Roma, 25 agosto 2019 – “Virtus is bAck” recitava la maglia celebrativa della promozione in Lega A della Virtus Roma.
Oggi in una afosa Domenica di fine Agosto, dopo la prima galoppata
vs Syracuse University della domenica scorsa, anche io nel mio piccolo ho fatto ritorno ad una partita
live della
Virtus perchè, senza nascondermi, non vedevo una gara dal vivo della
Virtus Roma dai tempi di
Luca Dalmonte e
Nicola Alberani.
Ho seguito le stagioni di A2 a distanza; indipendentemente dai risultati, nonostante la Virtus Roma avesse stabilito prima il proprio quartier generale dietro casa mia e poi a pochi minuti di auto, non sentivo alcun interesse per le sue vicende sportive.
Poi un nuovo innesco. “Papà, vorrei fare basket il prossimo anno” mi fa il più grande dei miei bambini.
Premessa: sono figlio di un giocatore della prima Stella Azzurra, ho giocato una decina di anni per divertimento, ho fatto l’ufficiale di campo per pochissimo e ho la tessera federale da allievo allenatore.
Alla domanda di mio figlio, quindi, rispondo che il Gioco è una cosa seria e iniziamo a guardare qualche gara in TV. Si appassiona.
Vediamo Space Jam. A questo punto, vuole vedere una partita dal vivo.
E quindi, organizzo.
Seguo le istruzioni impartite dalla Virtus Roma per la prenotazione biglietti via mail. Pronto riscontro da parte della società (14 minuti).
Eccoci al Tellene. Parecchio caldo per noi in tribuna, figurarsi per i giocatori.
Posizionati davanti al canestro in cui si sta scaldando Scafati, prima parte con preparatore e poi con pallone.
Primi terzi tempi, qualche tiro da fuori e poi qualche schiacciata.
Il gesto tecnico che più piace. E così è per i miei bambini.
La gara, o scrimmage che dir si voglia, va via veloce; squadre in fase di preparazione ma a perdere, come sempre, nessuno ci sta.
Venendo alla
Virtus Roma, senza guardare a tabellini e parziali: mi sembra una squadra ben costruita sul perimetro, con
Jerome Dyson che ha/avrà le chiavi della squadrato.
Sotto i tabelloni,
Davon Jefferson è una presenza, seppur giustamente in rodaggio;
Giovanni Pini ha allargato spesso il campo e a rimbalzo offensivo e difensivo ha dato un buon apporto, soprattutto nelle cosiddette “spizzate” verso i compagni.
Mike Moore invece non mi è dispiaciuto da un punto di vista atletico e di presenza sul campo; diversi errori al tiro ma siamo all’inizio della stagione e ci sta; il movimento di tiro è fluido e i canestri arriveranno.
Mi sono piaciuti molto per concretezza e coinvolgimento nei giochi sia
Tomas Kyzlink che
Roberto Rullo: alcuni giochi prevedono ampie spaziature e avere tiratori sul lato debole, rende la squadra più pericolosa.
Insomma una buona prova, di una squadra che lavora duro. Il lavoro si vede e il lavoro paga.
Infine, il titolo dell’articolo parlava di un ritorno, il mio e di un inizio…beh, venendo via dal Tellene, mio figlio mi fa: “Quando comincio basket?”
E allora, partiamo dalle piccole cose. Cara Virtus Roma, promuovi bene la tua stagione e ne trarrà giovamento l’intero movimento.
Piero Bucchi
«Ovviamente c’è ancora tanto lavoro da fare, abbiamo nel roster molti stati di forma diversi visto che ad esempio Dyson e Jefferson sono arrivati dopo e abbiamo deciso di concedergli pochi minuti. Manca un mese all’inizio del campionato e da martedì, quando ci ritroveremo, dobbiamo aumentare intensità e lavoro per prendere ritmo visto che saremo anche con più ragazzi a disposizione, non ultimo Kevin Cusenza che si aggiunge al roster. Come normale in questo momento della stagione ci sono cose positive e altre delle quali prendere nota per metterle a posto».
Virtus Roma – Givova Scafati 84-82
Parziali: 18-24; 31-18; 13-27; 22-13
Virtus Roma: Moore 10, Alibegovic 6, Rullo 11, Dyson 18, Baldasso 1, Spizzichino, Pini 2, Spinosa 7, Telesca ne, Abbruciati 2, Paternesi ne, Jefferson 13, Kyzlink 14. All. Piero Bucchi.
Givova Scafati: Markovic, Putney ne, Tommasini 13, Crow 2, Lupusor 13, Contento 10, Ammannato 4, Rossato 2, Fall, Frazier 24. All. Giulio Griccioli.
Giorgio trumpet Rovacchi