E’ successo davvero, insomma, l’Italbasket ha dominato la Serbia, raggiungendo nel match persino i 24 punti di margine, a Belgrado. Un sogno, qualcosa di incredibile, di irreale. La storia prende, la storia dà. Cinque anni fa, a Torino, contro la Croazia in teoria più debole degli azzurri, la qualificazione sfuma al supplementare, per una nazionale in teoria più forte dell’attuale.
Sacchetti fa meglio di Ettore Messina, allontana la sua ombra, gioisce, sì, ma quasi con imbarazzo di fronte al presidente federale Gianni Petrucci che di fatto l’aveva sfiduciato, qualche mese fa, rivoluzionando il suo staff e avviando il ritorno dell’ex ct, ora tecnico e anche ds dell’Olimpia Milano.
Meo gli fa marameo, scriverebbe Claudio Pea, Meo fa marameo anche al ct serbo Kokoskov, che neanche si avvicina al centrocampo, per la stretta di mano. E’ stata la sera di Nico Mannion e di Achille Polonara, che meriterebbe di raggiungerlo in NBA, di un Fontecchio che gioca da NBA, con una incidenza che a Reggio Emilia si era solo intravista. E poi Tonut fa il Tonut, Pajola contribuisce e Melli dà lavoro difensivo anche se poco prolifico in attacco.
E’ l’Italbasket dei figli d’arte, di Nico Mannion che in prospettiva può fare decisamente meglio del padre Pace, di Stefano Tonut che già ora è andato oltre papà Alberto, bandiera di Livorno che avrebbe meritato uno scudetto, di Fontecchio figlio dell’ostacolista Daniele, di Nicolò Melli figlio di un pivot dilettantistico, avvocato, Leo, Leopoldo all’anagrafe. E’ un’Italia dominante, che fa sfigurare Teodosic, tanto grande nei playoff con la Virtus Bologna quanto dimesso nella sera più importante.
Perde la Serbia ed è la prima volta, contro l’Italibasket, a palazzetto pieno magari sarebbe finita in volata, gli azzurri sono stati bravi a evitarla. E’ un’Italia di talento, anche senza i talenti, Gallinari tornerà per le Olimpiadi, Datome e Belinelli difficilmente faranno il passo avanti, dopo averne compiuto uno indietro. E’ una bella Italbasket, bella come la Milano di Eurolega, terza in Europa.
Dovremmo passare il girone, con Germania, vincitrice a Spalato, con l’Australia, che eliminò gli azzurri a Sydney 2000, quando erano campioni d’Europa, con Tanjevic, e con la Nigeria. Si qualificano le prime 2 e le migliori due seconde, l’Italbasket proverà ad arrivare in semifinale, è probabilmente inferiore a Stati Uniti e Argentina, Spagna, Slovenia e Francia, se la gioca con la Germania e magari anche con la Grecia, semprechè nella notte gli ellenici precedano la Slovacchia.
Intanto, Sacchetti meriterebbe la conferma, adesso, a prescindere dal girone olimpico, di Tokyo. Non poteva non lasciare un segno. Il segnale sono stati gli oltre 100 punti, tipici del suo basket spettacolo, già visto a Capo d’Orlando e a Sassari, a Cremona.
Ha 68 anni, è un orso buono, alla fine vince lui. Era praticamente un ex, disputerà la terza olimpiade, dopo 2 da giocatore. Petrucci sottolinea che lo staff è tutto di tecnici di LBA, Bucchi, retrocesso con Cantù, Galbiati, salvo con Cremona, e accanto a Lele Molin. Magari avrebbe fatto con il suo, di staff, sarebbe cambiato poco. Esulta il presidente federale, disputerà la 13^ olimpiade, un record.
Adesso speriamo in un altro miracolo. Con Daniel Hackett avremmo avuto maggiori chances e anche con gli altri big. Ma l’Italbasket ha saputo vincere ugualmente la gara chiave.
I video con qualche immagine e commento di Rai e Sky