Nello scontro fra le due compagini italiane di Eurolega la Segafredo Virtus Bologna ha ragione di una EA7 Olimpia Milano giunta a Bologna orfana di Shields, Tonut e Poythress.
Inizio di gara con il reparto guardie rivoluzionato da coach Banchi che lascia Belinelli e Cordinier in panchina per promuovere in quintetto Lundberg e Abass, e l’inizio gara dei bianconeri di casa pare dargli ragione.
Per Milano è il solito Napier di questo periodo, reduce dal buzzer beater contro il Partizan, a menare le danze, ma la fisicità di Awudu ha permesso ai padroni di casa di cambiare su ogni blocco e di vincere, fin da subito, la battaglia a rimbalzo con Lundberg a fare il terminale offensivo.
Nel secondo quarto c’è probabilmente la svolta della gara: il proverbio recita “non svegliare il can che dorme“, ma, evidentemente, in Montenegro non lo conoscono, e Mirotic pensa bene di spintonare Marco Belinelli dopo un normalissimo contatto di gioco.
Il capitano bolognese, che già aveva fatto vedere di essere pienamente in partita, mette 5 punti in un amen e porta i virtussini al massimo vantaggio sul +16 e questo cuscinetto si rivelerà decisivo a fine gara.
Il terzo quarto, che normalmente è quello più difficile per la Virtus Bologna vede l’Olimpia Milano esprimere il massimo sforzo difensivo, ed i padroni di casa cominciano a trovare difficoltà nel girare il pallone come nel primo tempo.
Fra falli in attacco, falli tecnici e decisioni infelici la Virtus perde ben 8 palloni, ma l’Olimpia non riesce ad approfittarne e, grazie anche alle percentuali da fuori i bolognesi riescono a mantenere il vantaggio.
Nell’ ultimo parziale risale in cattedra Napier, che pian piano fa uscire per falli prima Cordinier e poi Pajola, ma lo sforzo produce al massimo un -6, dato che i biancorossi non riescono a sigillare la propria area, ed i rimbalzi offensivi petroniani producono spesso bombe piedi per terra che Hackett manda a bersaglio.
Le schermaglie tattiche con Messina che schiera il quintettone con Mirotic da 3 e Banchi che risponde abbassando la squadra inserendo Abass da n°4 è un’altra partita all’interno della partita, ed alla fine avrà ragione il coach grossetano festeggia la vittoria mentre Lundberg manda i titoli di coda segnando gli ultimi 5 punti virtussini.
Dopo lo sforzo di venerdì, e l’assenza di Shields, si sapeva che per l’ Olimpia sarebbe stata una gara in salita, considerando anche le 24 ore di riposo in meno, e la risposta è stata positiva, ma non abbastanza. L’atipicità dei lunghi meneghini può essere un rebus difensivo per gli avversari, ma ti espone a rimbalzo in maniera perniciosa, e questa sera se ne è avuta la riprova.
Serata soddisfacente per la Segafredo Virtus Bologna, che sistema lo scontro diretto e rimane sola al secondo posto, ma alcune cose devono essere ancora sistemate: dopo lo sciagurato terzo quarto del Pireo, anche questa sera il rientro dagli spogliatoi non è stato dei più semplici, l’altro numero di palle perse sembra diventata una pericolosissima costante.
Altre posizioni da attenzionare sono quelle di Shengelia, ancora lontano dalla sua forma migliore, ma soprattutto quella di Cordinier, che sembra entrato in una buca dalla quale sembra difficilissimo uscire, ed il ragazzo sembra patirlo molto visto il nervosismo mostrato anche a fine gara quando, insieme a Pajola, è andato vis a vis con la terna arbitrale.
Highlights
Sala Stampa
Virtus Segafredo Bologna vs EA7 Emporio Armani Milano 84-75
Parziali: 24-19; 23-18; 17-17; 20-21
Pagelle
Iffe Lundberg7+: comincia e finisce la partita da leader, prova di grande maturità della guardia danese che regala anche 5 assist ai compagni, e pensare che era stato messo fuori squadra.
Marco Belinelli 8: non smette mai di stupire questo giovincello di 38 anni, se poi lo si provoca pure…
Alessandro Pajola 5,5: non riesce a trovare il ritmo gara, anche perché limitato dai falli, ed è in un periodo abbastanza sfortunato visto che anche stasera, dopo il fischio surreale del Pireo, gli viene fischiato un secondo fallo che ha del fumettistico, visto che era nell’impossibilità fisica di commetterlo, avranno pensato fosse Reed Richards.
Bruno Mascolo s.v.: un minutino striminzito a fine secondo quarto.
Tornike Shengelia 6+: in evidente difficoltà fisica, trova la sua personalissima kriptonite nel solito Melli, salva serata coi rimbalzi e con la buona mano dall’arco.
Danielk Hackett 7: decisivo quando Milano prova a riavvicinarsi e lui la ricaccia indietro con due bombe consecutive, non sarà stato scintillante come altre volte, ma Daniel ha sicuramente gli attributi.
Jordan Mickey 5,5: credo sia l’unico giocatore al mondo che tutte le volte che deve tirare allo scadere, sia di partita, che di quarto, che di 24 secondi, abbia la sinistra abitudine di non toccare mai neanche il ferro. Mostra le solite movenze offensive, alle solite amnesie e disattenzioni.
Achille Polonara 7: partita da mr. utilità. Prende 5 rimbalzi, ma soprattutto regala 4 assist con metri di spazio ai compagni, un grande Pupazzo.
Ante Zizic n.e. non tocca il campo, ma vista l’atipicità dei lunghi avversari è una scelta che si può comprendere.
Bryant Dunston 6,5: non si vede, ma si sente, eccome se si sente, è sempre al posto giusto nel momento giusto, vede il gioco come pochi altri.
Awudu Abass 7,5: parte in quintetto e si fa trovare subito pronto, ha mano e fisicità per cambiare su chiunque, partita molto interessante.
Isaia Cordinier 5: è in crisi, si vede, e diventa più nervoso del solito come testimonia la reazione ad inizio terzo quarto.
Maodo Lo 5,5: se non segna è un problema, anche stasera trova difficoltà nel contenere gli esterni avversari, soprattutto in uscita dai blocchi, le percentuali roboanti di Bologna lo testimoniano.
Giordano Bortolani 5,5: gioca poco, vero, ma, imho, quando è in campo deve prendersi delle iniziative, rimanere solo a fare la sponda non serve né alla squadra, né a lui.
Stefano Tonut n.e.
Nicolò Melli 10: come già detto, io tengo famiglia.
Shabazz Napier 8: alla sua miglior partita contro la Virtus, segna coinvolge i compagni e se Milano riesce ad essere ancora in partita nel quarto quarto è solo merito suo.
Giampaolo Ricci 6+: schierato quasi sempre da n°3 fa quello che sa fare meglio, il lavoro sporco, e mettere pressione a rimbalzo, inoltre segna un paio di canestri non banali, utile.
Diego Flaccadori 5: partita senza né arte, né parte, prova, prova, ma senza costrutto.
Devon Hall 5: non ripete la grande prova contro il Partizan. Inizia benino, ma poi non trova più il canestro, ed anche lui si fa uccellare da Belinelli più volte.
Guglielmo Caruso 6: gioca pochi minuti, ma si rende utile, è entrato bene.
Nikola Mirotic 6+: la classe è tutta lì da vedere, quando tira dà l’impressione che l’esito del tiro non dipenda dalla difesa altrui, ma non è un fighter né mai lo sarà, dopo lo screzio con Belinelli passa a sedere tutto il secondo parziale, quando rientra segna, è vero, ma nel finale, con la gara quasi riaperta, fa fallo in attacco e sbaglia un appoggio.
Kyle Hines 5: undici minuti abbastanza incolori, non si nota, neanche in difesa.
Johannes Voigtmann 7: nonostante un appoggio in contropiede sbagliato, è un’arma tattica importante, è l’unico che va a rimbalzo offensivo con costrutto e dà molto fastidio alla difesa bolognese.