Quarantotto ore esatte dopo l’inizio della partita vinta contro l’Olympiacos ecco l’Olimpia che torna in campo, questa volta a Madrid, per sfidare i campioni d’Europa in carica.
Nel primo tempo, sfruttando anche il classico lassismo difensivo madrinista di questo periodo dell’anno, Milano ha potuto far vedere buoni brani di pallacanestro costruendo situazioni congeniali ai suoi giocatori senza chiedere troppo alle sue stelle.
Deve anche recriminare per parecchie situazioni in cui non ha concretizzato in punti che le avrebbero permesso di andare all’intervallo con un gruzzolo di punti di vantaggio. Andarci sul punteggio di parità, dopo quanto prodotto nei primi 20 minuti, è stata l’anticamera della susseguente sconfitta.
Nel terzo quarto l’Olimpia ha retto ancora decentemente ma è inesorabilmente crollata nell’ultimo quarto finendo con uno scarto che non rispecchia del tutto l’andamento della partita.
Ma, a mio avviso, rispecchia i valori in campo, perché se giocassero 100 volte son abbastanza convinto che la maggior parte delle partite finirebbero come questa. Con equilibrio finché gli spagnoli gestiscono, una mattanza appena aumentano intensità e velocità.
Stasera si è capito che la distanza tra i Campioni d’Italia e quelli d’Europa (e le squadre di quel livello) c’è ed è piuttosto ampia ma che i valori in primavera possono anche mutare. Sia per il lavoro che lo staff farà, sulla chimica, la coesione, la tattica ma anche perché sono piuttosto convinto che una delle squadre che si rivolgerà al mercato invernale sarà l’Olimpia.
E non per prendere un comprimario o per puntellare qualche reparto, ma per andare a prendere una delle architravi della squadra. Questo a prescindere dal rendimento di Pangos, certamente in salita nelle ultime uscite.
Credo e spero che Messina si sia accorto che manchi l’esterno guida della squadra, sia tecnico sia di personalità.
Quello che è stato Napier con tutti i suoi difetti difensivi, quello che Pangos non è e non può essere. Quello che poteva essere Nunn e quello che potrebbe essere un giocatore simile all’ex Miami Heat su cui non si è affondato il colpo per la scarsa fiducia nella tenuta del suo ginocchio.
Perché il suo profilo potrebbe essere la casella mancante nello scacchiere messiniano anche se non play puro. Ma ad oggi bisogna arrangiarsi con chi c’è, Pangos e Flaccadori che tutto sommato singolarmente non hanno giocato così male, è che alla squadra serve altro.
Anche nei lunghi servirebbe qualcosina: contro il reparto lunghi più fisico d’Europa Kamagate ed Hines hanno sommato 6 minuti di gioco in due.
Come può essere? Io credo che la soluzione migliore sarebbe investire su un lungo più esperto del francese e più fresco di Sir Kyle, l’ideale sarebbe fondere i due ma ovviamente non si può
Kamagate io lo farei giocare esclusivamente in LBA, deve ancora costruirsi il ragazzo, avere l’abitudine a giocare, a stare in campo per trovare posizionamenti, per provare movimenti, per accumulare esperienza e non fare tutti quegli errori da pollo che fa oggi.
Non mi dite che avrebbe dovuto giocare 20 minuti stasera, perché sulle alzate di Campazzo e del Chacho non ci sarebbe arrivato nemmeno lui.
Apro una parentesi: sono rimasto esterrefatto dalla quantità di alzate per facili schiacciate o appoggi che la difesa milanese ha concesso, nei momenti topici del match tra l’altro. Ma il mio stupore è continuato a salire nel non vedere nessun tipo di aggiustamento da parte del coaching staff.
Io banalmente mi sarei messo a zona per tagliare la testa al toro, e per cercare di rompere il ritmo al Real, ma mi sarei aspettato quantomeno un cambio di atteggiamento sul pick and roll centrale.
Messina preferisce subire schiacciate al volo in serie piuttosto che scommettere sulle percentuali al tiro come ha detto il buon Teo Soragna (che per la verità ha aggiunto, va bene 1 o 2 ma troppe no….) in telecronaca? Se è stato così, scelta sbagliatissima e non da grande allenatore. Chiudo la parentesi.
Comunque sia Shields e Mirotic sono sempre un pò troppo soli nel creare pericoli per gli avversari. Nel quintettone con l’ex Barca da 3 anche Voigtmann e Melli devono dire la loro. Se il primo nonostante qualche tiro passato di troppo non ha demeritato, una partita così scialba da parte del capitano milanese faccio fatica a ricordarla.
Vero è che è tornato dai Mondiali il 12 settembre ed il 23 si era già in campo per la Supercoppa quindi la condizione l’è quel che l’è, ma da Nik ci si aspettava un approccio diverso. Deve capire che in attacco non può sempre fare la sponda, deve anche attaccare specie se è marcato da un Tavares più lento di lui
Mi sto concentrando sulle note negative ma ce ne sono anche di positive: un buon Devon Hall ad esempio che pian piano sta tornando quello di due anni fa anche se la strada è ancora lunga ma per fortuna la versione dello scorso anno pare un ricordo lontano
Poi comunque Milano è rimasta in partita per 30 minuti abbastanza bene e ciò deve dare fiducia per il futuro. Quello prossimo si chiama Tortona in campionato e Berlino in Eurolega. Due vittorie possibili e quasi obbligatorie, con o senza play, Pangos o non Pangos, arbitri o non arbitri
DIAMO I NUMERI
7.657 – gli spettatori al Wizink Center. Calcolando per comodità un 157 italiani o tifosi Olimpia in genere abbiamo 7.500 voci urlanti contro gli arbitri per decisioni sacrosante. Ora io dico: ma da che pulpito arriva la predica sonora? Hanno in squadra almeno 4-5 simulatori pazzeschi che lo fanno da lustri, sono protetti dall’alto da quando è stata fondata la Spagna, alle volte hanno proprio rubato la partita (proprio a Milano, ricordo una volta la retina che sputò non si sa come il tiro decisivo, non ricordo se di Premier o D’Antoni nel 1986 o giù di lì…). Come se Totò Riina dicesse al giudice che Mattarella è mafioso.
5 – il voto che do personalmente alla zona sulle rimesse che poi diventa uomo. A me è parsa una difesa che ha lasciato parecchi tiri aperti al Real e a Llull in particolare che non si è fatto certo pregare per metterli. Diciamo che è da rivedere…E come ho scritto sopra io avrei fatto il contrario, sarei partito a uomo per poi saltare a zona. Il basket è bello per questo, si possono avere opinioni differenti su tante cose, ovvio che la mia tesi non avrà mai la controprova ma purtroppo abbiamo avuto la prova che quella del coach non ha funzionato…
21 – la percentuale al tiro da 3 di Milano. Con una statistica simile a Madrid non vinci mai, la mancanza di Lo e Baron si sente proprio qua. Lascia perplessi anche il numero di tentativi, per me piuttosto basso: guardando la partita ho notato come tante volte anche una volta preso vantaggio si esagera con l’extra pass mentre invece ci dovrebbe essere più decisione da parte dei vari Voigtmann, Melli, Tonut, e Flaccadori nel prendersi il tiro da fuori senza continuamente attaccare il close out in maniera sterile.
4 – i punti, e mi verrebbe da dire anche il voto, di Poythress, alla sua seconda partita non esattamente positiva. Messina lo sta usando da 5 puro, cosa che non mi trova particolarmente d’accordo specie se l’avversario è Tavares o Poirier (o Milutinov due giorni fa). Ovvio che vada sotto fisicamente, e poi faccia fatica a fare le sue cose. Diamogli tempo e usiamolo meglio, specie in difesa, senza fargli perdere fiducia in attacco nel suo tiro e incitandolo a volte a giocarsi l’uno contro uno come ha fatto egregiamente solo in una occasione stasera.
10 – gli assist di Campazzo, in soli 19 minuti. Detto che l’argentino è tornato più forte dal giro che ha fatto tra NBA, Stella Rossa in mezzo alle polemiche, la difesa sui suoi pick and roll è stata quantomeno rivedibile. Poi ovvio che se mette anche le triple diventa difficile contenerlo ma ne ha tirate due con metri di spazio e tanti secondi per prendere la mira…Assolutamente un aspetto da migliorare. Poi, 10 sono anche i tecnici che avrebbe meritato a fronte di altrettante proteste plateali come sorrisi di scherno ad esempio….
SALA STAMPA
ETTORE MESSINA
Bravi loro. Hanno giocato una partita completa. Noi abbiamo fatto molto bene nella prima parte ma non abbiamo avuto l’energia fisica e mentale per mantenere quel livello di rendimento.
Alla fine del terzo quarto siamo tornati a meno sei ed eravamo in partita ma la sensazione è che stessimo giocando la partita che volevano loro mentre nel primo tempo era stato il contrario e solo i grandi canestri di Llull hanno permesso al Real Madrid di chiudere alla pari.
Nel finale del primo tempo abbiamo certamente commesso alcuni errori che abbiamo pagato a caro prezzo, ma penso che il momento decisivo della partita sia stato all’inizio del terzo quarto.
Li è quando loro hanno imposto la loro partita. Comunque mi tengo il ne primo tempo e la consapevolezza di dove dobbiamo lavorare. Loro in questo momento sono una squadra che gioca con incredibile fiducia.
Sono consapevoli della loro forza e giocano con la convinzione di chi sa che vincerà la gara. Questo abbinato al talento che hanno e il roster che hanno, praticamente possono cambiare chiunque senza risentirne, diventa una combinazione tremenda da arginare”.
Cristiano Garbin