La semifinale tra Virtus Roma e Lavoropiù Fortitudo Bologna, 80-89 per i bolognesi ha davvero avuto due facce come si dice in certe occasioni. La prima si è vista per 15 minuti ed è stata quella magnifica della Virtus Roma che ha giocato una pallacanestro perfetta.
Grande difesa, attenzione nei passaggi e nei dettagli dei movimenti, pazienza in attacco nella ricerca dell’uomo messo meglio per tirare, velocità senza frenesia nel ribaltare il gioco ed una precisione al tiro da Rodeo: 7 su 10 da tre e 10 su 12 da due. Risultato dopo 15 minuti appunto 30 a 43 per la squadra di coach Piero Bucchi con poca opposizione di fronte a tanta magnificenza da parte della F Bolognese. Protagonisti di questo show tutti: da Nic Moore playmaker intelligente ad Henry Sims spettacolare nel giocare non spalle a canestro ma di fronte e dai cinque metri; da Marco Santiangeli autore di triple siderali – una anche fortunosa – a Roberto Prandin pericoloso anche in attacco oltre che utilissimo in difesa; da Andrea Saccaggi a Tommaso Baldasso letali nell’inserirsi in questo meccanismo. Soprattutto è stato Sims con la sua posizione anomala a fare la differenza perché oltre a fare canestro ha aperto l’area per le penetrazioni dei compagni mandati a canestro ance dalle sue mani educate.
Poi…Poi…Antimo Martino coach della Lavoropiù ha deciso di averne visto abbastanza di una Fortitudo così pigra e distratta ed ha alzato un pò la voce chiedendo ai suoi di metterci energia nel campo. E finalmente – almeno per lui, la squadra ha risposto utilizzando tutte le sue infinite caratteristiche a disposizione. Da Fantinelli playmaker col fisico di un’ala piccola a Rosselli ala forte con le mani di una guardia e con tutti i movimenti di un giocatore di pallacanestro oltre che con l’esperienza della sua età; da Leunen il regista per eccellenza pur essendo un lungo a Pini silenzioso esecutore finale degli schemi offensivi. Loro quattro sono stati quelli che nella seconda metà del secondo quarto hanno rimesso in piedi Bologna conquistando falli e buoni tiri che hanno concretizzato il parziale (14 a 6) che alla fine del quarto ha rimesso Bologna nella scia della Virtus sul 44 a 47.
E poi…E poi…Leunen ha dato il la al terzo quarto di rimonta e sorpasso della F scudettata: Pareggio che si è concretizzato sul 54 pari con una tripla di Venuto a -5’24” dal termine, poi Hasbrouck ha superato sul 58-57 perché Landi ha messo una tripla e da lì è partito il furore di Stefano Mancinelli: tre canestri di seguito in tre modi di versi senza che lo stralunato – e forse stanco – Henry Sims capisse da che parte arrivasse questo “marziano mancino”. In mezzo due canestri pregevoli di Alibegovic, ma ancora Mancinelli e Fantinelli hanno dato sostanza al vantaggio bolognese che dopo 30 minuti ha chiuso sul 69 a 63.
E poi…E poi…E’ entrato in partita anche Carlos Delfino sin lì – per sua stessa ammissione nel dopo partita – “dannoso per la squadra”: canestri d’autore, penetrazioni, falli conquistati, assit e quant’altro di utile per far sì che dopo 2 minuti e 44″ il punteggio fosse 77 a 63 per la F con Roma inebetita di fronte al diesel ormai lanciato degli avversari ed ora guidato ad occhi chiusi da Martin Leunen con Sims in panchina dopo qualche pasticcio in attacco. Poi anche il più 18, 88-70 prima della logica frenata controllata felsinea che ha permesso alla Virtus di dimezzare lo svantaggio negli ultimi due minuti.
Qui c’è il tabellino
Piero Bucchi
«Sapevamo che la Fortitudo è un’ottima squadra. Abbiamo giocato degli ottimi 25’ poi abbiamo avuto un momento di blackout. Avevamo le rotazioni accorciate e la stanchezza l’ha fatta da padrona nel finale. Dobbiamo prendere fiducia da quello che di buono è stato fatto, essere sereni e, da qui, ripartire.».
Aristide Landi
«Queste due partite di Coppa Italia hanno evidenziato qualche disattenzione difensiva da parte nostra. Sappiamo bene che per esprimere un buon gioco dobbiamo rimaniamo compatti sia in difesa che in attacco. Ora testa alle sette finali che ci aspettano in campionato, che non possiamo assolutamente sbagliare».
Eduardo Lubrano