campo la Vuelle arriva fino al -2 con Omogbo, ma poi due liberi di Campani ed una tripla di Likhodey fissano il parziale sul 55-62, ma Pesaro è riuscita quanto meno a riaprire la partita e, infatti, che la Betaland non abbia più la leggerezza dei primi due quarti lo si capisce fin dal rientro in campo nell’ultima frazione.
Capo d’Orlando ci mette più di quattro minuti a trovare il primo canestro e quando lo fa, con Faust, la Vuelle aveva appena messo il muso avanti, trascinata dalla grinta di Clarke, Ceron ed Omogbo; il quarto prosegue sui binari dell’equilibrio perché, se la Betaland continua a faticare in attacco (alla fine per lei solo 8 punti), anche la Vuelle non è certo una macchina da canestri.
A 1:19 dalla fine un libero di Stojanovic fissa la parità a quota 68 e poi, dopo che il serbo aveva dato il 68-70 agli ospiti, sono Moore e Mika, con un libero a testa a fissare nuovamente la parità a quota 70 che porterà al supplementare, anche perché nell’ultimo attacco il lay up di Maynor si spegne sul ferro.
Nell’overtime la Betaland esordisce con una tripla di Atsur, cui risponde Omogbo sempre dall’arco e poi sono due liberi di Maynor a dare l’ultimo vantaggio degli ospiti; la Vuelle ha infatti il morale a mille, mentre Capo d’Orlando si rende conto di aver gettato una grande occasione e si lascia sfuggire la partita dalle mani, complice una certa stanchezza.
Dal 73-75 la Vuelle opera infatti un mini break con Moore ed Omogbo che la porta sull’80-76 a 48 secondi dalla fine e che si rivelerà decisivo; a 31 secondi dalla fine due liberi di Likhodey danno ancora speranza ai suoi ma poi è Moore a trovare i due canestri decisivi che portano Pesaro al successo, vanificando la tripla di Atsur a 11 secondi dalla fine che, a cavallo tra i due canestri della guardia di Leka, aveva fatto gelare il sangue ai tifosi di casa.
Sala Stampa
Spiro Leka
Era importante vincere la partita, pensando eventualmente alla differenza canestri se ci fosse stata la possibilità una volta arrivati nelle giuste condizioni nell’ultimo quarto. Così non è stato perché, dopo un buon primo quarto, in cui sembrava che fossimo riusciti a superare la tensione dovuta alla posta in palio, ci siamo inspiegabilmente bloccati nel secondo quarto; negli spogliatoi ci siamo guardati negli occhi, dicendoci che non potevamo continuare a fare i “ballerini” in campo e poi, al ritorno in campo, per fortuna abbiamo cominciato a lottare ed a sbucciarci le ginocchia, riuscendo finalmente a trascinare il nostro pubblico, che ringrazio per come ci è stato vicino per tutto il match. Comunque oggi per noi vincere era un dovere e si può dire che non abbiamo praticamente fatto ancora nulla, visto che la salvezza è tutta da conquistare.
Gennaro Di Carlo
“Credo che abbiamo più o meno fatto tutto noi, abbiamo creato un grosso vantaggio, ci siamo fatti riprendere, abbiamo sbagliato il tiro della vittoria alla fine dei tempi regolamentari. È chiaro che bisogna digerire bene la sconfitta, in questo momento l’unico aspetto positivo è che siamo riusciti a salvare la differenza canestri e siamo ancora avanti nello scontro diretto. Ora parte un nuovo campionato e vedremo cosa riusciremo a fare nelle ultime nove giornate. L’idea nostra stasera era quella di togliere la palla dalle mani a Clarke e Moore, ma poi Bertone e Omogbo sono stati ottime alternative che ci hanno disunito. Il basket è così, se sbagli un lay-up ci sta che poi perdi la partita. Spesso nelle lotte per non retrocedere l’aspetto emozionale condiziona tutto, il pallone pesa diversamente, questo è il bello del nostro sport, c’è chi ha esperienza e tiene botta a questo tipo di pressione e chi invece reagisce diversamente. Mi aspetto partite tutte così da qui alla fine”.
Victoria Libertas Pesaro – Betaland Capo d’Orlando 84-81
Parziali: 18-16; 13-29; 24-17; 15-8; 14-11
Progressione: 18-16; 31-45; 55-62; 70-70
Mvp: in un partita con cinque giocatori in doppia cifra che ha sparigliato le carte, come a ha giustamente riconosciuto il coach della Betaland Di Carlo, è stato Manny Omogbo, con una doppia doppia da 15 punti e 10 rimbalzi, ma soprattutto con un ¾ al tiro da tre ed un 24 di valutazione complessiva
Wvp: nonostante un buon ultimo quarto prima del tempo supplementare, non si può dire ancora una volta che Faust stia convincendo, non riuscendo ad involarsi al contropiede e denotando alcuna problematiche al tiro contro la difesa schierata, nonostante delle doti atletiche fuori dal comune
Giulio Pasolini