“Ho fatto immediatamente lo screenshot. Non siamo nelle prime 10, voglio tenermelo nel telefono come motivazione”
Questa è stata la prima impressione di Marco Belinelli di fronte al post dei social di FIBA che inserivano l’Italbasket come undicesima nel loro personale power ranking. Si tratta però della classifica della federazione internazionale di basket, aspetto che ha regalato al Beli un altro motivo di rivalsa in vista dei prossimi mondiali di Cina 2019.
Marco Belinelli è il giocatore più esperto della nazionale azzurra: a 33 anni compiuti, 12 stagioni NBA ed un anello alle spalle è uno dei leader del gruppo di Meo Sacchetti. Forse meno vocale di capitan Gigi Datome, il giocatore di San Giovanni in Persiceto dosa le parole ma le utilizza alla perfezione. In campo invece deve uscire dai propri schemi stabiliti in NBA e tornare ai primi anni della sua carriera. Da tiratore specializzato dei San Antonio Spurs, si dovrà trasformare in ball-handler, giocatore di pick n’roll ed essere capace di costruirsi i tiri invece che farsi trovare aperto.
Il compito di Belinelli in nazionale
In questi ultimi anni, il compito di Belinelli in Italbasket ha sempre scoperto alcuni aspetti del suo gioco che per forze maggiori sono rimasti sopiti negli ultimi anni di NBA e non necessariamente si tratta di un bene per gli azzurri. Purtroppo, al contrario di Gallinari, il giocatore bolognese è meno poliedrico offensivamente e quando si trova a fronteggiare guardie èlite, spesso deve cedere il passo, regalando possessi e punti agli avversari.
E’ però vero che giocatori capace di attrarre così tanta gravità difensiva sono pochi a livello europeo. Belinelli è un tiratore eccezionale e ciò significa che gli avversarsi dovranno adattare il proprio sistema alla sua pericolosità: questo aprirà spazi per le entrate di Gigi, Danilo e Gentile.
Belinelli ha una capacità innata da segnare tiri impossibili: la sensibilità dei suoi polpastrelli potrebbe spezzare le difese con tiri “from way downtown” ma non deve essere sottovalutato il suo ruolo all’interno dello spogliatoio. Belinelli è un vincente, ha un anello alle dita ottenuto da settimo/ottavo uomo ed il suo apporto psicologico sarà essenziale per gli azzurri nei momenti più critici.
Come si presenta Belinelli alla #RoadTo Fiba World Cup 2019
L’estate di Marco è stata particolarmente tranquilla. Dal punto di vista della propria carriera NBA, la guardia degli Spurs può godere di una altro anno di contratto sotto la guida di coach Popovich: il ritorno a San Antonio dopo l’esperienza ai Sixers si è dimostrata però sottotono. Non le migliori percentuali dal campo (e dall’arco) in carriera ed una forma fisica che latitava. A giustificare uno shooting ballerino c’è un grande cambiamento nelle gerarchie e nel tipo di gioco apportato in questi ultimi anni da Popovich e dal suo staff. La formazione neroargento, in seguito all’arrivo di Aldridge e DeRozan, ha una diversa fisionomia da quella dell’ultimo titolo e Beli ha dovuto lavorare per entrare nei meccanismi.
Belinelli non ha dovuto pensare alla free agency perchè gode della tranquillità di un altro anno di contratto garantito ed anzi, ha potuto stappare la bottiglia per festeggiare una nuova partnership con Ubi Banca che tanto sta puntando sugli atleti nostrani per sponsorizzare i propri servizi. Ci sono tutti i presupposti per credere che il nostro Marco si stia concentrando solo ed interamente sul mondiale.
Il pre-mondiale di Cina 2019
Anche Marco era entrato nella polemica di fine settembre 2018 che aveva coinvolto coach Meo Sacchetti e Danilo Gallinari: “Dire o far capire che ci sono persone che non pensano alla Nazionale o che della Nazionale se ne fregano è una delle cose che mi ha dato fastidio. Se ci fossero dei problemi, preferirei che Meo me ne parlasse a voce, dicendo il nome delle persone a cui fa riferimento, senza parlare in generale” aveva dichiarato Belinelli.
Meno di un anno dopo e con una qualificazione ai mondiali ottenuta, gli animi si sono calmati, la pace è stata fatta e Belinelli si è reso disponibile a giocare la kermesse cinese. Nei tornei pre-mondiale, l’Italia non ha sfoggiato grande brillantezza, anzi le pesanti sconfitte con Serbia e Grecia hanno dimostrato come ci sia ancora lavoro da fare. La mancanza di Hackett, fermato da un virus intestinale, oltre che Gallinari e Datome raffreddano gli animi mentre Belinelli si è dimostrato abbastanza positivo, cercando di trascinare offensivamente la squadra insieme a Gentile.
Marco sarà presente e giocherà l’ultimo torneo che vedrà Italbasket fronteggiare Francia e Serbia prima dell’esordio con le Filippine. Nel frattempo comunica ai propri compagni la necessità di essere squadra, di lavorare a rimbalzo e correre tanto in campo. Belinelli sarà un leader a cui aggrapparsi nei momenti decisivi.
Giuseppe Bruschi