di Michele Longo (Vox&One podcast)
Brindisi, 15 ottobre 2023. Dopo la terza sconfitta (su tre) in campionato, la quarta consecutiva contando la finale del Qualification Round di Champions League contro Cholet, in casa Brindisi è il momento delle riflessioni. La sconfitta per 81-68 contro Pesaro è stata disarmante, tanto che il presidente Nando Marino ha abbandonato il suo posto alla fine del terzo quarto, la squadra è sembrata spenta, senza idee e totalmente in balìa di un avversario che è stato in controllo sin dal primo quarto pur senza fare nulla di spettacolare.
Se la sconfitta di Reggio Emilia è stata imputata alla stanchezza e quella contro Derthona alla sfortuna, il pesante KO contro Pesaro non ha scusanti. Neanche gli infortuni che hanno falcidiato il roster, costretto ad allenarsi in 6 per buona parte della settimana e le assenze di Senglin e Sneed possono giustificare l’atteggiamento messo in campo al PalaPentassuglia. Sotto di 16 punti già nel primo quarto, la squadra non ha mai dato segni di ripresa per tutto il corso dei 40 minuti. Ogni volta che provava un timido rientro (anche fino al -4) è sempre bastato un timeout di coach Buscaglia per ricacciare indietro Brindisi, senza neanche troppi patemi.
Definire traballante la posizione di coach Corbani è un eufemismo anzi, la sensazione è che la società sia già al lavoro per trovare un sostituto. I rumors parlano di un sondaggio con Walter De Raffaele, già accostato alla panchina Happy Casa nel corso dell’estate, ma il roster non sembra esattamente nelle sue corde. In caso di rifiuto è probabile che si vada su qualche altro nome meno altisonante, ma magari più efficace con i giocatori che dovrà allenare. Il mercato però offre poco a parte Andrea Diana, che però è ancora sotto contratto con la Virtus, e nomi che scaldano poco come Sodini o Dalmonte. Ci sarebbe anche Casalone, ma è difficile che in questo momento la dirigenza brindisina voglia affidarsi a un’altra scommessa, discorso valido anche in caso di nomina di un coach estero magari segnalato dal DS Leo DeRycke. Cosa fare lo deciderà il presidente Marino, ma è importante sottolineare che Corbani non ha mai avuto la squadra al completo a disposizione, viene da un tour de force di partite pesanti che le gambe non riescono a smaltire e a causa di infortuni e malanni è costretto a organizzare allenamenti con pochi effettivi. Il coach milanese potrebbe avere un’altra opportunità anche per questo motivo.
Fatto sta che il tempo stringe. Mercoledì la Happy Casa Brindisi sarà in campo contro il Saragozza per la prima giornata di Europe Cup, poi volerà a Napoli, per poi affrontare un nuova settimana con intermezzo europeo che si chiuderà con l’importantissima sfida salvezza contro Pistoia.
Ma perché Fabio Corbani è in discussione dopo sole tre giornate? I motivi sono diversi e spesso concatenati tra di loro, proviamo ad analizzarli singolarmente:
L’ASSENZA DI GIOCO: Brindisi è stata costruita per giocare un basket veloce, fatte di transizioni feroci e tiro dall’arco a volontà. Corbani è un coach che predica una pallacanestro champagne, votata all’attacco e seguendo la ferrea regola dei 7 seconds or less. Bene, di questo basket finora non se ne è vista nemmeno l’ombra. In tre partite la squadra non ha mai raggiunto i 70 punti, tirando con percentuali pessime sia da due che da tre punti. L’attacco è stagnante, non c’è l’ombra di un taglio senza palla, un movimento backdoor, un qualcosa che porti a creare vantaggio. Ci si affida solo ed esclusivamente ad iniziative personali e pick’n roll centrali che funzionano al massimo per qualche azione, come contro Pesaro, e poi vengono facilmente letti dalle difese avversarie. La difesa è forse anche peggio, con continui cambi che i giocatori sembrano non capire e non riescono ad applicare come probabilmente coach Corbani chiede. Ergo la squadra non segue il coach
LA MANCANZA DI MORDENTE: Anche in questo caso le attenuanti c’erano tutte. Senglin e Sneed fuori, JaJuan Johnson con noi muscolari già da due settimane, un’influenza che ha falcidiato tutta la squadra, tanto che fino a mercoledì Brindisi si è allenata in 6. Come però nel caso di Reggio Emilia non sembrano queste le vere cause di prestazioni tanto scialbe. Se Brindisi avesse perso entrambe le partite sulla distanza, combattendo, allora si che si sarebbe potuto imputare il tutto alle assenze o alla stanchezza. Brindisi però aveva giù perso entrambe le partite dalla metà del primo quarto. Anche contro Pesaro la squadra non si è presentata in campo, ha preso subito un break importante e decisivo e poi ha semplicemente provato a stare a galla contro degli avversari che gestivano la partita. Non si è mai giocato al ritmo voluto da Corbani, i giocatori vagano senza meta per il campo, non si è mai avuta l’impressione di una squadra unita che provasse almeno a lottare. Anche in questo caso si ha la sensazione che i giocatori entrino in campo senza energia, senza un piano partita adeguato, senza sapere cosa fare e incapaci di reagire ai giochi offensivi avversari.
IL ROSTER: Voluto e fatto su misura per Corbani, il roster sta dimostrando lacune importanti. L’assenza di un play o di qualcuno che sappia gestire i ritmi, così come l’assenza di un lungo vero e proprio. Johnson è totalmente fuori forma a causa degli infortuni, è sulle gambe dopo sole tre partite e il suo apporto in fase offensiva e difensiva è nullo. L’area di Brindisi è un succulento banchetto per i lunghi avversari che si cibano a volontà di rimbalzi offensivi e canestri facili. Mitchell (0/6 da tre contro Pesaro) non sembra adeguato per la serie A, Laszewski non sfigura, ma non gli si possono chiedere troppe responsabilità, Laquintana e Lombardi due oggetti misteriosi. Il solo Morris che tira la carretta e due ottimi Bayehe e Riismaa non possono bastare per salvarsi. Probabilmente, con un nuovo coach, Brindisi dovrà ricorrere pesantemente sul mercato e non è detto che il budget, tra i più bassi della Serie A, lo permetta. C’è sicuramente da dire che l’assenza di Sneed è devastante per questo gruppo, poiché unico elemento davvero fisico del roster e ottimo difensore che aiuterebbe non poco su certi cambi e sui rimbalzi.
Insomma Corbani sembra molto vicino all’esonero, ma non è detto che la società non decida di rinnovargli la fiducia almeno per le prossime due partite, sperando che il rientro di qualche infortunato possa nuova linfa all’ambiente. C’è anche da dire che sarebbe curioso vedere come una squadra, che già dimostra di seguire poco le idee del suo coach, reagirà a queste voci. Di certo si può dire che la scommessa fatta da Nando Marino durante l’estate, ovvero non rinnovare il contratto di coach Vitucci e affidarsi al suo vice, al momento non si sta rivelando vincente.