Di Michele Longo, Vox&One Podcast
Casale Monferrato, 8 ottobre 2023. Derthona ce l’ha messa davvero tutta per perdere questa partita, ma per sua fortuna dall’altra parte c’era una squadra senza un play capace di leggere situazioni davvero basilari. Finisce 69-68 quella che è stata una brutta partita, con tanti errori e tra due squadre in costruzione che ancora faticano a entrare nei meccanismi e negli schemi ordinati dai rispettivi allenatori.
La partita, sempre in equilibrio si è decisa solo negli ultimi secondi, degni più di un film horror che di una partita di basket. Prima Brindisi con la palla del sorpasso letteralmente buttata alle ortiche da Senglin che preferisce prendersi un quantomeno discutibile tiro in avvitamento, invece che sfruttare il cambio difensivo e cercare di ottenere un fallo con Derthona in bonus. Fallo istantaneo e due tiri liberi per Dowe che fa 0/2 e regala l’ennesima possibilità a Brindisi. Non c’è però nulla da fare. Ancora una volta Senglin pasticcia sul consegnato di Johnson e non riesce neanche ad arrivare al tiro. Vince Derthona e lo fa anche con merito perché ha mostrato più lucidità in alcuni momenti topici del match. Brindisi invece, al di là delle parole di Corbani, “Siamo tornati vincenti nell’atteggiamento”, ha lacune molto importanti in cabina di regia e fatica a leggere i mismatch più semplici. Non un buon segnale in vista del campionato più combattuto degli ultimi anni.
QUI DERTHONA: La squadra non gira ancora come Ramondino vorrebbe e vince più per la pochezza di Brindisi che per trame di gioco ben costruite. Nel primo tempo ha letteralmente dominato a rimbalzo (12 offensivi e 26), ma non è riuscita a capitalizzare i tanti regali della difesa brindisina. Dopo lo 0/19 dall’arco contro Venezia, le percentuali da tre sono leggermente migliorate (6/19 con il 31,6%), ma comunque la palla non gira come Ramondino vorrebbe e, se da una parte la difesa mostra già degli ottimi segnali, dall’altra Dowe ancora fa tanta fatica in regia, tanto che le cose migliori si sono viste con Baldasso da play, ma sembra piano piano trovare la verve realizzativa. Il cambio sistematico sul Pick’n roll centrale è andato molto bene contro Senglin, ma molto meno contro Morris che ha più volte battuto Radosevic. L’impressione è che vedremo la vera Derthona solo quando Weems e Dowe entreranno in pieno nello schema Ramondino.
QUI BRINDISI: Il risultato non inganni, perché rispetto alla disfatta contro Reggio Emilia i miglioramenti sono stati pochi. Quando il tuo avversario tira con il 32% da due e il 31% da tre e perdi, vuol dire che hai giocato davvero male. Certo anche questa volta l’infermeria con ha aiutato con Riismaa acciaccato e Johnson claudicante sin dal secondo quarto, ma la pochezza offensiva di una squadra che dovrebbe essere votata all’attacco è esemplificativa del lavoro che Corbani ha davanti. La palla si muove poco e male, i movimenti senza palla sono basilari e facilmente letti dalla difesa avversaria, non c’è nulla che non sia legato a iniziative personali o a un pick ‘n roll agevolato da qualche cambio difensivo.
La squadra non ha un play, Senglin non legge situazioni davvero amatoriali e molto spesso le redini dell’attacco sono state prese da Morris che però dovrebbe fare altro. Inoltre, la squadra non sembra assolutamente in grado di reggere il doppio impegno settimanale, tanto che alla fine sia Morris che Johnson erano evidentemente sulle gambe. Insomma, tutti segnali preoccupanti per una squadra che dal 18 ottobre, quando inizierà la FIBA Europe Cup, affronterà per 6 settimane tre partite a settimana. La verità è che oggi Brindisi è restata in partita solo perché Derthona è lontana parente di quella dell’anno scorso ed è ancora in pieno work in progress e quando non si sfruttano queste occasioni poi si rischia di doverle rimpiangere quando i punti saranno più pesanti.
LE PAGELLE:
BERTRAM DERTHONA TORTONA
Chris Dowe 6,5: 15 punti e 6 assist, ma sembra ancora un po’ arrugginito. Lo 0/2 a 5’’ dalla fine che rischia di regalare la partita a Brindisi è un errore grave, che per sua fortuna viene perdonato. Vive ancora di isolamenti e fatica a mettere in ritmo i compagni, ma rispetto a quanto visto in Supercoppa i miglioramenti sono chiari ed evidenti
Retin Obasohan 6,5: In difesa è un mastino, ma incide poco in attacco. Brindisi lo battezza dall’arco e contro di lui decide di passare dietro ogni blocco costringendolo a cercare la penetrazione. È sicuramente il giocatore più pronto di Derthona e probabilmente, tra i nuovi, il più adatto al tipo di gioco voluto da coach Ramondino.
Kyle Weems 6: Senza infamia e senza lode. Molto bene in difesa, soprattutto in post nei mismatch, meno in attacco con errori da sotto anche abbastanza banali. Paga probabilmente i pochi minuti che gli sono stati concessi lo scorso anno e fatica a mantenere costanza per tutta la partita.
Mike Daum 7: Risponde colpo su colpo alle triple di Brindisi che in alcuni momenti fanno vacillare le certezze di Derthona. Quando ha avuto spazio dall’arco ha sempre fatto male e, alla fine, il suo compito è anche quello.
TaShawn Thomas 5: Diciamo che è quello che sembra più in difficoltà al momento. Zero punti e zero impatto sia in attacco che in difesa. Al momento vero e proprio oggetto misterioso.
Tommaso Baldasso 7: In difesa magari potrà anche soffrire, ma è l’unico che dà ritmo e velocità all’attacco di Ramondino. Le percentuali non sono eccelse, ma tutti i suoi canestri del secondo tempo sono stati decisivi.
Leonardo Candi 5: Litiga con il canestro per larghi tratti e mette l’unica tripla solo grazie alla difesa di Brindisi e ai doppi possessi concessi. Ancora non convince
Luca Severini 5: Male al tiro, malissimo in generale, ma è l’ultimo dei problemi di Derthona. È chiaramente fuori condiziona come quasi tutti quelli rientrati dal mondiale. Ha solo bisogno di tempo e poi tornerà ad essere il Severini che tutti conosciamo
Leon Radosevic 6,5: Molto positivo in attacco soprattutto nello sfruttare i numerosi mismatch concessi dalla difesa di Corbani. In difesa soffre un po’ di più, ma riesce a tenere Senglin nell’ultimo e decisivo possesso e a concedergli solo un circus shot
HAPPY CASA BRINDISI
Jeremy Senglin 4: In questo momento è il vero problema di Brindisi. Il modo in cui gestisce gli ultimi possessi è sintomatico di un giocatore che gioca senza guardare lo sviluppo del gioco e quando sei il playmaker è decisamente un problema.
Jamel Morris 6,5: Male al tiro (0/8), ma è l’unico che legge i cambi difensivi e li punisce a più riprese. Alla fine, distrutto e sulle gambe, lascia il pallone nelle mani di Senglin, ma forse sarebbe stato meglio lasciarlo a lui.
Jonas Riismaa 6: Gioca poco poiché infortunato, ma riesce comunque a fare il suo
Nate Lazsewski 6: Timidi segnali di ripresa per il rookie di Notre Dame. Parte male, ma poi si adatta al gioco, dimostra di avere letture quantomeno decenti e chiude con 7 punti e la tripla che riavvicina Brindisi per il gran finale. In difesa però ha ancora tanto da imparare
JaJuan Johnson 5: La colpa non è sua. Ha 34 anni, era acciaccato ed era alla quinta partita in 11 giorni. Sta in campo per 33 minuti ed è davvero lontano dalla sua forma migliore.
Tommaso Laquintana 6: Il suo lo fa, Corbani gli fa anche giocare gli ultimi minuti, ma produce davvero poco. Comunque, molto meglio rispetto alla prestazione disastrosa offerta contro Reggio
Wendell Mitchell 5,5: Finalmente attacca il canestro e fa vedere qualcosa di più oltre alle triple. Purtroppo, non sembra un giocatore in grado di offrire minuti di qualità in Serie A.
Tomas Kyzlink 7: Il migliore di Brindisi, tanto da non capire perché Corbani se lo scordi in panchina per quasi tutto l’ultimo quarto. Veloce e pulito nei movimenti, molto più una guardia che un ala piccola. Meriterebbe più spazio nonostante abbia fatto solo una manciata di allenamenti con la squadra
Eric Lombardi SV: La sua partita è semplice da descrivere: entra, perde una palla stupida ed esce. Senza più rimettere piede in campo
Jordan Bayehe 7: Ancora una volta il migliore in attacco e in difesa. Con lui Brindisi riesce ad essere più incisiva a rimbalzo e nella gestione delle palle sporche. Quest’estate ha molto lavorato sul tiro, tanto che sta diventando un tiratore dall’arco che a breve non si potrà più battezzare. Bravo