Il primo e minimo obiettivo è stato raggiunto e più facilmente di quanto il terribile pre Mondiale lasciasse immaginare: Italia-Angola 92 a 61 e passaggio al secondo turno assicurato per i ragazzi di coach Sacchetti. La gara con gli africani è stata solo un poco meno facile di quella con le Filippine perchè il livello di ingaggio fisico proposto dagli angolani è stato superiore ed in parte anche quello tecnico.
Ma quando dopo una partenza di studio ed adattamento nel primo quarto per cinque minuti, Belinelli ha messo la tripla del 14 ad 8 ed Hackett subito dopo ha doppiato gli avversari, 16 ad 8, la nostra Nazionale non ha più guardato al punteggio come se fosse un problema ma ha pensato solo a giocare nel modo migliore. Già alla fine dei primi minuti di gioco eravamo 25 ad 11 con le trame del nostro gioco molto chiare: difesa d’anticipo, transizione e contropiede ogni volta che era possibile, altrimenti gioco contro la difesa schierata con molta calma sapendo che un buon tiro sarebbe arrivato.
E quando nel secondo tempo Jeff Brokks è salito in cattedra ed in cielo con le sue braccia per stoppare e prendere rimbalzi importanti e segnare canestri importanti, il divario si è allargato perchè un concentratissimo Hackett ha saputo mettere in ritmo tutti: Gallinari, Datome, Belinelli ed appunto Brooks ed Abass entrato subito in contatto col canestro. All’intervallo 44 a 21 con niente che facesse pensare ad un rientro dell’Angola.
Che infatti non c’è stato perchè ad inizio del terzo periodo Belinelli, Gallo e Datome hanno allungato ancora sul 52 a 26 e l’Italia a questo punto si è rilassata lasciando che anche gli avversari segnassero qualche canestro di più ma senza mai perdere il filo del gioco in attacco, anzi trovando nuovi protagonisti offensivi in Tessitori, Della Valle e di nuovo Abass a segno da tre, non proprio la sua specialità, 70 a 42 dopo 30 minuti.
La serie iniziale del quarto tempo ha fatto pensare che l’Italia volesse spingere per arrivare a 40 punti di scarto cosa molto vicina sull’84 a 50 di metà periodo ma qualche azione vicino al ferro degli angolani ha permesso loro di tornare vicino ai trenta e di chiudere con una disfatta meno disonorevole ed all’Italia con una prestazione convincente sul piano del gioco e della concentrazione, mantenuta fino al 40°. A segno, come si vede dal tabellino, 10 dei 12 andati in campo ed anche questa è una buona cosa.
Gli unici due dettagli sono due reazioni inutili. Una di Belinelli ad 1’01 dalla fine del primo quarto che ritenendo di aver subito fallo mentre la squadra andava verso la panchina per il time out chiamato da Sacchetti si è fermato a parlare con un arbitro sul punteggio di 39 a 21. Poi però il bolognese in uscita dalla sospensione ha piazzato la tripla del 42 a 21 ed allora va bene così.
Quella inconcepibile è accaduta a 16″ dal termine. Gentile a contatto con Paulo lo spinge via in modo vistoso. Fortuna per lui che il numero 9 dell’Angola reagisce male e prova a dargli una testata che gli costa l’espulsione. A Gentile viene fischiato un fallo antisportivo che però come gravità viene superato dalla pessima e brutta reazione dell’angolano ma in una partita del genere un’azione come quella del casertano non ha senso: che accadrebbe con la Serbia cioè con giocatori molto più furbi ed “attori” di Paulo?
Eduardo Lubrano