Un vecchio adagio recitava che a furia di tirare la corda poi si rischia che si spezzi. E’ un immagine che ben ricalca l’ultimo mese di Eurolega dell’Olimpia Milano con le tre sconfitte consecutive arrivate dopo un ottimo periodo: ma se le due subite in trasferta ci possono stare dato anche il livello medio-alto degli avversari, la sconfitta in casa contro un volitivo ma non trascendentale Gran Canaria non può essere accettata di buon grado, sia per il modo con cui è avvenuta sia per le ripercussioni che essa potrà avere nel futuro prossimo della squadra campione d’Italia.
Se avete avuto modo di guardare tutta la partita dal vivo o in tv converrete che la stanchezza, il piattume, la non bellicosità generale tolte notabili eccezioni hanno reso questa Olimpia una lontana parente di quella ammirata fino a un mese fa.
Per onestà intellettuale bisogna anche ricordare come le vittorie al fotofinish contro Khimki ed Efes abbiano un pochino nascosto sotto al tappeto la polvere di un gioco che si basa molto sulla freschezza atletica per costruire un vantaggio sulla difesa da tramutarsi in un tiro da tre punti non contestato.
Ora che la freschezza viene meno (non dimentichiamoci comunque l’assenza pesantissima di Nedovic), calano oltre al numero dei tiri aperti anche le percentuali di realizzazione: e per una squadra dal dna offensivo questo è un bel problema anche perché la difesa non riesce a pungere come dovrebbe ed anzi va spesso in tilt anche contro avversari non certo irresistibili nell’uno contro uno ma esiziali nel punire atteggiamenti lassisti e scelte sbagliate specie sul pick and roll. E contro esterni stanchi e non difensori naturali gli spagnoli sono andati a nozze.
Piuttosto dallo staff tecnico mi sarei aspettato variazioni tattiche tipo una zona per rompere il ritmo bailado degli spagnoli che hanno abilmente cloroformizzato la partita fino all’ingresso di Cinciarini, ma ormai è chiaro che Pianigiani non reputa tale difesa un arma da mettere nella faretra biancorossa e ne fa volentieri a meno.
Ma tutti questi discorsi tattici non possono prescindere dalla presenza del giusto atteggiamento mentale: è qui che l’Olimpia è mancata maggiormente, pochi giocatori sono scesi in campo con lo spirito giusto, tra i quali certamente il capitano. Ovvio però che non possa sempre essere lui l’uomo della provvidenza.
Buttato nella mischia dopo 25 minuti quasi per disperazione Cinciarini ha fatto vedere cosa significa dare sempre tutto per la maglia. Non solo per i canestri e le palle rubate ma anche per il tentativo spesso riuscito di mettere pressione sulla palla, di fare quel lavoro sporco che non va nel boxscore ma fa vincere le partite anche se non è stato questo il caso, purtroppo. Ovvio che il suo è l’esempio da seguire per facilitare il lavoro di coach Pianigiani.
Sulle scelte del coach: non abbiamo capito molto dei soli 13 minuti in campo per il Cincia e abbiamo capito ancora meno i soli 5 minuti dati a Jerrells. Non è in forma? Problema fisico? Altro motivo? Chissà, certo è che questa squadra non si può permettere un primo cambio degli esterni così evanescente. O torna a livelli accettabili, oppure la società a mio parere deve tornare sul mercato per prendere un nuovo esterno.
Anche Kuzminskas ha giocato poco,però senza demeritare a mio avviso e poi si è completamente afflosciato nel momento della sostituzione con Brooks esattamente 3 secondi dopo aver infilato l’unica tripla di serata, tiro che sembrava averlo messo in partita emotivamente pur non trovando mai minuti da ala piccola anche in una serata in cui Micov è stato uno dei peggiori in campo. A mio parere bisognerebbe provarlo da 3 dando minuti a Burns da 4 in attesa di interventi sul mercato.
Molto bene invece oltre al capitano il solito Gudaitis che ha giganteggiato in area ed ha fatto vedere contro dei lungagnoni come Pasecniks e Balvin il perché è considerato uno dei migliori centri europei. E devo dire che mi è piaciuta la scelta di cavalcarlo in attacco rifornendolo di palloni in post basso visto che Arturas ha attaccato sempre con convinzione guadagnandosi molti liberi e molti falli .
Da segnalare poi il rientro di Della Valle che già contro Cantù potrebbe giocare decisamente di più e anche dare qualcosa in più del poco offerto in questa partita come d’altra parte è normale dopo un periodo di assenza così lungo.
Arriviamo ora al capitolo James: quasi 38 minuti anche a sto giro, e difatti gli ultimi tre sono stati deleteri. Nel basket non si inventa nulla, se sei stanco è facile compiere scelte sbagliate oppure eseguirle male. Nel resto della partita ha convissuto come al solito tra la voglia di mettersi in proprio ad ogni possesso ingolosito dal fatto che né Radicevic né Oliver avrebbero potuto limitarlo e la necessità di far giocare anche i compagni.
Non sempre ci è riuscito ma non mi sento di criticarlo per questo poiché questa tipologia di giocatori è così: a volte ti levano le castagne dal fuoco, altre volte le castagne sarebbero da tirarle in testa….certo è che il suo minutaggio rimane troppo elevato.
Ora, parere di chi scrive e non da oggi, bisogna che la società torni sul mercato innanzitutto per sostituire Nedovic dato lo stato di forma di Jerrells e della poca fiducia che il coach da a Cinciarini in campo europeo. E poi anche per puntellare il roster prendendo quell’ala pivot di cui dall’estate si sente parlare ma che pare la società non voglia prendere ( ne abbiamo scritto qui https://all-around.net/2018/11/20/lega-a-poste-mobile-2018-19-mercato-olimpia-milano-dalla-g-league-occasioni-interessanti/ ).
Vedremo se si muoverà qualcosa dopo questa brutta sconfitta che precede un tour de force pazzesco per l’Olimpia. Si inizia domenica a Desio nel derby contro una Cantù squattrinata e ferita ma piena di orgoglio che potrebbe mettere in difficoltà i biancorossi specie se dovessero avere l’atteggiamento visto al Forum per lunghi tratti contro il Gran Canaria.
Cristiano Garbin
@garbo75