La mitologia racconta di Dei, personaggi, mostri e condanne che spesso ci riportano filosoficamente a spaccati di vita quotidiana. Una delle tali è la storia di Sisifo, condannato a trasportare il sasso verso la cima, ma questo masso in dirittura d’arrivo crolla a valle. Anche nella Turkish Airlines Euroleague stagionale è successo ciò. L’Olimpia Milano è un po’ come il personaggio mitologico citato dai migliori scrittori, da Kafka a Baudelaire. Cambierà il macigno, l’Efes Istanbul per sto anno, ma non il senso. Nel momento di poter saggiare la conferma del traguardo raggiunto lo scorso anno, la sorte imperversa cinica sugli uomini di Messina.
La cima non raggiunta, chiusa nella lotta per toccarla.
Come citato, la storia ha ispirato molti scrittori. Prendo Albert Camus come esempio: la parafrasi fatta dallo scrittore francese parla proprio di un Sisifo felice perchè “la lotta stessa verso le vette fosse sufficiente per riempire il cuore di un uomo”. Sentimento condiviso da chi ha seguito la serie e le varie gare, 4 per l’esattezza.
Difatti l’Olimpia non è uscita ridimensionata dalla Turkish Airlines Euroleague: Gara 2 ne è la dimostrazione. Solo l’assenza di Melli, infortunatosi nel finale della prima serie, precludeva buona parte di speranze. La “frittata” veniva condita con l’infortunio di Delaney e la scavigliata di Rodriguez, toglievano ogni speranza, come la discesa nell’Ade. Invece la lotta ha premiato i meneghini in quella gara. Il leitmotiv dell’approccio alle altre partite della serie è uguale a quella seconda partita al MediolanumForum, presentandosi alla Sinan Erdem Arena con la voglia di lottare.
I finali, quelli non belli…
Ed ecco che si ripresenta la condizione su esposta: il masso cade, sempre nei minuti finali, tanto in gara 3, decisa da due semidei della pallacanestro europea, quanto in gara 4 dove la tripla fortuita di James Anderson ha dato la “sliding door” che ha permesso alla compagine turca di rimontare e vincere, chiudendo anzi tempo la serie. Troppo corta la coperta per poter vincere, troppo grande la voglia per NON poter lottare per farlo! I parziali creati dai biancorossi nella fase centrale del match, danno senso di quanto senza infortuni l’impresa era fattibile, sia gara 3 che gara 4.
il crollo arrivava proprio nei 3 minuti finali, dove l’assenza di uomini chiave ha rimarcato la carenza. Di più non si poteva fare, la lotta ha portato il macigno in cima, la sorte lo ha fatto rotolare a valle, ancora una volta.
Non resta che riprovare la salita, con nuove forze, sperando che per una volta il masso resti fermo, in cima.
Luciano Lucio Pizzi
@Lubos10