Carimate (CO), 18 giugno 2019 – E’ arrivato oggi Cesare Pancotto a Cantù per presentarsi ufficialmente alla stampa e per iniziare a preparare la prossima stagione in qualità di Head Coach ma anche per prendere confidenza con un ambiente che si aspetta molto da lui. Un allenatore dal grande pedigree, un gran lavoratore e soprattutto la persona che serve per incendiare i cuori canturini, di fatto nell’ultima stagione a dir poco sorpresi dalle vicende societarie e che vogliono tornare a voler pensare solo alla pallacanestro in campo.
Ad introdurre Cesare Pancotto come nuovo allenatore dell’Acqua S.Bernardo Cantù ci ha pensato Daniele Della Fiori, general manager di Pallacanestro Cantù:
«La carriera di un allenatore come Cesare Pancotto parla da sola e la scelta di puntare su di lui è stata immediata. Per la stagione che sapevamo avremmo dovuto disputare e che disputeremo, Cesare Pancotto rappresentava e rappresenta indubbiamente il profilo più adatto. È un tecnico navigato, al quale però piace ancora accettare nuove sfide, con tanto entusiasmo e stimoli importanti».
Anche il Presidente in pectore Davide Marson del team lombardo ha detto la sua:
«Sono molto felice di trovarmi in un posto in cui, sei anni fa, affrontavamo discussioni totalmente differenti: non pubblicamente ma tra di noi parlavamo delle tante difficoltà che avremmo dovuto superare. Devo dire che ce l’abbiamo fatta, siamo riusciti a superare insieme ogni ostacolo e per questo ringrazio Sergio Paparelli, che è sempre stato al mio fianco, lui è il cuore e il motore della Pallacanestro Cantù. Per me Cesare Pancotto è un maestro e l’ho sempre reputato tale sin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati. Di lui apprezzo tantissimo che, in tutti questi anni di carriera, ha sempre lanciato molti giovani. Così come noi, Cesare Passato in passato ha vissuto alcuni momenti difficili, quindi sa cosa voglia dire ripartire da capo. Spero, dunque, Pancotto possa essere un esempio da seguire per noi tutti».
Ecco poi, proprio lui, Cesare Pancotto:
«Come prima cosa mi preme ringraziare chi e cosa c’è stato prima di questa nuova avventura. Un grazie, dunque, va a Montegranaro per la stagione precedente, mentre un altro grazie va a Cantù perché mi sono sentito scelto. E questa per me è una motivazione enorme. Avverto la sensazione generale di voler fare la cosa giusta. Credo che in questo momento dell’anno non serva a nulla fare proclami, il primo obiettivo deve essere quello di incarnare i valori di Cantù e della “canturinità”, questo è quello che mi è stato chiesto di fare come prima cosa. Nello sport non è importante da dove proviene una persona, conta avere dei valori come cuore, passione e ambizione. Questo non è il tempo delle promesse, è il momento di lavorare e di prendersi delle responsabilità. Io, così come nella vita, cerco di essere sempre positivo e propositivo. Entro nella storia di Cantù in punta di piedi e con grande orgoglio, voglio essere contagiato dai tifosi fin da subito, così da trasmettere la passione di questa gente ai miei giocatori. Ogni tappa della mia carriera è come una cicatrice: ci sono situazioni, giocatori e staff che ti fanno crescere. Se per noi sarà l’anno zero? No, ma vogliamo partire dai valori e dagli italiani. Potremmo anche lasciare uno o due stranieri fuori dal quintetto titolare, non lo escludo, sarebbe una scelta per avvalorare la tesi sulla forza e sul valore degli italiani. Abbiamo due obiettivi: desiderio e necessità. Desiderio perché vorremmo prendere tutti i giocatori che ci piacciono, necessità perché dobbiamo far fronte ad un budget limitato. Ma, pur con un budget ristretto, non ci vogliamo far mancare niente, questo è sicuro».
Redazione All-Around.net / Ufficio Stampa Pallacanestro Cantù