Sassari, 01 ottobre 2023 – Certo le problematiche erano tante alla vigila per la Dinamo Sassari, visti i tanti infortuni e assenze, ma non ci sono attenuanti per il crollo verticale di una squadra che quasi non sembra essere scesa in campo, contro una GeVi Napoli scintillante. I partenopei non hanno avuto pietà dei padroni di casa, vincendo agevolmente per 90-111 grazie alle grandi percentuali dal tiro da tre.
L’infortunio di Bendzius, sostituito nei giorni scorsi con la firma di McKinnie, e le assenze dei lungodegenti Tyree, Charalampopoulos e Raspino hanno minato la preseason della Dinamo e la gara di quest’oggi ne è la prova lampante.
Una squadra, quella di coach Piero Bucchi, apparsa in preoccupante down fisico già in questa prima giornata di LBA, incapace di tenere il ritmo specialmente in difesa dove gli avversari facevano girare come trottole i malcapitati in maglia bianca.
I sassaresi hanno pagato dazio fin dai primi minuti, andando subito sotto la doppia cifra di svantaggio, incapaci di reagire alla maggiore energia degli ospiti. Solamente con l’ingresso di Ousmane Diop, 15 punti e 10 rimbalzi, si è avuto l’impressione che l’inerzia potesse girare in favore degli isolani, ma è durato un attimo e neanche il giovane centro senegalese è riuscito nel miracolo di risvegliare dal torpore una squadra in perenne balia degli avversari.
Male il reparto degli esterni, specialmente in fase difensiva lasciando delle vere e proprie autostrade per Pullen e soci in cui sgommare indisturbati, con in testa Stanley Whittaker, quello chiamato in estate per prendere le redini di una Dinamo forgiata per le sue caratteristiche e mutata troppe volte in queste prime settimane.
Dall’altra parte una GeVi Napoli arrembante, capace già nei primi secondi dell’incontro di prendere il comando delle operazioni e non guardarsi più indietro.
Un autentico capolavoro forgiato dal nuovo coach croato Igor Milicic, alla prima esperienza in Italia dopo un lungo girovagare nell’est Europa. Una squadra capace di correre e sfruttare qualsiasi punto debole dell’avversario e questa sera la Dinamo ne ha mostrato parecchi.
MVP della serata Tyler Ennis, appena 11 punti, ma una prestazione totale in cui ha dominato in lungo e in largo sul parquet del PalaSerradimigni, condendo il tutto con 9 assist, 4 rubate, 7 rimbalzi e 5 falli subiti. Un’autentica esibizione per l’ex Los Angeles Lakers.
Ma in realtà tutta Napoli si è avvicinata alla perfezione, con percentuali al tiro irreali, il 65% da due e il 53% da tre (!), su tutti Michal Sokolowski, 23 punti con un 6/9 dai 6 metri e 75 che ha spaccato in due la partita. Benissimo anche Jacob Pullen (17 punti) e Tomislav Zubcic (20 punti) che ha ridicolizzato la maggior parte dei lunghi avversari: vero Treier?!
Una gara che è stata in equilibrio solamente prima della palla a due, perché già dopo due secondi, alzata da metà campo per il volo di Owens (9 punti), si era capito come la sfida fosse già segnata in favore dei campani.
Come detto è stato un monologo della GeVi fin da subito, 2-12 di parziale tanto per mettere in chiaro le cose, con un Ennis già bollente. Solamente l’ingresso di Diop riesce a dare una sferzata agli uomini di Bucchi che tornano sotto sul -3.
È un fuoco di paglia, perché Napoli torna a far nitrire i cavalli del proprio motore, attaccando l’area senza sosta e trovando quasi sempre il semaforo verde.
D’ora in poi Napoli non si guarderà più indietro.
Pullen inizia a martellare anche dall’arco e insieme a Sokolowski firmano il 25-35. La Dinamo è già sulle ginocchia e le rotazioni cortissime non le permettono di trovare delle soluzioni credibili, anche solo per tentare un improbabile rimonta.
Il secondo quarto termina come il primo, con Lever (12 punti) che trova il fondo della retina a fil di sirena. Si va negli spogliatoi sul 40-55, con la gara saldamente nelle mani della squadra di Milicic.
Nella ripresa Napoli non rallenta, anzi accelera, nel tentativo di spezzare ogni flebile resistenza dei padroni di casa nei primi minuti. Zubcic fa quello che vuole nel pitturato e con la mano rovente di un Sokolowski ormai infallibile, la GeVi la chiude come da programma già nel terzo periodo con un parziale di 16-3 che di fatto chiude i giochi.
Gli ultimi dieci giri di lancetta si trasformano in un lento allenamento che scivola via fino al 90-111 finale.
Per Napoli una vittoria meritatissima e molto pesante, che la iscrive ufficialmente nella lista delle possibili sorprese di questa stagione di LBA, nella speranza che l’annata possa essere molto meno tribolata di quella passata, quando la salvezza arrivò solamente nelle ultimissime giornate.
Per Sassari una sconfitta pesante, uno schiaffo in piena faccia, una sveglia a tutta la squadra, utile forse anche per non trincerarsi sempre dietro all’alibi degli infortuni, perché servirà tornare al più presto in palestra per ricalibrare la bussola.
I problemi son sembrati tanti, ma non così insormontabili che una dura settimana di lavoro, e si spera qualche rientro dall’infermeria, non possa risolvere.
Dinamo Banco di Sardegna Sassari – GeVi Napoli Basket 90-111
Parziali: 19-27; 21-28; 22-31; 28-25.
Progressione: 19-27; 40-55; 62-86; 90-111.
Sala Stampa
Igor Milicic, Piero Bucchi e Stefano Gentile
Le Pagelle
Dinamo Banco di Sardegna Sassari
Alessandro Cappelletti 5.5: con lui in campo l’attacco della Dinamo si avvicina quasi alla decenza, riuscendo a gestire al meglio una palla che invece con Whittaker ristagna in maniera indolente. Sfiora una doppia doppia da 9 punti e 9 assist. Anche in difesa è uno dei pochi a provare a dare una scossa ad un encefalogramma ormai piatto.
Ricardo Pisano s.v.: buttato nella vasca dei piranha, vista l’emergenza del roster, sembra quasi un pesce fuor d’acqua. Gioca sì 10 minuti, ma i compagni sembrano quasi ignorarlo volutamente per tutto il tempo.
Kaspar Treier 4: era atteso al varco, a quella prova di maturità che tutto l’ambiente Dinamo gli richiedeva, specialmente vista l’assenza di Bendzius e Chara. Respinto con perdite. Parte molle e forse riesce a finire pure peggio. Zubcic lo porta a scuola neanche fosse l’autista di un pulmino giallo, con il croato capace di segnargli in faccia qualsiasi pallone gli passi tra le mani, lui si innervosisce e si carica subito di falli per completare il “capolavoro” di giornata. Questa deve essere, gioco forza, la stagione di volta per l’estone in maglia Dinamo e se queste sono le premesse, il futuro non promette nulla di buono.
Filip Kruslin 5: prova a dare una sferzata alla squadra nella ripresa a buoi ampiamente scappati. Nel primo tempo viene imbavagliato bene dalla difesa partenopea, mentre dall’altra parte del campo la frustrazione è evidente per una Dinamo che pare non volerci neanche provare a difendere.
Stanley Whittaker 4: sembra un cerbiatto sfanalato in autostrada. Gli esterni di Napoli gli saltano subito al collo e lui si sgonfia quasi subito, gestendo la palla sempre male e in maniera lenta, 5 le palle perse. In difesa le cose non migliorano, con solamente un paio di giocate di carattere per uno specialista come lui. Certo lo scenario e le condizioni fisiche generali non erano delle più facili, ma la sensazione di aver visto un altro Clemmons in azione, a due anni di distanza dall’originale, è parecchio sinistra.
Stefano Gentile 5: la prima gara da capitano è di quelle che vorrà velocemente scordarsi. Chiamato, come sempre, a gestire la palla viste le difficoltà di Whittaker nel primo tempo, fatica a dare ordine. Il carattere e la cazzimma sono sempre presenti, ma la facilità con cui viene costantemente battuto in palleggio dai vari Pullen ed Ennis è inquietante.
Ousmane Diop 6: se la Dinamo non ne ha presi 40 di punti di scarto lo deve al suo giovane centro. Doppia doppia da 15 punti e 10 rimbalzi, 7 dei quali in attacco. L’unico con la voglia di lottare in una squadra apparsa molle in maniera preoccupante. Si butta per terra, sgomita e fa a cazzotti, almeno lui…
Stephane Gombauld 5: in diversi frangenti sembra di rivedere il Varnado del 2016, timido ed incapace, quando serve, di schiacciare la palla con cattiveria anche solo per dare un segnale all’avversario. A rimbalzo è presente, ma in difesa soffre troppo la maggiore energia degli avversari.
Alfonzo McKinnie 6: atterrato appena 4 giorni fa in un mondo completamente nuovo per lui, fa vedere di avere un ottimo bagaglio tecnico. Piazza 15 punti e la sensazione che potrà dara un grande contributo alla causa biancoblu.
GeVi Napoli Basket
Jacob Pullen 8: a tratti sembra di rivedere il giocatore che incantava tutti ad inizio carriera. Stampa 17 punti a referto e 5 assist. Ogni volta che penetra la difesa immobile della Dinamo sono sempre dolori per Gentile e soci.
Tomislav Zubcic 8: brutalizza Treier lungo tutto il parquet. Domina vicino al ferro e non solo, diventato mortifero da oltre l’arco con due bombe su tre tentativi. 20 i suoi punti ed un impressionante +31 di plus/minus.
Tyler Ennis 8.5: una costante spina nel fianco per la Dinamo. Fa letteralmente di tutto, va a rimbalzo, smazza assist, ruba palloni, segna e quando non lo fa viene randellato dalla difesa della Dinamo. Alla fine il suo tabellino recita 11 punti, 7 rimbalzi, 9 assist, 4 rubate con 5 falli subiti. Sokolowski si prende le luci della ribalta con le sue bombe, ma è lui l’MVP del match.
Justin Jaworski 7: forse è l’unico straniero del reparto esterni a non far strabuzzare gli occhi agli esteti del gioco, ma è veramente utile. Non sbaglia una scelta e non si fa pregare al tiro, nonostante non sia precisissimo da tre (25%).
Giovanni De Nicolao 6.5: si mette in mostra nell’ultimo quarto, quando ormai la partita ha le sembianze di un mero allenamento.
Tariq Owens 6.5: pronti via e dopo 2 secondi è già decollato ad appoggiare i primi 2 punti dell’incontro. La Dinamo ha paura della sua verticalità e lo tiene costantemente d’occhio. Sbaglia qualche appoggio di troppo al tabellone, ma è una costante minaccia. Chiude con 9 punti e 7 rimbalzi per l’ex Varese.
Michal Sokolowski 8.5: tornato in Italia a distanza di 9 mesi, dopo la parentesi in Turchia, domina come quando vestiva la canotta di Treviso. Da tre è letteralmente una sentenza, un 6/9 che piccona la poca fiducia ed autostima della squadra di Bucchi, chiudendo di fatto la contesa con 10 minuti d’anticipo. Chiude con 23 punti, 4 rimbalzi e 4 assist.
Alessandro Lever 7: silenzioso come un crotalo. Punisce sulla sirena due volte, segnando forse i canestri che fanno incrinare le certezze della squadra di casa, l’appoggio a canestro nel primo quarto e soprattutto la bomba prima dell’intervallo che porta i suoi sul +15. Alla fine saranno 12 i suoi punti, ma dal peso specifico notevole.