Roma, 3 luglio – Fin dall’inizio di questo Mercato LBA 2020-21, c’era grande curiosità intorno alle mosse della Happy Casa Brindisi nell’estate dei grandi cambiamenti. Gli addii di John Brown e Kelvin Martin. La dolorosa rinuncia al Capitano Adrian Banks, accasatosi alla Fortitudo Bologna, ad alimentare le incertezze sulla prossima stagione e a tenere con il fiato sospeso una piazza inizialmente disorientata, ma reattiva nel fare blocco e compattarsi intorno alla società ancora una volta.
Il lavoro del General Manager Simone Giofré e di Coach Frank Vitucci è stato intenso e immediato per ripagare la fiducia dell’appassionato pubblico brindisino. Gli arrivi di James Bell, Derek Willis e Ousman Krubally hanno portato solidità ed esperienza. Quelli di Mattia Udom e Riccardo Visconti hanno dato energia e vitalità al gruppo degli italiani.
Si sentiva, però, la mancanza del colpo a sorpresa cui la dirigenza pugliese ci ha abituato negli ultimi anni. Quel giocatore che nessuno avrebbe immaginato possibile per una società come Brindisi. Ebbene, Simone Giofré ha fatto molto di più, riuscendo a firmare un bomber di razza come D’Angelo Harrison, un profilo di primo livello che ha lasciato un’ottima impressione di sé ovunque è andato a giocare. Una garanzia.
Chiudere un’operazione del genere, per un giocatore che si è messo in grandissima evidenza anche nelle ultime settimane, era già di per sé un’impresa. Farlo nel post lockdown, quindi in mesi di grande incertezze economiche e organizzative, vale doppio.
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Sarà quindi il texano di Missouri City la nuova guardia titolare della squadra allenata da Frank Vitucci e basterebbe questo commento su twitter da parte di Adrian Banks a fornire il certificato di autenticazione sulla bontà della scelta sul destinatario della sua eredità sul parquet del Palapentassuglia.
Tuttavia, è anche addentrandoci nella carriera del giocatore che si rintraccia facilmente il suo spessore. A partire dai 4 anni di college a St.John’s con una serie di dati e riconoscimenti eloquenti: terzo miglior marcatore nella storia dell’Ateneo, primo di sempre per triple realizzate e, addirittura, quarto miglior realizzatore all’interno della Big East ovvero la relativa Conference di appartenenza nel mondo NCAA.
Qualora non fosse sufficiente, vi ha aggiunto una nomina nel quintetto rookie dell’anno nel 2012 ed è stato inserito nel primo quintetto nel 2014 e nel 2015.
Anche entrando a far parte dei professionisti non ha perso il suo vizio principale: trovare il canestro senza sosta. Debutta in Turchia militando per due stagioni all’Usak Sportif con il primo contatto con una coppa continentale, la FIBA Europe Cup. Risultato? finisce in doppia cifra 31 volte su un totale di 48 partite sfiorando la soglia di eccellenza del 40% con i piedi dietro l’arco.
Altro giro, altro campionato, stesso impatto. Firma in Israele per l’Hapoel Gilboa Galil chiudendo la sua esperienza a 16.2 punti, 4.3 rimbalzi e 2.8 assist di media con 7 partite con almeno 20 punti realizzati e altre 3 con il trentello a referto.
Una macchina da punti sempre in funzione e perennemente famelica che approda in Russia per la stagione 2018-19, sponda Enisey Krasnoyarsk. I volumi realizzativi sono del tutto simili solo che migliora nei rimbalzi, arrivando a tirarne giù 6.4 a partita, nei tiri liberi (85%) e nelle conclusioni dentro l’area con il 44% da due.
Così arriviamo all’ultima stagione nella quale si è diviso tra la campagna francese con Le Portel, prima dell’interruzione, per poi fare le onde nella fase finale della Winner League israeliana con la maglia del Maccabi Rishion LeZion. In terra transalpina gioca 23 partite insieme al futuro compagno di squadra brindisino Ousman Krubally, con quasi 16 punti realizzati ogni allacciata di scarpe, 4.7 rimbalzi e 3 assist. In Israele fa ancora meglio perché trascina la squadra a un’insperata finale del campionato grazie a dei playoff da miglior scorer con 24.8 punti di media oltre che miglior giocatore per valutazione (31.0).
Il cammino si interrompe sul più bello per merito della corazzata Maccabi Tel-Aviv di Ioannis Sfairopoulos non senza soffrire però, costretta a sudarsi il successo conclusivo dall’incredibile prova balistica di Harrison: 38 punti (12/19 dal campo e 5/8 da tre punti), 6 rimbalzi e 5 assist.
Come non sia ancora arrivato a calcare palcoscenici di Eurolega o Eurocup non è chiaro. Questo poco importa a Brindisi, giustamente. I pugliesi potranno godersi le azioni di uno dei candidati naturali al titolo di capocannoniere della prossima LBA. Aldilà dell’aspetto individuale, questo è un giocatore che automaticamente aumenta il valore complessivo del mercato di Brindisi. E’ la classica ciliegina sulla torta, il giocatore che chiamerà certamente centralità nel progetto tattico e tanto pallone tra le mani, ma è anche colui che può caricarsi di responsabilità dalle quali molti tendono a nascondersi, rappresentando conseguentemente un possibile facilitatore in grado di elevare indirettamente il rendimento dei compagni, che potranno giocare più leggeri sul piano mentale.
Con questo acquisto Brindisi alza l’asticella confermando la propria candidatura playoff, ma anche proponendosi come realtà in grado di dare fastidio a tante squadre in FIBA Champions League, ben più di quanto sia stata in grado di fare lo scorso anno. La curiosità di vederlo all’opera nei nostri palazzetti (sempre se e quando si potrà farlo in prima persona) aumenterà di giorno in giorno.