Di Ettore Messina contro Andrea Trinchieri ha scritto anche Walter Fuochi, su Repubblica.it, assolutamente inconsueto ascoltarlo così, ma l’allenatore dell’Olimpia Milano spiega perchè ce l’ha tanto con un collega magnetico, spesso guascone, che anni fa litigava con Massimiliano Menetti, poi divennero amici.
Qualche brano, dunque, del mitico giornalista bolognese.
“74-51, spicca il secondo numero, che in Italia fa vincere al massimo a boccette. Alla fine, si sono incrociati per i saluti a metà campo, senza strette di mano e col pugnetto da protocollo Covid onorato al minimo sindacale. Sfiorato appena, senza parole, gli sguardi altrove. Dopo, nella rituale conferenza stampa del dopogara, non si son più incrociati. Attriti e scintille lo stesso, contro ogni legge della fisica.
“Ho atteso invano e adesso parlo io”
Tocca per primo all’ospite, da cerimoniale, ma il Trinka non s’era ancora visto e Messina ha preso la parola. Quando l’addetto stampa del Bayern s’è palesato reclamando ad alta voce la precedenza di prassi, il padrone di casa ha sbottato. Più o meno: “Sono stanco, ho fatto pure una doccia, aspettato i venti minuti di regola e adesso parlo io”. Sigillando l’incidente con un “buon fottuto volo di ritorno”.
L’antefatto sono le interviste, a Il Corriere della Sera e a La Gazzetta dello sport, di Andrea Trinchieri.
“Vigilia di nuovo densamente elettrica, fin dalla lettura mattutina delle interviste che, a reti unificate, Trinchieri aveva dispensato ai tanti giornali che gliel’avevano chiesta. Perché l’uomo vive espatriato da un decennio, fra Russia e Grecia, Germania e Serbia, e perché non semina banalità, dotato di un’intelligenza vivace e semmai abrasiva: quella che, nelle ultime parole famose, gli aveva fatto bollare il basket italiano come il naufrago che passa “da un disastro all’altro”. Dura disamina, neanche troppo imparziale, avvertita come offensiva, se Messina quella punta d’iceberg di Cayenna l’ha issata oggi fra i primi quattro posti dell’Eurolega, con vista sempre più larga sui playoff, alla testa di un’Olimpia che vince e convince anche se, come col Bayern, le mancavano quattro giocatori”.
Andrea Trinchieri ha sempre vissuto di grandi rivalità, ma indubbiamente è bravo.
“E allora qui tirerà dritto – conclude Walter Fuochi – a polveroni depositati, il duellante Messina, e là, per continuare a costruire in Baviera, ha già una proposta di rinnovo biennale il duellante Trinchieri, milanese che non ha mai smesso di sognare la panchina di Milano, ma che ci trova ora un presidente piuttosto ostile (Messina, toh). In alternativa, se il Belpaese lo riattrarrà, potrebbe ascoltare offerte dalla consueta nemica Bologna, se la Virtus davvero cambierà Djordjevic, ripescato dall’esonero 40 giorni fa, e se, cercando per il mondo l’anti-Messina dei propri sogni, darà più ascolto allo scontro di caratteri che al risultato fresco di giornata”.
E insomma qui si profila la candidatura di Trinchieri per la Virtus, se vorrà cambiare e potrebbe essere il profilo giusto.
Il video del battibecco