All-around.net è bello perchè non devo mettermi in ginocchio e concordare lo spunto e il taglio, il titolo e i temi, salvo esagerazioni di quando alleggerisco arbitrariamente la cura omeopatica e riemerge la mia sete di vendetta. Ovviamente giornalistica, per questioni che a Reggio Emilia magari sono note, agli addetti ai lavori, ma non fuori.
Comunque, sabato sera sono stato all’hotel Best Western, verso Modena, dopo essere stato a Modena-Pisa ed essermi prodigato nelle mie videomolestie assortite che conosco bene. Era calcio, serie B, naturalmente, con la delusione consueta di vedere perdere la squadra ospite e allora non trovare l’entourage, in questo caso i toscani, di buon umore e vogliosi di raccontarmi la loro storia in video.
Su vannizagnoli.it, testata, non blog, su youtube, trovate tanto. Anche da Reggio, dell’1-0 della Virtus Entella al Mapei, contro i granata, in serie C, con i liguri a -3 dalla capolista del girone B, gli emiliani, appunto.
Finito, ricordo della Gevi Napoli arrivata sicuramente a Reggio Emilia, sovrappongo i ricordi, a memoria, e mando un messaggio all’amico Pino Sacripanti, per avere la conferma che gli azzurri siano là, quasi a Masone, non vicino, da casa Zagnoli, dal Migliolungo, o dalla sede della redazione, in via Berneri 2/1, a Pieve Modolena, al confine con Cella e Roncocesi, la frazione della famiglia Fornaciari, di Zucchero, dunque, che a un chilometro e mezzo dalla mia casa affittata e dal capannone, ha un fratello e un giorno andrò a suonargli armato dei due telefonini, il terzo è da buttare e l’s23 plus che vorrei acquistare, sempre Samsung, costa 1.700 euro, quasi.
Il Sacri non replica, io allora vado e vedo dei bikers, racconto l’Harley Davidson con un monzese e la brasiliana di Salvador de Bahia. Intanto avevo scritto a Cesare, Pancotto, il coach giusto, per salire in camera e filmare il suo materiale tecnico, il computer, le curiosità, lo sapete.
Cesare risponde picche ma mi dà appuntamento all’indomani, all’uscita dal palaBigi, a mezzogiorno e qualcosa, dopo la rifinitura, il problema è che io stacco verso le 7 e allora ne profitto per dormire, sprecando l’occasione di proseguire nel mio racconto di Cesare, avviato a Cantù, il lunedì della scomparsa di Kobe Bryant, arrivata la sera precedente.
Tanto, penso, Cesare, grande persona, mi dedicherà almeno 10′ dopo la partita, a prescindere.
A prescindere nulla, non risponde alla mia considerazione sulla sua carriera, in conferenza stampa, in cui sostengo che meritasse grandi club, almeno quanto Ettore Messina. Purtroppo, ripeto, non sono fortunato, il fattore campo nello sport incide tanto e chi perde secondo Julio Velasco spiega, in realtà semmai spiega la partita, salvo eccezione. Repesa, ricordate, e, anni fa, Enzino Esposito, quando perse di brutto con Pistoia, dell’allora patron Maltinti, poi scomparso.
Domenica pomeriggio, dunque, mi attivo con calma, controllo le notizie, le propongo a vuoto a tutte le redazioni con cui ho avuto contatti, fra i quotidiani, in un terzo di secolo di professione, parlo di sport nazionale, ovviamente, e poi valuto. Vorrei tornare all’hotel verso Modena per filmare la salita della Gevi sul pullman, ma il torpedone neanche è loro, è del Bologna, di Gaspari viaggi, vettore di molte squadre, in Emilia.
Decido di andare presto al Bigi, per parcheggiare vicino, sarà l’inizio di un bel tormento, per me. Lascio la mia Bmw vicino al negozio del parcheggio interno alla circonvallazione, nei pressi di vicolo dei Servi, senonchè i vigili urbani mi chiedono di spostarla. “Perchè arriva il carro attrezzi”.
Tre, addirittura. “Per 25 tifosi ospiti”, mi dirà dopo Davide Menozzi, uno degli steward più intransigenti, nei miei confronti, da sempre. Anzi, scusate, prima passo con l’auto scoperta, anche senza frangivento, rubatomi. Mi chiedono poi di uscire dal vicolo che porta al parcheggio riservato agli ospiti di Reggiana pallacanestro, filmo due rimozioni, uno degli uomini di Corradini, l’autotrasportatore, di automobili, mi chiede di non filmarlo.
Insisto per passare almeno a piedi, la borsa è pesante, non sono un giornalista, un cameraman, ormai. La maschera di sempre lo fa apposta, la polizia si accoda, chiedono al responsabile, Gianferrari, che conferma il no. Il resto sono battaglie mie, alzo la voce perchè ho appena preso una multa perchè sono sfrecciato in via Emilia vuota, al ritorno a Reggio Emilia, alle 6,09, ai 77 orari, ovvero 2 km orari oltre il consentito, dei 70.
Sono matto, lo sapete, e ho letto che i matti ce l’hanno con le forze dell’ordine. Le vedo al bar, Mary, ogni notte, anche adesso che scrivo da qui, tutti ad ascoltare una leggenda, Domenico Zaccone. Neanche Ettore Messina trova tanta attenzione, adesso entrano anche i poliziotti municipali. “Siamo al completo”, direbbe il calabrese che ironizzava mesi fa sui miei rapporti con mia moglie.
Bene, mi impediscono contatti con i giocatori ospiti e anche con i tifosi, in vicolo dei Servi, appunto. Lascio il Samsung s21 in diretta sulla strada, rasoterra, con un supportino, per mostrare chi passa e chi no.
Torno a Mancasale, al Mapei, temendo di avere perso un’asta di supporto, vado per nulla, avevo controllato male in auto, obnulato dalla rabbia, multe e stop. Che mai toccano gli altri giornalisti, tantomeno fotografi e cameraman.
Comunque, riprendo il telefono, piazzo l’altro all’uscita di vicolo dei Servi, ritiro l’accredito e salgo in tribuna stampa, a caricare il computer.
Verso la fine del primo tempo scendo a recuperare il telefono, adesso non mi impediscono più di passare per il vicolo, prendo l’asta e il Samsung s20 e li piazzo all’uscita della tribuna del Bigi, per mostrare le bellissime e gli chic che all’intervallo escono a fumare o per una boccata d’aria. Solo che finisce la batteria.
Ma arriviamo alla fine. Seguiamo Luigi Vinceti, classe 1941, leggenda de La Gazzetta di Reggio. Durante il match siamo vicini a lui, in tribuna stampa, molto spesso, lo inquadriamo, scherziamo assieme in video e poi lo seguiamo nella discesa per il suo contributo per il quotidiano locale, con le parole della presidentessa Veronica Bartoli e magari del consigliere Graziano Sassi. Il quale ci indica un signore con la barba alle sue spalle. “E’ il proprietario della pallacanestro Reggiana”, dice. E io a interrogarmi. Pensavo fosse un suo amico.
Non ricordo come arrivo a capire che è il papà di Veronica, gli parlo, lo sapete, di Attilio Caja e mi dice la sua verità: “Era ingestibile”.
Esattamente come me. Ne parlerò poi a tavola, al Pizzikotto, a Ospizio, alla cena post vittoria, con Davide Draghi. Poi con Filippo Barozzi e Alessandro dalla Salda, con Michele Talamazzi.
Poi, fra una polemica e l’altra, il mio avvocato rinuncia. “Ho perso la pazienza e la diffido dal continuare a inviarmi messaggi whatsapp e mail, oltre che la corrispondenza con la legale di controparte”. Poi: “Se fa il mio nome in video la denuncio per diffamazione”.
Ma va. Non posso nominare un avvocato e giudicare il suo operato con me?
Inoltre, venerdì sera a Reggio vedo, come spesso, al Sassuolo, l’ad Dalla Salda, dopo avere incrociato Talamazzi con la Cremonese, la sua Cremo. I neroverdi battono grigiorossi e lo Spezia, poi ieri sera la Reggiana, basket, vince a Trieste e, forse, si salverà.
Io sono stato a fare il vannizagnoli.it show allo stadio Mapei, Città del Tricolore, anche per il successo dei granata sulla Torres, 1-0, da capolista.