Ancora la matematica non condanna Milano ma siamo onesti, la seconda parte del titolo è quel che pensiamo tutti. L’Olimpia è ormai fuori dai playoff e desolatamente ultima in classifica con un roster lungo, costoso, non certo da fanalino di coda e che era partita (particolare non trascurabile) con i favori del pronostico
Nelle scorse settimane abbiamo già analizzato i motivi per cui si è arrivati a questo, ma ogni partita non smette mai di stupire in senso negativo. Sia per le lacune dei giocatori sia per la gestione tecnico-tattica di un Messina oggettivamente mai così in difficoltà.
Ora, questo Asvel seppur campione di Francia sarebbe un ottima squadra se solo fossimo nel 2013: DeColo, Diot, Tyus, Lighty ognuno di loro ha scritto pagine importanti se consideriamo l’ultimo decennio. Ma nel 2023 è inaccettabile perdere da questo Asvel, che per la fredda cronaca ricordiamo ha un budget circa di 2/5 di quello milanese
Quindi? Beh, la stagione europea fin qui è nettamente fallimentare e non possono essere gli obiettivi di casa nostra a salvare la stagione. La salveranno, se verranno raggiunti, solo in parte. Perché i soldi spesi son stati tanti come anche la convinzione almeno, fino a Natale, che gli acquisti erano e sono stati azzeccati.
La realtà purtroppo dice altro, ed essere sul fondo presuppone anche una radiografia dello staff tecnico, a partire ovviamente dal capo.
Messina pare non capirci nulla e soprattutto non si capisce come voglia usare il roster a disposizione. Oggi Voigtmann e Mitrou Long in quintetto salvo poi ibernare il tedesco dopo nemmeno 4′ di gioco e dare la bellezza di 9′ di gioco e spiccioli all’ex Brescia, 9 minuti nei quali si è praticamente limitato a traghettare la palla da una metà campo all’altra.
Ma anche i 2′ di gioco e mezzo a Thomas e Datome e i quasi 7′ a Ricci entrato solo sul finire del terzo quarto fanno il paio con i famosi 28″ per Tonut e sinceramente faccio fatica a capire il senso di tutto questo, perché un senso sembra non averlo.
E poi il gioco: sono ormai tante le partite in cui si segnano 65-70 punti e in Europa ne vinci pochine a questo ritmo se non hai una difesa di ferro come l’anno scorso. Forse alzare il ritmo e conseguentemente i possessi potrebbe aiutare a slegare qualcuno ed in particolare penso a Mitrou Long ma anche a Tonut o allo stesso Voigtmann ormai diventato un caso psicologico (striscia di 1/24 da 3 aperta).
Serve aria tecnica e tattica nuova e non so se Messina voglia fare questo cambiamento (che sia in grado non è in discussione). Ma vi pongo questa riflessione: se Milano fosse una squadra “normale”, con un presidente che fa il presidente ed un coach che fa solo il coach, secondo voi dopo tutta questa sfilza di prestazioni non certo entusiasmanti sarebbe stato esonerato?
Molti pensano che con Pianigiani, Repesa e prima ancora con Banchi e Bucchi si sia avuta molta meno pazienza e molta più cattiveria nei giudizi. A prescindere da questo, e premesso che l’ex Virtus non è certo il mio coach preferito, è innegabile che abbia dato a Milano una solidità a livello europeo che l’Olimpia non ha mai avuto.
Poi i risultati di questa stagione sono deficitari per tutti i motivi che sappiamo, quindi se devo usare un metro di valutazione scolastico sull’operato di Messina mi sentirei di spendere l’aggettivo sufficiente.
Ciò non toglie che oggi alla squadra serva come detto una ventata di aria nuova e forse un nuovo comandante che lasci più sereni i giocatori e cerchi di riportare tutti quelli che stanno performando sotto il par ad un livello accettabile sarebbe auspicabile.
Certo difficilmente ci saranno dimissioni a questo punto della stagione, ma continuo a consigliare se posso permettermi un atteggiamento meno da generale e più da players coach. Mollare un attimo il bastone per usare un po’ la carota. Ci riuscirà Ettore nostro?
IL TABELLINO: OLIMPIA MILANO – ASVEL VILLEURBANNE 73 – 79
DIAMO I NUMERI
1983 – se Messina fosse trasportato a 40 anni fa, con gli americani dell’epoca (ma anche gli italiani) che avevano ben altro carattere e ben altre reazioni a certe scelte non so se avrebbe potuto fare come ha fatto con Voigtmann facendolo partire in quintetto e poi panca per 37 minuti o con Deshawn Thomas…Per me i vari CJ Kupec, Antoine Carr o Mike Sylvester dell’epoca diciamo che non l’avrebbero presa in maniera troppo diplomatica…Ed avevano se ben vi ricordate una particolare tendenza ad imparare in fretta l’arte del pugilato…
7.072 – eroi. Star fino alla fine dopo aver pagato per vedere questa qualità di pallacanestro è da eroi. E il problema è che le prossime si prospettano partite in cui si dovrà andare anche oltre all’eroismo da parte del pubblico…Che tra le altre cose non ha fischiato alla fine riconoscendo alla squadra almeno l’impegno. Però è comunque un unicum, ricordo bordate di fischi per sconfitte simili con squadre molto meno attrezzate di questa.
4 – le palle perse anche stavolta di TLC. Quando capirà, o gli faranno capire, che il suo lavoro non è creare palla in mano né palleggiare per il campo? Oggi contro i connazionali aveva anche trovato il tiro dalla lunga ma si è dimostrato un altra volta un giocatore da primi tre quarti che allorquando la partita ha contenuti agonistici simili a un amichevole agostana allora tende ad emergere, salvo sprofondare nelle sabbie mobili di una partita quando si deve lottare. Non a caso ha passato la maggior parte della carriera giocando garbage time NBA o le intensissime sfide di G-League. Ora è prontissimo per la Cina, non avesse un biennale…
17 – il differenziale a rimbalzo a favore di Milano. Una statistica inquietante, perché se non vinci nemmeno quando prendi quasi il doppio dei rimbalzi…Che poi, questo dominio non si è trasformato in molti possessi in più, dal campo i biancorossi hanno tirato solo 1 tiro in più dell’Asvel e tre tiri liberi in più. Statistica comunque senza precedenti a mia memoria, ma la partita è stata molto strana come dimostra anche la valutazione, vinta dall’Olimpia 90-83…..
2 – i punti ed i tiri tentati da capitan Nik Melli. Ora, va bene essere il collante difensivo, va bene che avrà un grado di stanchezza pari ai minatori sardi del Sulcis negli anni ’60 alla fine del turno di lavoro, però anche questo è un dato dal mio punto di vista inaccettabile. Perché in una squadra che fa fatica a difesa schierata deve prendersi qualche iniziativa in più, ha il talento per farlo specie contro avversari come Noua e Kahudi che saranno anche atletici ma sono almeno 5 cm più bassi e non sono noti per essere dei mastini in difesa….
3 – i punti e le triple tentate da Billy Baron. Ormai gli avversari hanno mangiato la foglia ed hanno capito che bloccare l’ex Zenit è un must se si vuol vincere contro Milano. E lo hanno fatto bene direi con aiuti e quasi raddoppi, aiutati anche da situazioni in cui Baron ha dovuto partire palla in mano non riuscendo più a riceverla nel seguito dell’azione. A memoria, nell’unica azione in cui è uscito dai blocchi si è guadagnato tre liberi…Anche su questo bisogna lavorare, Billy dev’essere messo in condizioni di far male…
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
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