Roma, 19 febbraio 2019 – Nel posticipo del 7° turno del girone di andata del girone Ovest della Serie A2 la capolista Virtus Roma in missione perde in malo modo in casa vs la Benfapp Capo D’Orlando per 73-74, dimostrando inusitati limiti caratteriali e sprecando un #MatchBall virtuale per consolidare il primato in classifica nei confronti delle dirette inseguitrici, nello specifico nei confronti della Zeus Energy Rieti (sconfitta anche lei a Latina sabato sera), che dista ancora due punti ma che riceverà l’Urbe il 17 marzo e che vincendo, appaiandola in classifica, sarebbe prima in virtù della vittoria all’andata per 75-85.
Una gara iniziata lentamente, proseguita lentamente e finita troppo lentamente per la Virtus Roma in missione che, sia chiaro, non ha dalla sua le caratteristiche della 4×100 della Giamaica primatista del mondo ma che non è riuscita quasi mai ad accellerare come avrebbe e saputo fare, a fronte tra l’altro (ironia della sorte), quasi della miglior prova difensiva come approccio e come sistema nel contenere Brandon Triche e Jordan Parks, accesisi a sprazzi e non come si temeva.
Ma di questo parleremo dopo, adesso spazio alla gioia sconfinata e meritata in casa Benfapp Capo D’Orlando a fine gara, dopo aver espugnato il PalaAgnelli di Bergamo domenica scorsa nel 6° turno del girone di ritorno, ecco un altro colpaccio ai danni forse della migliore squadra del girone, disputando una gara attenta, accorta, per nulla trascendentale ma di una durezza mentale di spessore fuori dal comune. Come anche ribadirà a fine gara lo stesso coach Marco Sodini, era facile mollare la gara dopo il terzo periodo, dal parziale di 25-15 in favore della Virtus Roma in missione, chiudendo il terzo parziale sul 59-52 e nel quarto periodo andando ancora sul più +7 (69-62 al 37′ di gioco). Eppure i biancoazzurri di Sicilia non hanno mollato un fico secco, hanno ribattuto con calma all’ottima difesa della Virtus Roma in missione chiudendo la gara con un mini-parziale negli ultimi 3′ di gioco finali sul 4-12. Adesso la Benfapp Capo D’Orlando è terza a quota 28 punti assieme a Bergamo ma precede in classifica i bergamaschi in virtù degli scarti negli scontri diretti. Due vittorie consecutive che vinte fanno tutta la differenza del mondo.
I protagonisti? Sì, certamente il solito duo Brandon Triche e Jordan Parks, con il primo da 21 punti ma con medie al tiro dal campo pessime (4/17), e con ben 7 palle perse ma con un ottimo 11/12 ai liberi mentre l’ex-Trieste ha chiuso con 19 p.ti e con un buonissimo 60% dalla lunga. Ma a leggerla bene la gara i veri protagonisti questa serata magica in maglia Orlandina sono stati due italians: Jacopo Lucarelli e Matteo Laganà, perchè la doppia doppia di Davide Bruttini non fa nemmeno più notizia (12 p.ti e 14 rimbalzi). L’ala livornese ha messo dentro un fantasmagorico 4/4 dalla lunga mentre il terzo figliolo di Luca Laganà, ex-ala forte di spessore della Viola Reggio Calabria in Serie A nel 1983, ha messo dentro le due triple decisive per mettere prima vicino le due squadre al 33′ (59-55 per la Virtus Roma), e dopo per consegnare il prezioso vantaggio alla Benfapp, questa volta sparando dall’angolo, in solitaria e beata tranquillità per il 70-73 a -56″ dalla fine: che freddezza e che talento, signori!
Inoltre questa sera ha fatto vedere una capacità tattica che in passato l’aveva un pò tradita, come ad esempio nel -21 di Biella del 31 gennaio scorso, e che invece oggi ha messo in crisi l’attacco romano, in verità apparso anche troppo compassato e poco mobile rispetto al recente passato grazie anche alla chiusura sistematica del proprio pitturato da parte dei paladini di Sicilia, pitturato in cui la Virtus Roma in missione ha collezionato un brutto 37%. Comunque sia attenzione adesso a questa Orlandina, con ben 5 gare da disputare in casa nelle 8 restanti da quì sino al 29 aprile perchè potrebbe veramente fare il colpo gobbo. Domenica riceverà prima Casale Monferrato eppoi il 10 marzo, dopo la Coppa Italia di LNP, la Zeus Energy Rieti.
Perlomeno, pur nella serata storta, la Virtus Roma in missione ha mantenuto lo scarto a proprio favore ma per il resto le buone notizie si fermano quì. Come accennato prima, dopo aver dominato il derby cittadino vs la Leonis Roma il 31 gennaio scorso, chiudendo il famoso ciclo delle tante gare consecutive in gennaio, la Virtus Roma in missione già a Casale Monferrato aveva mostrato un’insolito rallentamento nel ritmo di gara a prescindere dalla splendida tripla vincente di Andrea Saccaggi. Questa sera, a conferma che qualcosa sembra essersi interrotto nel proprio gioco, l’Urbe non è quasi mai riuscita ad imporre il ritmo che avrebbe desiderato e, come detto prima, nonostante abbia recuperato ben 8 possessi, è riuscita ad allungare il divario dai siculi solo di +8 punti al 12′ (21-13), eppoi al 26′ con un +9 grazie ad una tripla di Nic Moore (46-37).
Tanti errori a campo aperto ma soprattutto, ed in controtendenza, 30 tiri da due e ben 29 da tre, evento quasi mai avvenuto in stagione che i tiri dalla lunga quasi pareggiassero i tentativi da dentro l’arco per la Virtus Roma in missione. Ma gli errori ci possono stare, quello che non ci può stare, sportivamente parlando ovviamente, è il disastroso 12/22 dalla linea della carità: alla fine, quando perdi di un solo punto, puoi cercare di fare tutte le analisi del mondo ma con il 55% dalla lunetta raramente – se non quasi mai – si vince. E purtroppo una media statistica così deficitaria dimostra tensione, poca serenità e poca lucidità, per non dire “paura” o l’aver sentito troppo l’importanza di questa gara, per i motivi accennati prima in apertura dell’articolo e che ho accennato ieri nella preview di presentazione.
Passa quindi in secondo piano anche l’esordio di Roberto Prandin arrivato ieri da Siena, oggi in campo solo per 5′ di gioco che dovrebbe aumentare ancora di più la forza difensiva dell’Urbe e purtroppo passa in secondo piano la ritrovata vena da fuori di Capitan Massimo Chessa dai numeri in questa stagione mortificanti per uno come lui (oggi 3/5 dalla lunga ma soprattutto la tripla del 73-73 a – 14″ dal termine, come ai bei tempi!), ma non passa in secondo piano un’altra gara interlocutoria da parte di Nic Moore. I numeri dicono stasera 18 p.ti, il top scorer della squadra perchè Henry Sims si è dedicato a raccattare sfere di cuoio vicino al ferro (18 rimbalzi…E 14 punti), ma cosa dire di alcune sue scelte nel corso della gara? E cosa dire dell’ultimo tiro, quello che avrebbe potuto consegnare la gara alla Virtus Roma in missione, preso dalla lunga quando invece sarebbe stato più logico avvicinarsi al ferro e provare anche a subire un fallo, tirando così dalla lunetta lui che questa sera aveva un 100%? Forse sarebbe il caso di sondare con attenzione il mercato, qualora capitasse un’occasione sarebbe un peccato farsela sfuggire, oggi questa prestazione poco serena denota una tensione, anche logica, che potrebbe essere un problema da quì a fine stagione. Nelle ultime 8 gare del torneo le avversarie della Virtus Roma in missione saranno tutte con il coltello tra i denti per centrare i propri obiettivi, per questa ragione occorrerebbe aumentare il numero di punti nelle mani e di esperienza in seno al roster sempre, lo ripeto, qualora capitasse qualche occasione interessante.
Comunque, da domani occorre dimenticare in tutta fretta questa partita, non voltandosi indietro pensando magari all’occasione sciupata di poter mettere un piedino in LBA già da oggi, tenendo Rieti a debita distanza. Sotto questo punto aspetto personalmente ho negli occhi, ferma l’espressione di coach Piero Bucchi a fine gara in sala stampa: solare, quasi sorridente seppure amareggiato, ad accettare con serenità il duro verdetto del campo ma assolutamente consapevole che da domani si riparte nel battagliare, cancellando la negatività di questa sera. Non dimentichiamolo, aldilà di tutti i ragazzi che scendono in campo in ogni gara, che è realmente lui il vero valore aggiunto di questa Virtus Roma in missione!
Sala Stampa
Virtus Roma – Benfapp Capo D’Orlando 73-74
Parziali: 16-10; 18-27; 25-15; 14-22
MVP: facile Brandon Triche con i suoi 21 punti o Jordan Parks con i suoi 19 ma io premio Matteo Laganà, classe 2000, che si prende e mette dentro le due triple decisive per il match. Buon sangue non mente!
WVP: purtroppo Amar Alibegovic, che all’andata aveva fatto scintille con 19 punti, oggi buca letteralmente la gara.
Fabrizio Noto/FRED