Per una volta proviamo a sovvertire le cose e partiamo – per raccontare la vittoria della Zeus Energy Group Rieti sulla Virtus Roma 71 a 65 – dai commenti del dopo gara dei due allenatori. Il coach Alessandro Rossi è quello di Rieti, autore di un’impresa: “Roma ci ha oggettivamente dominato per due quarti e mezzo, facendo vedere perché è la squadra più forte del campionato, giocando con estremo controllo e capacità di scelta. Nel primo tempo siamo stati puniti dalle percentuali basse al tiro e da un secondo quarto con basso profilo difensivo. Siamo stati troppo frettolosi e frenetici, soprattutto in attacco, nei primi 15 minuti di gioco. Successivamente la partita è cambiata e tutto il merito della vittoria va ai ragazzi, con il loro grande carattere ed il senso di compattezza che non è venuto meno neanche sotto di 21 punti con la prima in classifica. C’è stata una grande reazione, prendendo anche grandi rischi, allungando la difesa a cambiando sistematicamente e quando abbiamo trovato l’onda dell’energia siamo riusciti a ribaltare la partita. Io sono orgoglioso dei ragazzi e anche loro devono esserlo”.
Ed ecco il commento di Piero Bucchi allenatore di Roma: “Abbiamo giocato 31 minuti eccellenti, poi abbiamo avuto un blackout. Bisognerà parlarne in settimana e capire cosa ci ha portato a spegnerci. Abbiamo dimostrato di saper giocare per quasi tutta la gara in un match spigoloso sin dall’inizio, Rieti ha preso fiducia su qualche canestro e l’inerzia è stata dalla loro parte”.
Ovviamente hanno ragione tutti e due. Nella ricostruzione di coach Rossi magari c’è qualcosa in più a favore dei suoi ragazzi ma come dargli torto? Sprofondata a -21 sul 38 a 59 al 26° di gioco la sua squadra sembrava assolutamente nelle mani della Virtus Roma. O meglio nelle mani Henry Sims ed Amar Alibegovic che sin lì avevano mostrato il primo di essere un giocatore capace di lottare e gestire palloni importanti anche per i compagni (5 assits oltre a 10 rimbalzi e 16 punti nella sua partita) ed il secondo di essere un’attaccante con un talento ancora da esplorare fino in fondo (14 punti e 7 rimbalzi) a costo di perdonargli qualche sciocchezza difensiva.
Dopo un primo quarto di lotta intorno al pallone a spicchi più che di gioco, chiuso infatti sul 14 a 15 per la Virtus perché la tensione per l’importanza della partita ha prevalso su tutto lasciando spazio alla potenza fisica delle due contendenti, ai tanti contatti subito sanzionati dagli arbitri – mamma mia che brutta qualità di fischi… – per evitare che si esagerasse, nella seconda frazione di gioco la qualità tecnica media della Virtus ha lentamente preso il sopravvento complice il nervosismo dei reatini incapaci letteralmente di fare canestro quanto invece capaci di caricarsi di falli al punto che Toscano dopo 3 minuti ne aveva già 4. Allora Sandri con una tripla ha messo il primo vantaggio un pò serio romano, poi Chessa, Sims con un due+uno, Alibegovic ed ancora Sims e la Virtus al 15° era più 10, 28 a 38. Da qui in poi la formazione ospite è stata solida sui due lati del campo rendendo difficile percorrere la via del ferro a Bobby Jones e compagni e mettendo pressione sui tiratori. Il 30 a 44 di metà partita era esemplificata molto bene dalla cifre: 6 su 19 da 2 e 2 su 11 da 3 per Rieti con il parziale della frazione chiuso 16 a 29.
La partenza del terzo periodo è stata di quelle arrembanti per Rieti che con due canestri di Vildera si è riportata a meno 10 mentre la nuova aggressività difensiva ha messo la Virtus in confusione: un tiro solo e due palloni persi in due minuti e 20″. Poi Sims ha svegliato i suoi con un altro 2+1 e subito dopo Sandri ha piazzato una tripla che issato Roma sul più 16, 34 a 50 con 6′ e 15″ da giocare fino alla terza sirena della gara. E’ stato come se qualcuno avesse dato una mazzata sulla testa di quelli della Npc Rieti stroncando la loro furia. E fino al minuto 26 è stata una sinfonia virtussina in campo con la difesa di Bucchi perfetta nel chiudere non ogni spazio ma ogni ipotesi dentro la quale far passare il pallone e l’attacco a trovare soluzioni in ogni modo: un gioco alto basso con Sims e Landi; uno tra Sims ed Alibegovic; poi Sims per sè stesso e Landi da tre. 38 a 59, con 4 minuti da giocare. Il primo campanello d’allarme è suonato, o meglio avrebbe dovuto suonare nella testa dei giocatori di Roma con i due liberi concessi a Casini che ha fatto due su due per 40 a 59 ma poichè subito dopo Alibegovic ha segnato un canestro pazzesco e si è tornati sul più 21 per i romani, forse nessuno ci ha pensato. Poi però i liberi che Rieti si è guadagnata nell’ultimo minuto di gioco sono stati 6, 4 per Casini e 2 per Jones, che li hanno messi a segno tutti a fronte di uno solo realizzato dall’altra parte da Nic Moore per un punteggio che dopo 30′ era di 46 a 62.
Quarto periodo. Il crollo della Virtus, il capolavoro di Rieti. Gli ospiti escono dalla gara forse convinti di avercela fatta (come con Capo d’Orlando e Trapani) smettono di difendere e di attaccare. Rieti attacca con un vigore ed una nuova furia agonistica accompagnata però da molta lucidità e dalla pazienza raccomandata dal suo coach. Casini suona la tromba con un’entrata da sinistra – la sua mano – troppo facile – Jones fa un contropiede da una parte all’altra del campo e poi ruba un pallone in difesa e parte verso il canestro avversario a tutta birra. Baldasso pensa bene di opporsi ad uno tanto più grosso e potente di lui con una manata sulle mani al momento in cui questi stacca per il terzo tempo: fallo antisportivo. Jones fa uno su due ma sulla rimessa Bonacini bello solo mette la tripla, 54-62 e non sono passati neanche 3 minuti. Subito dopo la difesa romana concede a Juan Macos Casini un’altra facile entrata dritta a canestro sempre da sinistra e dopo la palla persa da Sandri sulla quale Bucchi chiama timeout ancora l’italo argentino di Rieti mette il canestro del 58 a 62 con 5’20” da giocare. In tutto questo Roma è un insieme di errori al tiro da tre, palloni buttati, tentativi di dare la palla sotto canestro impossibili, fatta eccezione per un canestro inventato da Sims. Ed allora quando scocca il 5° Antino Jackson accorcia ancora, 61 a 64, Moore butta un ennesimo pallone, Casini sbaglia una tripla ma Carenza si guadagna due liberi che concretizza: 63-64 con 4 minuti e spiccioli da giocare. E quando di minuti ne mancano 3 il giustiziere di Roma – come lo fu al PalaLottomatica, l’ex Bobby Jones, firma il sorpasso 65 a 64. E per non lasciare dubbi su chi avrebbe vinto la gara poco dopo mette anche una tripla per il più 4, 68-64. Per non lasciare nulla di intentato Nic Moore si fa stoppare da Jackson che è poco più alto di lui e parte la tonnara dei falli sistematici negli ultimi 50 secondi. Rieti ne segna 3 su 4 on Casini (ottima scelta di Rieti di fargli avere la palla visto che viaggia intorno al 90% dalla lunetta) e Roma solo uno con Sandri. Il parziale del quarto periodo sembra quello di una gara di Minibasket tra una squadra fortissima ed una di bambini al primo mese di attività: 25 a 3.
Altro?
Eduardo Lubrano