Cermenate (CO), 21 dicembre 2019 – Per il 14° turno della LBA oltre alla delicata gara salvezza tra Pistoia e Pesaro in scena domenica 22 dicembre alle ore 12:00, ci sarà anche un pari, se non forse ancor più delicato match all’Allianz Arena di Trieste tra i padroni di casa dell’Allianz Trieste e la S.Bernardo-Cinelandia Cantù.
Due squadre con motivazioni differenti e reduci entrambe da un doppio turno, in trasferta e negativo per Trieste, KO a Roma prima ed a Reggio Emilia domenica scorsa ed invece positivo ed in casa per Cantù, vincente in casa prima vs Varese e domenica scorsa vs Treviso.
Inutile scrivere che per i Giuliani, fermi a sole tre vittorie, battere domenica 22 Cantù invece a quota cinque vittorie appare mandatorio se si vuole iniziare a risalire la china in classifica.
Ecco le parole di coach Cesare Pancotto, capo allenatore di Cantù, che ha così presentato il prossimo impegno:
«Come prima cosa voglio iniziare facendo i complimenti a Carlo Recalcati, al quale il CONI ha di recente consegnato un importante riconoscimento per tutto quello che ha fatto e per tutto quello che ancora farà per questo sport. Io personalmente lo ringrazio perché mi ha dato la possibilità di vivere l’esperienza della Nazionale e di vincere una medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo. Il secondo ringraziamento è rivolto a Corban Collins e per il percorso che ha svolto in questi quattro mesi, in cui ci ha portato tutta la sua energia e la sua professionalità, aiutando tutti noi a essere migliori. A Corban, che si era calato in questa avventura con grande determinazione e grande spirito, faccio un grande in bocca al lupo».
Allora, con Trieste che gara sarà?
«Con Trieste giochiamo in trasferta e quando siamo lontano da casa ci attendono sempre più mission: la prima sarà quella di farci trovare pronti a partire dalla nostra difesa, perché quando si gioca in trasferta si possono avere a volte meno certezze. Poi, ovviamente, dovremo stare attenti a tutte le voci dalle scout, cercando di disputare una gara solida, limitando gli errori e tenendo alte le nostre percentuali al tiro. Con Trieste ci saranno delle lacune da colmare e questo è per noi motivo di grande motivazione: in alcuni ruoli potremmo soffrire di centimetri, di atletismo e di talento, starà a noi colmare questi gap. Un’altra nostra mission sarà quella di limitare o accorciare i tempi dei break negativi, perché fuori casa sono ancora più pericolosi che in casa. Anche se questa squadra ha dimostrato ormai da diverse partite di saper recuperare, è sempre meglio evitare di dover compiere grandi rimonte, perché ovviamente più errori si fanno e più si sprecano le energie per recuperare il risultato. Quanto alle statistiche, invece, ricordo ancora una volta che in campo non ci vanno i numeri, bensì le motivazioni».
Un ricordo anche al suo passato…
«Trieste vuol dire sei anni della mia carriera. Se penso a Trieste mi si apre il cuore: ci sono tantissimi tifosi che conosco personalmente e il pubblico triestino lo rispetto davvero tanto. È un pubblico caldo, competente e corretto,
che sa spingere la squadra a esaltarsi in campo. Loro sono una squadra lunga, atletica e di talento. In panchina, infine, hanno un coach esperto come Eugenio Dalmasson che siede su quella panchina da dieci anni. Se di Attilio Caja dicevo che, di Varese, conosce anche i seggiolini del palazzetto, di Dalmasson dico addirittura che lui conosce nomi e cognomi di tutti i tifosi».