Due tre giorni fa dopo la nona sconfitta consecutiva, la Presidentessa della BPC Virtus Cassino, Donatella Formisano, in conferenza stampa ha usato toni molto forti nei confronti del gruppo della squadra. Parole pesanti che sono rimbalzate in tutta Italia perché raramente un presidente racconta di cose dello spogliatoio, del fatto che i giocatori “…Si destano, non si vanno incontro, mancanza di educazione…Non vorrei essere la vostra mamma, ecc…ecc…”.
Ecco le sue parole
Mario Boni che è il Vice Presidente della Giba, ha scelto di rispondere alla signora Formisano con una lettera aperta:
Gentile Presidentessa Donatella Formisano,
ho sentito, ascoltato e compreso i 22 minuti e 20 secondi della sua conferenza stampa. Mi permetta, perciò, di scriverle il mio pensiero, che è anche quello dell’Associazione Giocatori che mi onoro di rappresentare.
Nella mia pluriennale carriera mi è capitato di avere presidenti vulcanici, che a volte hanno passato il segno per troppo amore verso la loro squadra, anche dicendo cose delle quali si sono poi pentiti o che non pensavano. Io credo, avendola compresa, che lei sia incappata nello stesso errore: lasciarsi trasportare da una gara persa sul filo di lana e dal fatto di avere una classifica avara. Mi creda: può succedere. L’importante è però saper rimediare, inseguendo l’unica finalità che un presidente ha: il benessere del suo sodalizio cestistico.
Parliamo dei suoi giocatori. Lei ha mancato loro di rispetto, ferendoli sia sotto il profilo professionale sia sotto quello umano, arrivando a dire che non vorrebbe essere la loro madre. Presidentessa, la prego: chieda scusa ai giocatori per quelle frasi frettolose e figlie della frustrazione, perché un sodalizio cestistico o è una cosa sola oppure non è. Quindi se lei offende la sua squadra, implicitamente sta offendendone anche lo staff tecnico e la dirigenza, perché ciò che si vede in campo è il frutto, distillato, di scelte gestionali di inizio stagione, settimane di lavoro e organizzazione.
Passiamo ora agli arbitri. E qui le parla un giocatore dai mille falli tecnici subiti, che però ha capito che – così come non c’è partita senza avversario – non c’è gara senza direttore di gara. Gli arbitri sono gli uomini delle regole e insinuare dubbi su un fischietto stigmatizzandone la provenienza geografica apre le porte a una ventata di “ismi”, pericolosissimi sia nel nostro amato sport sia nella civile convivenza alla quale oggi più che mai dobbiamo tendere. Gli arbitri sono uomini, quindi sbagliano. Se sono bravi, sbagliano meno dei giocatori in campo, altrimenti sbagliano come loro, imparando dagli errori e crescendo. Certo, in un basket perfetto le partite sarebbero giocate da 10 robot e arbitrate da 3 robot, ma sarebbero infinite perché senza errori. E lei capisce bene che noi dobbiamo tendere a governare i processi umani.
Mi scusi se mi sono allargato, perché avrei dovuto prendere posizione solo nei confronti dei giocatori che noi tuteliamo come GIBA, ma la verità è che noi amiamo il basket in tutte le sue componenti. Noi non siamo una lobby né difendiamo giovani viziati, ma tuteliamo giocatrici che vogliono diventare mamme, giocatori non pagati, atleti a fine carriera che vogliono entrare nel mondo delle professioni, facendo tutto quanto serve per mettere i lavoratori del mondo della pallacanestro nelle migliori condizioni possibili. E lo facciamo da 36 anni, dal 1982, lottando giorno dopo giorno per un basket giusto e solidale. Sono certo che, conoscendoci meglio, lei ci apprezzerebbe.
Presidentessa Formisano, forza e coraggio dunque. Riabbracci i suoi giocatori, per poi procedere insieme verso i prossimi impegni, onorando la maglia e il campionato.
Uno sportivissimo in bocca al lupo, da un vecchio giocatore.
Mario Boni