So che se arriverete a leggere queste righe avrete certamente letto anche il titolo e quindi le casistiche sono due: o avete un sorriso stirato di compiacimento, d’altra parte tutti i tifosi ne hanno parlato sui social, oppure vi state dicendo a bassa voce tra voi e voi che non bisogna mai parlare dei grigi e che Milano non ha perso certo per causa loro, quindi il titolo lo giudicate inappropriato.
Entrambe le casistiche hanno diritto di cittadinanza, ma questo titolo è figlio della rabbia che ho provato durante i 40 minuti, perché mi sarei stancato di assistere a delle partite in cui gli arbitri decidono i risultati. Ed in Grecia questo avviene più spesso che altrove, da 35 anni almeno.
Sono abbastanza vecchio da ricordare il clima nella bolgia di Salonicco ad esempio (e l’Olimpia ne sa qualcosa…), o in casa dell’Aek Atene o dell’Iraklis tanto per citarne alcune…Ed ovviamente delle due più forti squadre greche.
Nell’era pre Olimpiadi di Atene poi, quando entrambe le compagini giocavano in palazzetti da 2000 persone (il 90% fumatori), assiepate alla rinfusa ed assatanate contro ogni decisione arbitrale avversa. Che avveniva raramente, la terna (anzi erano 2, una volta). onde evitare problemi spesso fischiava chiaramente solo per la squadra di casa.
Ora invece Oly e Pana giocano in moderni palazzi da 15 mila posti ma la solfa non è cambiata poi di molto. Forse la terna di stasera, migliore solo a quella di Olimpia-Monaco, si può catalogare più incapace che influenzabile ma il risultato non cambia.
La loro mala gestione ha influenzato abbastanza chiaramente l’andamento della gara togliendo inerzia a Milano nel momento del massimo sforzo per recuperare il passivo creato da uno sciagurato finale di primo quarto.
Detto questo, e prometto che non parlerò più di arbitri per un pezzo, analizziamo qualche aspetto di questa partita.
L’Olimpia Milano nonostante lo scarto finale non è nemmeno lontana parente di quella di 2 mesi fa, ora approccio e compattezza sono tornati a standard direi nella norma.
Anche stasera la squadra ha espresso momenti di bel basket offensivo alternati però a blackout clamorosi che hanno generato parecchie palle perse convertite in punti facili che hanno causato poi lo scarto finale.
Fondamentalmente questa squadra tende a buttare via tanti palloni quanto più ristagna il gioco. E tanto più i biancorossi, siano essi piccoli o lunghi, la tengono ferma o fanno scorribande fuori dal seminato. Una soluzione potrebbe essere aumentare il ritmo, lasciando briglie sciolte a Mitrou Long ad esempio: ma finora non pare essere la via scelta dal coaching staff.
Comunque dicevamo di qualche momento di buon basket. Ad esempio l’intesa che migliora ogni giorno tra Melli e Davies autori all’inizio di ottime giocate, oppure buoni tiri aperti creati talvolta segnati (ricordo quello di Ricci ad aprire il terzo quarto), spesso sbagliati anche da chi dovrebbe dare quello principalmente alla squadra come Voigtmann.
Mi è piaciuta meno invece l’aggressività difensiva, sotto il livello delle ultime partite e non di poco e, come al solito, non mi piace il fatto di non provare mai a cambiare con qualche mossa tattica difensiva il corso degli eventi.
A partita ormai quasi del tutto andata perché non piazzare una zona ad esempio scommettendo sulle loro percentuali negli ultimi minuti? Milano a 4 minuti dalla fine era già sotto di 15 con un body language piuttosto significativo.
Perché non provarci neanche? Male che vada si sarebbe perso di 25 o 30 e non di 16…Che differenza avrebbe fatto?
IL TABELLINO: OLYMPIACOS PIREO – OLIMPIA MILANO 82 – 66
DIAMO I NUMERI
6 – i punti segnati da Milano nel tragico terzo quarto. Che seguono i 27 presi nel primo. Al Pireo non si possono fare performance negative del genere, pena tornare a casa con le pive nel sacco. Come è puntualmente successo: per questo dico che spenderei gli ultimi tesseramenti per un attaccante palla in mano che metta punti in fretta quando la squadra offensivamente batte in testa, e che comunque sappia cambiare il ritmo della partita ed occasionalmente assumere il comando delle operazioni. Certo, con il rientro di Pangos poi si creerebbe un ingorgo nei piccoli ma solo sulla carta; se Tonut non mette più piede in campo ecco che lo spazio per questo nuovo innesto ci sarebbe tutto. Nomi? Dallas ha appena tagliato Kemba Walker…
2 – i punti di Isaiah Canaan questa sera, lui che lo scorso anno in maglia Unics Kazan giustiziò i biancorossi con 6 triple ed una prestazione ad alto voltaggio. Personalmente lo temevo molto, invece a far male sono stati altri come Peters, impronosticabili alla vigilia…E legandomi a qualche riga sopra, lui rientra nella categoria dei giocatori che mancano a questa Olimpia tanto per far capire che tipo di giocatore secondo me manchi.
9 – i rimbalzi catturati da Fall dall’alto dei suoi 220cm. Anche qui il sistema Olimpia presenta una falla, perché ogni qualvolta si scontra con un pivot di queste misure sotto canestro si va sotto innescando meccanismi negativi e circoli viziosi. In questa partita il francese non ha spopolato, ma nel primo quarto ha permesso almeno 3 o 4 triple piedi per terra ai compagni stante la scelta (sbagliata) di flottare e/o raddoppiare da parte milanese. Poi ci sarebbe la questione rimbalzi offensivi, qualcuno preso solo sfruttando la lunghezza delle sue leve. Per questo ripeto per l’ennesima volta: una squadra che ambisce alle F4 deve avere a roster un centro che non sia inferiore a questa tipologia di giocatore, che non subisca perché è 15 cm più basso. Già c’è Hines ad occupare uno spot, e dato che Voigtmann non può ricoprire la casella del 5 io avrei preso appunto un lungo da usare in queste situazioni. Nomi? Beh, anche solo per vedere che effetto fa sparo un Tacko Fall…Di sicuro non sarebbe stato un acquisto passato sotto traccia o invisibile…
17 – le triple in fila sbagliate da uno specialista della materia, Johannes Voigtmann. Un dato agghiacciante, che rende bene l’idea cosa significhi fiducia per un giocatore e per un tiratore in particolare. Stiamo parlando di uno che nelle ultime stagioni al Cska tirava spesso con il 45%…Urge recuperarlo, per non vedere ingrossare la lista di quelli che “son bravi, appena mettono piede al Forum diventano brocchi”. Io non ho dubbi che in primavera potrebbe tornare ad essere un fattore come faceva a Mosca.
21 – le palle perse milanesi, un numero fuori scala per le abitudini biancorosse e assolutamente impresentabile per pensare di poter vincere al Pireo. Leggo che molti si lamentano per questo della mancanza di un vero play che gestisca e che eviti perse banali. Ebbene, è vero che Mitrou Long non è certo un ragionatore che non perde mai palla e che Hall non sia play di ruolo….Però: a quest’ultimo non gli si può dire nulla, si sta applicando anche se a volte fa fatica come ovvio che sia. L’ex bresciano invece non ha un ball handling irreprensibile ma, come ho scritto sopra, bisognerebbe farlo giocare un pò di più ai suoi ritmi e non sempre a quelli compassati che ingolfano il suo motore. A volte mi sembra una moto di quelle cattive due tempi di una volta, messa nel traffico della circonvallazione esterna alle 9 di mattina. Il motore si scalda, soffre e scalcia, quasi pregando di portarla non dico in pista, ma almeno in tangenziale…
SALA STAMPA
Ettore Messina
“Siamo stati competitivi almeno fino alla metà del terzo quarto, poi ci sono stati alcuni errori e infine alcuni giocatori chiave non avevamo più le gambe per rimetterla in piedi. Nei primi cinque minuti del terzo quarto siamo riusciti a tenerli a due punti segnati, ma noi ne abbiamo prodotti appena cinque, sbagliando almeno tre tiri da tre aperti. E c’è stata anche una sequenza sfortunata, in cui credo che la partita sia stata amministrata in modo diverso, in cui un fallo non fischiato su Hines è poi stato punito da un canestro da tre punti in superiorità numerica e un canestro di Davies subendo fallo è stato cancellato. E’ successo durante la fase cruciale della partita, ma questo non deve togliere nulla alla prestazione dell’Olympiacos che ha giocato una gara eccellente e meritato di vincere”.
Sugli infortuni di tre giocatori chiave
“Sfortunatamente staranno fuori ancora un po’. Quest’anno abbiamo sperimentato una situazione simile a quello che succederebbe all’Olympiacos se giocasse tre mesi senza Sloukas e Walkup. Non lo auguro a nessuno, non fraintendetemi. Ma è pesante. In ogni caso dobbiamo vincere qualche altra partita, migliorare. Venivamo da alcune buone partite anche nel campionato italiano e dovremo lavorare per farne altre”.
Sull’EuroLeague di quest’anno
“Ogni turno ci sono almeno un paio di sorprese. Se per qualsiasi motivo affronti una partita con leggerezza la perdi. Questo dice quanto sia competitiva questa lega. Oggi non so dire quante vittorie servano per giocare i playoff. Due anni fa la quota era molto alta, perché c’era stata ad esempio una squadra come era allora il Khimki che aveva lasciato tantissimi punti in giro. Proprio per questo ho già detto un paio di anni fa che bisognerebbe valutare la possibilità di cambiare il sistema di accesso ai playoff, perché otto posti su 18 sono molto pochi rispetto alle legittime ambizioni di tanti club e dei proprietari. Nella NBA ci sono 16 posti più il play-in. Credo che presto in EuroLeague bisognerà affrontare questo argomento, discuterne”.
Cristiano Garbin
@garbo75
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