Trieste, 6 marzo 2020 – E’ un incontro a dir poco importante questo Allianz Trieste vs OriOra Pistoia del 7° turno della LBA che si giocherà a porte chiuse per le ben note vicende. Sulla sponda giuliana la squadra sta vivendo le ultime ore prima di un confronto che potrà dare delle risposte significative in chiave salvezza.
Come sempre, coach Eugenio Dalmasson ha fatto il punto della situazione a 24 ore dalla palla a due:
“Il lavoro che abbiamo fatto in questo periodo di pausa, al di là delle ultime vicissitudini, lo avevamo programmato e siamo riusciti a tener fede ad esso, inserendo anche due amichevoli. Ovviamente sarà il campo a dire se avremo lavorato bene: ricordiamoci che siamo alla ripresa del campionato dopo una pausa veramente lunga”.
Dopo un mese di stop sarà difficile ripartire, come sottolinea lo stesso Eugenio Dalmasson:
“Non mi era mai capitato, finora, di avere una pausa così lunga durante la stagione. Abbiamo programmato il lavoro come fosse una sorta di precampionato, stabilendo che la prima fase fosse orientata principalmente sull’aspetto atletico, il che ci ha permesso di concentrarci anche su giocatori che magari, rispetto ad altri, erano un pò indietro. Poi abbiamo potuto fare anche tanto lavoro specifico a livello individuale: avere così tanto tempo ci ha permesso di aumentare ulteriormente l’accuratezza e l’attenzione verso i nostri atleti”.
Rispetto alla gara con Pistoia all’andata, coach Dalmasson ha le idee molto chiare:
“Si tratta ovviamente di una partita importante, ma non è l’unica: mancano diverse giornate alla fine della regular season. Sicuramente speravamo di poter giocare questo confronto di fronte ai nostri tifosi, che per noi sono una sicura fonte di incoraggiamento: averli al nostro fianco in una sfida come questa ci avrebbe fatto entrare in campo con ulteriore tranquillità. Il fatto di giocare la sfida con la OriOra a porte chiuse, oltretutto riprendendo dopo molte settimane, è un’incognita: sarà importante trovare subito feeling con il gioco e scendere sul parquet con la giusta concentrazione”.
Infine, sulle chiavi per la vittoria, ecco la convinzione di Dalmasson:
“Dobbiamo giocare il miglior basket possibile: siamo una squadra che ha le qualità per esprimere una pallacanestro di livello. Per vincere una sfida come questa, però, bisogna anche avere un atteggiamento fisico e mentale di pari livello. Dovremo fare una gara intelligente ma anche agonisticamente adeguata”.
Vediamo adesso la sponda biancorossa toscana. Michele Carrea conosce bene che dopo l’exploit di Roma ed il contemporaneo stato di crisi della stessa Virtus, la salvezza non più una chimera.
Ecco le sue parole:
“La squadra ha sempre lavorato in modo serio a livello sia fisico che tecnico in queste settimane, seppur preparandosi in funzione di una partita che non si è più giocata e non potendo disputare amichevoli visto che la situazione non lo permetteva: andiamo dunque a Trieste con i corpi pronti per la sfida, al netto di un deficit di ritmo che sicuramente riguarderà anche i nostri avversari. A livello mentale ci troviamo a dover far fronte a una situazione che non è normale e che coinvolge diversi fattori emotivi, non solo quelli legati alla nostra professione ma anche quelli che possono manifestarsi in ragazzi molto lontani da casa. Tuttavia la squadra ha sempre risposto positivamente ai feedback che gli sono stati dati, dimostrando serietà e professionalità. E questo vale anche per lo staff e per tutte le altre componenti del club”.
“Giocare a porte chiuse credo che sia un fattore abbastanza marginale rispetto al contesto generale. È chiaro che manca una parte importante dal punto di vista delle emozioni e dell’adrenalina, ma penso che in questo momento sia più difficile farsi carico di una situazione preoccupante che tocca le vite di tutti alle quali bisogna cercare di relazionarsi nel migliore dei modi per riuscire a performare”.
Due parole sull’inserimento di Culpepper:
“Ho la certezza di avere un giocatore estremamente disponibile che la squadra ha accolto bene: la difficoltà di aver fatto tanti allenamenti senza giocare c’è, in questo senso la partita di Trieste sarà una bella verifica. Rispetto alla prima versione dell’OriOra il playmaking cambierà molto, perché prima molte responsabilità passavano dalle mani di un grandissimo professionista e un grandissimo uomo come Zabian Dowdell, mentre adesso la gestione della palla sarà divisa tra diversi interpreti nel solco di quando progressivamente fatto nello sviluppo della nostra stagione”.
Infine ovviamente su Trieste:
“È un avversario di grandissima qualità, che ha cambiato tanto ma che al tempo stesso ha avuto molto tempo per lavorarci sopra, tecnicamente temibile per la qualità dei nomi nel suo roster, che avrà avuto le stesse difficoltà emotive a cui abbiamo dovuto far fronte anche noi. Resta l’ombra di giocare una partita importantissima per il nostro futuro che potrebbe essere decisa da situazioni extra campo invece che da fattori agonistici: speriamo che non sia così”.