Torino, 19 febbraio 2023 – La Germani fa la storia! La Cenerentola della Coppa Italia 2023 arriva ad un lieto fine insperato, che le centinaia (se non migliaia) di bresciani accorsi a Torino non dimenticheranno mai: dopo aver battuto Milano ecco anche il bis con la Virtus Bologna, domata per 76-84.
E’ un trionfo meritato, è la serata più importante della storia del basket bresciano, con la Leonessa che si riprende quello che proprio la squadra di Torino le aveva tolto nel 2018. A farne le spese è una Virtus inspiegabilmente sconnessa, che sprofonda anche a -18 e deve capitolare.
Cronaca
Primo quarto sprint di Brescia, con Gabriel e ADV che si scaldano subito dalla distanza e portano Brescia sullo 0-5 e poi sul 9-15: Virtus che fatica a creare in attacco e non riesce a capirci nulla sui giochi a due con Della Valle. I rimbalzi offensivi, però, arrivano in soccorso dei bolognesi: al 10′ è 16-17. Bologna fatica al tiro (2/11 all’intervallo) e non sembra molto connessa in attacco, come testimoniano i liberi sbagliati: Mickey e Hackett provano a ribaltarla, ma Brescia trova un Burns commovente e non abbassa la pressione. All’intervallo la Germani è commovente: +10, 30-40.
Nel terzo quarto la pressione non diminuisce: Brescia vola, la Virtus trova poco dai suoi pretoriani tranne da un Belinelli immortale. La Germani va anche sul +18 (38-56). Si vede che è la serata del destino, con tutti che danno contributo e si fanno in 4 per aiutarsi in difesa e a rimbalzo: ma Bologna non la si può mai dare per morta. Una fiammata di Belinelli (super, chiuderà con 24 punti) e del pacchetto lunghi porta più volte i bolognesi a -1 (69-70). Ci pensano i due alfieri della leonessa a risolvere la questione: con una super difesa e i tiri liberi, Petrucelli e Della Valle chiudono la contesa negli ultimi due minuti. Finisce 76-84.
Segafredo Virtus Bologna 76 – Germani Brescia 84
Qui Brescia
Cosa ci sarebbe esattamente da dire per Brescia? La Germani piega le gambe, si aiuta in difesa, soffre insieme con un unico obbiettivo: far ricredere tutti coloro che pensavano che una vittoria sarebbe stata impossibile. Lo fa con il contributo di tutti, con una super prestazione anche di Alessandro Magro e dello staff tecnico, che preparano la metà campo difensiva in modo impeccabile nonostante le 24 ore scarse a disposizione.
La chiave è in difesa, con una formazione che sembra muoversi legata da un filo e soffre a rimbalzo, ma non cede: un’altra chiave è chiaramente l’uomo con l’#8 sulle spalle, al picco assoluto della sua carriera. Ma poi c’è la crescita di Massinburg, l’utilità di Akele, l’importanza di Petrucelli (si era notata la sua mancanza eh?), la seconda giovinezza di Burns e tante altre cose fino al contributo vocale dalla panchina di Cobbins: quello di stasera è un trionfo di un popolo che non aveva mai digerito la finale di Firenze nel 2018. Il 19 febbraio si è ripreso tutto con gli interessi.
Qui Bologna
Non è stata la Virtus Bologna che ci si poteva e ci si doveva aspettare quella di stasera. Non ha avuto qualità, non ha avuto pazienza, non ha saputo onorare il suo ruolo di favorita d’obbligo dimostrando una preoccupante fragilità nervosa. La vittoria, forse troppo facile contro Tortona ha lasciato, probabilmente, una sensazione di troppa sicurezza, che si è rapidamente trasformata in ansia, come la percentuale dei tiri liberi nel primo tempo testimonia ampiamente. La squadra non ha risposto mai, zona della disperazione a parte, alle sollecitazioni del proprio allenatore.
Non si è vista la ferocia difensiva avuta nei primi due episodi di queste Final8 e quando alla fine i bianconeri hanno trovato quella rabbia era oramai troppo tardi. La Segafredo non ha avuto nulla dalla maggior parte dei suoi uomini, a cominciare da Milos Teodosic, confusionario e nervoso, per passare da Kyle Weems in enorme difficoltà difensiva su Della Valle e impalpabile in attacco, per finire con un Jaiteh che non è mai riuscito a far valere i suoi chili ed i suoi centimetri.
Se Bologna è arrivata a giocarsela fino alla fine è stato solo alla classe del suo Capitano e alla concretezza di un Daniel Hackett ultimo ad arrendersi, ed unico giocatore bolognese che non faccia Belinelli di cognome a mettere una bomba, ma che nessuno abbia tirato fuori nulla dal classico spartito è stato il sintomo della grande difficoltà di questa partita che, senza dimenticare gli enormi meriti di una Germani stoica e storica, non si che può definire FALLIMENTO.
Le pagelle
Brescia
Kenny Gabriel 8: non entrano le triple? E chissene frega! L’ex Panathinaikos è sempre lì, a lottare sotto canestro e ad indicare la via. Ad un passo dalla tripla doppia con 9 punti e 10 rimbalzi.
David Cournooh 7,5: energia e irrazionalità dalla panchina. Sbaglia clamorosamente qualche layup ma si sbatte come un danno in difesa e alla fine piazza quegli 8 punti che si rivelano fondamentali.
Amedeo Della Valle 10: l’MVP. Questa serata rappresenta per ora il picco della sua esperienza a Brescia e della sua carriera: mostra tutto il repertorio e quanto sia cresciuto in questi mesi. Da playmaker, contro la zona, mettendosi in proprio, servendo i compagni…segna 26 punti, prende 6 falli, smazza 6 assist e chiude con 29 di valutazione. Un mostro.
Nicola Akele 7,5: tanta, tanta energia e tanto cuore dalla panchina. Senza lasciare il segno nel boxscore, ma sappiamo che con lui è normale.
Tai Odiase 8: anche lui non dà un contributo che può essere ravvisato dalle statistiche ma è davvero importante. Tiene il campo più che dignitosamente contro due dei pacchetti lunghi più importanti d’Europa (Milano e Virtus): cosa gli si può chiedere di più?
Aleksej Nikolic 6,5: non è la sua serata. Pazienza, anche lui verrà ricordato in questa impresa: 17 minuti di tanto impegno.
Chris Burns 8,5: inossidabile. A 37 anni suonati gioca con l’energia di un ragazzino: non si fa mettere i piedi in testa nel 15 minuti in campo. Anzi, risulta essere quasi decisivo con i suoi 9 punti.
Tommaso Laquintana ne
David Moss 7,5: come Burns. A 39 anni anche lui resta in campo per più di 10 minuti dando il suo contributo: e quel piazzato all’inizio del terzo quarto per la fuga di Brescia pesa
Ryan Taylor ne
John Petrucelli 9: ma quanto è mancato a questa Germani? Gioca come sempre in totale trance agonistica nella metà campo difensiva (tanto che è costretto ad uscire per 5 falli), ne mette 13 con un clamoroso gioco da 4 punti nell’altra metà campo. Trovatemi un altro giocatore nel campionato italiano che difende così e riesce comunque ad essere così importante dall’altra parte del campo.
C.J. Massinburg 7,5: ad un certo punto sembra che arrivi un po’ di “braccino”, ma in realtà l’ex Limoges mantiene il controllo e segna un canestro fondamentale negli ultimi minuti. 9 punti, 2 rimbalzi: va bene così. Finchè c’è ADV…
Bologna
Niccolò Mannion n.e.
Marco Belinelli 7,5: capitano coraggioso, è l’ultimo ad arrendersi, tiene aperta una partita praticamente da solo, loosing effort annale. Chi non può giocare partite del genere non è certo lui.
Alessandro Pajola 5: vero 6 assist, vero l’impegno nella rimonta finale, ma non può prendersi un solo tiro facendo sempre attaccare i compagni in 4, oltretutto stasera sull’uomo soffre troppo.
Mouhammadou Jaiteh 5: tre rimbalzi ed un tiro, non riesce mai a farsi trovare dai compagni, uno dei fondamentali per i centri è mettersi in visione e farsi trovare, ecco lui stasera ha giocato a nascondino.
Tornike Shengelia 6-: deve cantare e portare la croce, troppo nervoso si dimentica alcune chiusure a centro area da codice penale, però è il regista aggiunto della Virtus, 5 assist sono tantissima roba.
Daniel Hackett 6: l’età è quella che è, e forse le tre partite così ravvicinate lo hanno un po’ appannato difensivamente, ma lo squillo della rimonta lo ha suonato lui portando sempre Della Valle in post basso e mettendo una bomba importantissima.
Jordan Mickey 6,5: partita dinamica, con avversari non statici, è per lui quella dove si trova meglio, 8 rimbalzi non sono poca roba, però gli manca lo squillo.
Gora Camara n.e.:
Kyle Weems 4: sbaglia tutto lo sbagliabile, ha tre bombe con metri di spazio che manda tutte sul primo ferro, non riesce neanche a dare il suo solito contributo difensivo, male male male.
Semi Ojeleye 6: come tutti i giocatori rientranti da un infortunio non riesce a bissare la prima buona prova, ha il merito di farsi sentire a rimbalzo, ma sbaglia troppi tiri da fuori che normalmente sono nelle sue corde.
Milos Teodosic 4: inizia subito in modo frenetico e non riesce mai a trovare il ritmo della partita, mandando fuori giri tutta la squadra, la sua frenesia è stata contagiosa, l’unico assist penso sia record negativo in 18 minuti di gioco.
Awudu Abass 6: è in campo durante la rimonta, è chiaramente arrugginito, ma metto centimetri e corpo al servizio di squadra e compagni.
Sergio Bertazzi
Pagelle e analisi della Virtus Bologna a cura di Andrea Cesari