Tempo di bilanci di fine andata per il girone Est di Serie A2 2018-19, ovvero le 15 partite che hanno consegnato una classifica per una volta con poche sorprese. Le posizioni di vertice sono infatti occupate dalle squadre che si consideravano più attrezzate alla vigilia, con la chiara favorita Fortitudo ad occupare saldamente il primo posto. Classifica che si sta via via dividendo in tronconi, con un piccolo scalino scavato tra le prime sei ed il resto del campionato e battaglia aspra nella parte destra.
La capolista
(foto FB Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)
Primo posto, dunque, per la Lavoropiù Fortitudo Bologna. Estate in cui non si è lasciato nulla al caso, con il chiaro obiettivo di sfruttare la formula ed evitare la lotteria dei playoff. Così via ad un roster un po’ più attempato ma perfettamente in grado di gestirsi in un impegno settimanale. Soprattutto quando bastano pochi minuti ad alta intensità per risolvere le partite, con la squadra apparsa a tratti dominare con facilità imbarazzante. Il colpaccio Leunen, dall’alta classifica LBA alla serie inferiore, si è confermato sul campo, architrave di un attacco con altri ottimi passatori come Rosselli e Fantinelli rebus irrisolvibile per qualunque difesa. A beneficiarne Pini, spesso autore di ottimi bottini personali. A mettersi in proprio ci pensano poi Cinciarini ed il top scorer Hasbrouck, che comunque spesso hanno la pazienza di attendere il momento giusto per colpire. Ci si può anche permettersi di dare a Mancinelli tutto il tempo per recuperare la giusta forma. 14-1 il record, +6 sulla seconda del girone Est: alla vigilia si diceva che solo i playoff avrebbero potuto dare qualche problema, al momento sembrano lontani.
Le qualificate alla Coppa
Non una sorpresa nemmeno l’immediata inseguitrice, la Dé Longhi Treviso. La squadra della Marca non si è fatta scoraggiare dallo scontro diretto perso alla terza giornata lanciandosi all’inseguimento dei bolognesi. Le convincenti vittorie a Montegranaro e con Verona, il buon impatto di Tessitori e Imbrò oltre che di Burnett sembravano porre anche le basi per un tentativo di aggancio, frustrato dalle sconfitte con Assigeco e Udine. Insuccessi che hanno portato la società a decidere per separarsi da Wayns, leader designato in precampionato e mai all’altezza del pedigree. Ci vorrà ancora un po’ per il rientro di Tomassini senza dimenticare che la squadra ad inizio stagione era stata pensata in vista dei playoff.
Terza piazza per la Tezenis Verona, che sta vedendo finora premiata la coraggiosa scelta estiva. La strana coppia Amato–Ferguson, con il secondo disposto a partire dalla panchina, ha infatti mostrato con il tempo sempre più cenni di un’intesa che sembrava difficile. Ad aiutarli la crescita di Henderson, bravo ad adattarsi a colpire negli spazi lasciati dai compagni. Così dopo la partenza diesel da 4 punti in 6 partite sono arrivate 9 vittorie consecutive, molte delle quali per un margine minimo. Sintomo di una squadra che ha mostrato pochi cedimenti mentali ma una certa difficoltà a chiudere la partite. Al di là del reparto esterni il vero colpo del mercato estivo, Candussi, ha avuto un rendimento pari alle attese mostrando anche una crescita difensiva e a rimbalzo. A tenere unito il tutto il fondamentale Severini, la curiosità è come la squadra sopperirà alla prospettata lunga assenza di Udom nel momento in cui il calendario torna in salita.
Buona conferma al secondo anno di A2 per la XL Extralight Montegranaro. Squadra che non è più una sorpresa ma una conferma, ambiziosa già dall’estate con l’arrivo di Pancotto e l’affiancare Simmons al confermato Corbett. Lieve e fisiologico rallentamento dopo una partenza a razzo che l’aveva vista per un tratto come anti-Fortitudo, ripresa giusto in tempo per sprintare e prendere la quarta piazza per la Coppa da disputare in casa propria. Corbett ha confermato il rendimento anche lontano dall’amico Powell, ben rimpiazzato da Simmons. Stagione positiva anche per Palermo, tornato ai livelli offensivi mostrati a Legnano dopo il passo indietro realizzativo a Verona, qualche segno del tempo per un Amoroso comunque ancora affidabile. Due sconfitte contro le squadre appaiate ai marchigiani, che però si sono mostrati capaci di condurre per 35’ sul campo di Verona prima di sciupare tutto in un finale incredibile.
Le inseguitrici
(foto FB Pallacanestro Forli 2015)
Prima delle escluse dalla top4, ma con piazzamento che comunque permetterebbe il fattore campo nei playoff, la Unieuro Forlì. Fatale la sconfitta ad Imola, con i romagnoli che si sono tolti comunque diverse soddisfazioni in questa andata, permettendosi anche di andare vicini al colpaccio nell’inespugnabile Paladozza. Non si può parlare di Forlì senza partire da Lawson, che ha dato la sensazione di non essersi ancora calato nuovamente nella serie inferiore mettendo comunque assieme alcune partite di livello. Roster interessante anche se apparso a tratti un po’ corto, con Pierpaolo Marini ormai tra i migliori italiani del campionato e Johnson e Giachetti a dividersi le responsabilità.
Al sesto posto la prima delle squadre non soddisfatte del piazzamento, la GSA Udine. Squadra partita con grosse ambizioni, con la coppia americana Marshawn Powell–Trevis Simpson affiancata da un pacchetto italiani di assoluto livello. Proprio questo però ha faticato a dare un contributo costante, con il solo Cortese oltre la doppia cifra di media e qualche equivoco difficile da risolvere come i dilemmi Pellegrino-Mortellaro e Penna-Spanghero. Cavina è apparso spesso sulla graticola, l’andata però si è chiusa con una vittoria convincente contro Treviso alla quale bisognerà dare continuità.
Zona playoff
Seconda parte del gruppo che si apre con la OraSì Ravenna. La squadra affidata a Mazzon ha saputo capitalizzare al massimo le occasioni, ponendosi in una solida posizione di classifica nonostante qualche sconfitta pesante di troppo. Adam Smith oltre i 20 di media è tornato il realizzatore scatenato che si era già visto a Roseto, alti e bassi per Hairston. Il resto dipenderà da quanto Laganà e Montano sapranno tornare del tutto protagonisti, per una squadra che sembra avere comunque qualcosa in meno di quelle che la precedono.
Ultima delle squadre della parte sinistra la Naturelle Imola Basket. Non si è inventato niente quest’anno in riva al Santerno, ricorrendo alla più classica formula per un campionato tranquillo in A2. Due americani di livello, BJ Raymond e Tim Bowers, italiani di esperienza come Emanuele Rossi e Robert Fultz. Squadra che ha vissuto un po’ di alti e bassi, mostrando talvolta una faccia diversa a seconda dell’avversario. Significative proprio le ultime due uscite, mai in partita a Montegranaro e esaltante vittoria nel derby contro Forlì. Quanto basta per non cadere nelle sabbie mobili.
Chiude la zona playoff la Pompea Mantova. I virgiliani hanno ridimensionato obiettivi e ambiziosi rispetto agli anni scorsi, ma hanno dimostrato prontezza nel raddrizzare una barca in difficoltà. L’ingaggio di Veideman al posto del deludente Warren si è rivelato un acquisto azzeccato, con l’estone subito oltre 20 punti di media e 3 vittorie su 5 dal suo arrivo. Oltre le aspettative anche l’impatto di Morse, qualche buon segnale anche da un Visconti finalmente con spazio dopo qualche stagione di troppo a minutaggio ridotto.
Appaiati a Mantova a quota 12 l’Assigeco Piacenza. Partita a fari spenti e in grado di togliersi importanti soddisfazioni, come i colpi esterni sui campi di Verona e Treviso. Squadra che ha avuto alti e bassi dall’attesa stella Murry, che a tratti ha fatica ad avere il giusto impatto offensivo. Esito positivo invece per la scommessa sulla voglia di rivalsa di Sabatini, molto utile anche l’esperienza di Formenti alle migliori cifre realizzative in carriera. A chiudere una andata di poche vittorie ma pesanti il successo nel primo derby piacentino.
Il gruppo compatto
La festa promozione di Piacenza (foto FB Pallacanestro Piacentina)
Cinque le squadre raggruppate a quota 10, tra chi è partito subito pronto a lottare per non retrocedere e chi si aspettava magari di più. Tra le seconde sicuramente la Baltur Cento. 8 punti nelle prime 6 gare ma poi appena 2 nelle 9 successive per la squadra di coach Benedetto. Piove sul bagnato, con la superstella James White costretta a fermarsi per alcune settimane e apparsa in calo nelle ultime partite. A Yakhouba Diawara il compito di non farlo rimpiangere.
Stato d’animo opposto per i Roseto Sharks, apparsi in buona crescita nelle ultime giornate. Come sensato aspettarsi da una squadra con ampia componente di giovani dal vivaio Stella Azzurra guidati dal talento di Akele. Tanti applausi ma pochi punti con Treviso, Verona e Fortitudo a superare gli abruzzesi solo in volata, ora è tempo di raccogliere quanto seminato.
A quota 10 anche l’altra piacentina, la Bakery. Unici a battere la capolista Fortitudo, corsari a Montegranaro ma poche altre luci per loro. Il trio Green–Voskuil–Crosariol è apparso a tratti a corto di benzina, con i compagni di squadra che faticano a salire di livello di conseguenza. Difficile trovare continuità così, significativa la sconfitta in casa con Cagliari appena dopo il successo contro Bologna
Croce e delizia Mike Hall per la Bondi Ferrara. Lo scorso anno l’ex Olimpia protagonista di una stagione di alto livello, quest’anno prima l’infortunio poi la brusca separazione con addio in direzione Cassino. In sua assenza la squadra è apparsa più compatta, con Swann anche oltre i 40 punti, ma senza particolari miglioramenti a livello di risultati. Per risalire la china il Kleb si è lanciato sul mercato con la firma di Folarin Campbell ed altre trattative in corso.
Campionato finora sottotono per l’Aurora Jesi, anche sfortunata in qualche occasione come nel finale infuocato di Ravenna. Dietro Dillard ed Andre Jones si è vista solo la crescita di Totè, ma soprattutto una difesa spesso in difficoltà. Servirà di più per scalare una classifica comunque corta.
La coda
Fanalino di coda la Hertz Cagliari, a quota 6 punti. Qualche sussulto per la Dinamo Academy sul finire dell’andata, con le due vittorie contro Bakery e Jesi frutto dell’ottimo impatto di Janelidze. I sardi sembrano voler dare ancora un senso alla lotta salvezza.
La classifica
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Lorenzo Peretti