Napoli, 14 aprile 2024 – L’ennesimo miracolo di San Gennaro si è compiuto! Scherzi a parte, la Gevi Napoli il miracolo se l’è fatto da solo, tornando alla vittoria dopo 5 sconfitte consecutive e tenendo vivo quel sogno Playoff che sembrava ormai essersi tremendamente complicato. Dall’altra parte una Dinamo Sassari che inseguiva lo stesso sogno, ma che l’88-79 del PalaBarbuto ha bruscamente riportato alla realtà, di fatto mettendo la parola fine alle speranze di post season dei sardi.
Si spezza la maledizione della squadra di coach Igor Milicic, piombata nell’incubo dopo la clamorosa vittoria della Coppa Italia e tornata a vincere dopo oltre un mese, l’ultimo successo era stato sempre in casa contro l’allora pericolante Treviso. Quaranta giorni che hanno visto la squadra partenopea scivolare fuori dalle magiche otto, mettendo in pericolo una partecipazione ai Playoff che sembrava scontata.
Il successo di stasera le permette di agganciare l’ottavo posto di Tortona, ma con il destino nelle proprie mani, con tre scontri scontri diretti alle porte, Trento, Reggio Emilia, Scafati e che in caso di percorso netto la darebbe la certezza di non chiudere la propria stagione il 5 maggio, data dell’ultima giornata di stagione regolare.
Una vittoria convincente contro Sassari, dopo un primo tempo equilibrato, la squadra di Milicic ha dimostrato di essere viva giocando una grande ripresa, specialmente in difesa e dando grandi segnali nel pitturato. Solidissime le prove dell’americano volante Tariq Owens, 15 punti, e Tomislav Zubcic, doppia doppia sfiorata da 19 punti e 9 rimbalzi in 32′ di pura accademia, nel quale ha portato a lezione l’intera Dinamo.
Ma a deciderla è stato l’MVP di giornata Tyler Ennis, la vera mente della Gevi con una doppia doppia condita da 12 punti e 10 assist e in grado di azzannare un Banco di Sardegna che nell’ultimo periodo le ha provate tutte, c’è da dire in maniera sempre disordinata, per sovvertire le sorti di una gara ormai segnata.
Per la Dinamo Sassari il secondo scivolone consecutivo, dopo quello con Pesaro, che complica forse in maniera irreversibile la corsa per i Playoff, con il destino non più nelle mani dei sardi: chiamati a non sbagliare nelle ultime tre gare e sperare in risultati favorevoli negli altri campi, a dir poco improbabili, visto che contro tutte le dirette concorrenti avrebbe lo scontro diretto a sfavore, Napoli, Tortona e persino Trento.
Una squadra di coach Markovic che dopo il raggiungimento matematica della salvezza sembra aver spento l’interruttore delle motivazioni, in una squadra che minacciava di essere una vera mina vagante in caso di post season. Ora quel rischio sembra non essere più una possibilità all’orizzonte, per un Banco apparso svuotato nell’ultime uscite, senza più nessuna energia nervosa in corpo.
Il solo Brandon Jefferson ha dimostrato quest’oggi di crederci ancora, giocando una grande gara da 28 punti e trascinando tutto il gruppo, dimostrando, ancora una volta, di essere il leader di oggi e chissà, magari anche di domani. Oltre al play americano poco altro, con i soli Diop e Gombauld, in grado di smuovere il tabellino, rispettivamente 15 e 10 punti, nonostante i problemi portati da Owens e dalle percentuali siberiane a gioco fermo, un 13/21 che certamente è stato un fattore, specialmente per il centro senegalese che stasera ha visto le proprio percentuali scendere vertiginosamente.
In tanti hanno deluso, a cominciare da McKinnie e Charalampopoulos, 5 punti in due, da tempo con la testa già alle vacanze estive.
Un Banco di Sardegna che dopo l’addio del proprio capitano Stefano Gentile sembra aver staccato definitivamente la spina, scrivendo con un mese d’anticipo la parola fine all’ultimo capitolo della stagione 2023-24 dei biancoblu: un libro che sarà destinato a rimanere nell’angolo più remoto della libreria dei sardi, lasciato lì a prendere polvere ad imperitura memoria.
La Dinamo parte bene con un Jefferson già sugli scudi, un 8-4 in pochi minuti che scuote però Napoli. Il duo Owens-Zubcic inizia a dominare, diventando un rompicapo irrisolvibile per la difesa della squadra di Markovic.
La Gevi prende pieno possesso della gara, Sassari inizia ad avere problemi di falli, con il coach bosniaco al disperata ricerca di una scintilla da suoi, attuando rotazioni fantasiose in grado di minare la certezza dei padroni di casa, che chiudono il primo periodo avanti sul 25-21.
Napoli sembra un’altra squadra rispetto a quella dell’ultimo mese e si vede. Pullen inizia a martellare da tre, con i sardi incapaci di reagire ai colpi di una Gevi entrata in campo con maggiore cattiveria e che vola sul +9.
Nel momento più complicato Sassari ritrova le proprie certezze, Jefferson su tutti, 17 punti nel solo primo tempo, ricuce lo svantaggio e firma il break di 10-0 che ribalta la situazione. Il primo tempo, a sorpresa, si chiude con gli ospiti avanti sul 42-43.
Napoli non ci sta e torna a martellare una Dinamo troppo friabile. Un break di 8-2 firmato da un sorprendente Lever, 11 punti, che riporta i padroni di casa sul 57-51.
La gara resta comunque incerta, con i sassaresi in grado di ricucire lo svantaggio con i suoi due centri, ma è sempre la Gevi a tenere l’inerzia in mano. Ci pensa Pullen a firmare la tripla allo scadere del 66-61 con cui si chiude il terzo periodo.
Gli ospiti provano in tutti i modi a rientrare, ma se da tre la palla non entra mai e lo stesso succede a gioco fermo, allora ribaltare le sorti di questa gara diventata letteralmente impossibile. Napoli vola sul +8 a 6′ dalla sirena, è l’inizio della fine per la squadra di Markovic.
Diop, a gioco fermo, continua ad attentare allo smalto dei ferri del PalaBarbuto, mentre ci pensa Markel Brown a maltrattare l’intera struttura dall’altra parte, con la schiacciata barbara dell’81-67 che di fatto chiude la contesa. La gara si trascina stancamente verso l’88-79 conclusivo in un PalaBarbuto tornato finalmente a riassaporare il gusto dolce della vittoria.
Generazione Vincente Napoli – Dinamo Banco di Sardegna Sassari 88-79
Parziali: 25-21; 17-22; 24-18; 22-18
Progressione: 25-21; 42-43; 66-61; 88-79
Sala Stampa
Nenad Markovic
Igor Milicic
Le Pagelle
Generazione Vincente Napoli
Jacob Pullen 6: gioca a corrente alternata, incapace di accendersi definitivamente, ha però un lampo nel secondo periodo tenendo attaccata la Gevi con le sue triple da distanza siderale. Terminato il flusso magico dall’arco, torna ad essere il giocatore avulso della partenza, perdendo anche 4 palloni.
Tomislav Zubcic 7.5: se gli entrasse anche il tiro pesante (1/7) avrebbe fatto la gara perfetta. 19 punti, 9 rimbalzi in 32′ nel quale porta a spasso i vari Charalampopoulos e Treier. Quando Napoli si inceppa tocca a lui risvegliarla, facendola ripartire come faceva Fonzie in Happy Days quando il jukebox si bloccava. Implacabile.
Tyler Ennis 7.5: se Zubcic è il braccio, lui è la mente. Prende le redini della gara dal primo minuto, smazzando 7 assist già nel primo tempo. Nella ripresa si mette in proprio ed è un discreto andare, confezionando una doppia doppia da 12 punti, 10 assist e 24 di valutazione. MVP della gara.
Giovanni De Nicolao 6.5: nel primo tempo resta a guardare i compagni dalla panca. Milicic decide di sguinzagliarlo per mordere i polpacci di Jerrerson e lui esegue il compito alla grande. L’americano, 17 punti fino a quel momento, si innervosisce, perdendo lucidità e non vedendo praticamente mai il fondo della retina. Ne è un caso se il playmaker dei sardi torna a fatturare solamente dopo il quinto fallo del buon De Nicolao.
Tariq Owens 7.5: dopo appena 2 secondi della gara decolla l’Air Force Owens per schiacciare i primi punti dell’incontro, mettendo fin da subito le cose in chiaro ed intimidendo tutta Sassari. La sua verticalità mette in grande crisi sia il timido Gombauld che il volitivo Diop, uno che raramente si tira indietro. I lunghi avversari tornano a respirare solamente quando l’ex Varese viene richiamato a sedersi, ma quando si alza per la Dinamo son dolori. Chiude con 15 punti, 7 rimbalzi e persino 2 assist.
Markel Brown 5.5: i problemi di falli lo limitano fin dal primo periodo e quando rientra sul parquet non è il solito Brown. Appena 7 punti e 5 rimbalzi, ma per Napoli alla fine va bene lo stesso.
Michal Sokolowski 6.5: come altri suoi compagni la serata dai 6 e 75 è magra (1/5), ma lui gioca comunque una gara granitica. In difesa annulla sia McKinnie, di certo non un lavoro impossibile, che Charalampopoulos, mettendo a referto 5 rimbalzi, 13 punti e 5 falli subiti.
Alessandro Lever 7: sfiora ancora una volta il suo massimo stagionale, mettendo a segno 11 punti. Ma più che i punti a sorprendere è la sua grande presenza in area, dando la costante percezione che possa far male alla difesa sassarese ad ogni possesso, specialmente una volta messa palla per terra.
Andrea Mabor Dut Biar s.v.: appena 120” sul finire del terzo periodo, nel quale però dimostra grande presenza nel pitturato.
Michele Ebeling s.v.: anche per lui pochi istanti, nei quali però non riesce a lasciare il segno.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 5.5: non riesce a dirigere il gioco così bene come aveva fatto nell’ultimo mese, mostrando anche un certa insofferenza. Sbaglia, sorprendentemente, i suoi classici tiri dalla media in arresto tiro, che certamente gli tolgono qualche certezza. Da tre è uno dei pochi in grado di metterla, chiudendo con 6 punti, 7 rimbalzi e 7 assist.
Kaspar Treier 5: tolto definitivamente dalla naftalina, dopo mesi a sventolare asciugamani. Non gioca neanche male, mettendoci anche quella grinta, in difesa e a rimbalzo, che molto spesso teneva così ben nascosta dentro di lui. In attacco però non segna veramente mai, deve trovarsi da solo sotto il ferro per poter mettere punti a referto, come nel lancio baseball di Cappelletti che lo premia. Una tassa da pagare che probabilmente la Dinamo non vorrà pagare anche l’anno prossimo.
Breein Tyree 5: Napoli lo tiene a bada in maniera egregia, ma anche lui ci mette del suo, sbagliando una vagonata di tiri aperti. Un 3/10 dal campo che gli toglie completamente fiducia, anche se ha il merito di non deragliare come spesso gli capitava ad inizio stagione.
Filip Kruslin 5: spezza magicamente l’incantesimo che gli impediva di segnare dall’arco, due triple che certamente lo rinvigoriranno, ma è ancora anni luce dal Kruslin che trascinava la Dinamo verso i playoff 2023.
Ousmane Diop 6.5: la voglia non gli manca, come sempre. Gioca una gara concreta, nonostante un Owens in grado di oscurargli spesso la vallata e di metterlo in difficoltà dall’altra parte con i suoi classici short roll. Chiuderà con 15 punti e 6 rimbalzi, 4 dei quali offensivi, ma il 5/11 ai liberi è una macchia troppo grande nella sua gara.
Stephane Gombauld 5.5: è in grado di andare in doppia cifra, con 10 punti segnati e 6 rimbalzi, ma Owens per lunghi tratti diventa un rebus troppo complicato per lui, nonostante abbia le caratteristiche per reggere il confronto. Nella ripresa prende le misura e raddrizza la sua gara, ma è troppo tardi.
Alfonzo McKinnie 5: 4 punti in appena 11′, nei quali si autoesclude ricadendo nei soliti errori, quei problemi di falli che spesso hanno minato le sue gare. Una volta rientrato sul parquet non è riuscito a dare il proprio apporto neanche in difesa, soffrendo persino un Lever non così appariscente, ma tremendamente efficace.
Brandon Jefferson 7: è il mattatore del primo tempo, nel quale realizza 17 suoi 28 punti finali. Napoli le prova tutte per arginare lo suo strapotere e alla fine la trova nella ripresa, mettendo sulle sue tracce un De Nicolao in grado di bloccarlo e farlo innervosire. Il play americano si prenderà una pausa, che sarà determinante, perché è proprio lì che la Gevi piazzerà il break decisivo. Nel finale torna a carburare, ma sarà ormai troppo tardi, dimostrando però una discreta forma fisica dopo aver giocato per 39 minuti e finendo la gara in crescendo.
Vasilis Charalampopoulos 4: sbaglia, come sempre oramai, tiri aperti che gli tolgono quella poca fiducia che ha, poi Zubicic fa il resto, annientandolo su ogni asse del parquet, chiudendo con un solo punto a referto. Ufficialmente una scommessa persa per la Dinamo, in una stagione per il greco con più ombre che luci.