L’Olimpia dopo la trasferta infelice in terra catalana si rituffa nel campionato italiano con la consapevolezza di aver fatto il massimo e con la faccia serena di chi ha finora raccolto ottimi voti in pagella che si sono tramutati in una classifica soddisfacente in entrambe le competizioni.
D’altra parte era umanamente impensabile pretendere di più dal punto di vista del risultato contro il Barcellona stante le assenze di Nedovic soprattutto ma anche di Della Valle e dato un calendario assassino che tra l’altro ha mietuto diverse vittime illustri come ad esempio il Cska caduto a Podgorica contro il Buducnost.
Non fa bene a nessuno giocare ogni 2 giorni con trasferimenti inclusi e speriamo quindi che con l’allargamento prima a 18 e poi a 20 squadre si introduca la formula con due gironi distinti così da giocare meno partite e dare più importanza alle stesse: oggidì con questa formula il pathos delle top 16 di qualche anno fa è un lontano ricordo, tutto (emozioni comprese) è molto più diluito.
Detto questo bisogna comunque dire che le energie per i biancorossi sembrano scarseggiare anche perché le statistiche dicono che alcuni milanesi sono tra i più utilizzati di tutta la manifestazione e qui entrano in gioco le scelte di Pianigiani.
Da più parti, specie quando si perde, si invocano rotazioni più ampie e maggior uso della panchina: una linea di pensiero che anche da queste colonne e a più riprese è stata promossa. Soprattutto in campionato l’ex coach azzurro dovrebbe dare maggior spazio a chi gioca meno e soprattutto dovrebbe far riposare di più gli uomini cardine, Micov in particolare.
Io metterei un time cap in LBA a 10 minuti per il serbo, tolte magari certe partite un pelo più difficili dove può arrivare a 20. Per facilitare questo compito sarebbe bene che l’Olimpia integrasse la rosa con un sesto italiano in grado di stare in campo, ma di questo parleremo poi.
James è l’altro uomo chiave: tutti dicono sia lui che vuole sempre giocare però anche qua va fatta una scelta drastica limitando a meno di 20 i minuti in campionato se lo si vuole al 101% in Eurolega, contando anche su un incremento di condizione e presenza in campo di Santo Subito Jerrells.
Anche perché ad Iron Mike bastano veramente pochi minuti per girare e vincere qualsiasi partita in Italia ma non è facendolo giocare ogni volta 35 o più minuti che lo si aiuta a mantenere freschezza. La stagione è lunga e i conti si fanno in primavera, sarebbe bene non spremerlo troppo adesso.
Permettetemi una critica allo staff tecnico premettendo che il lavoro fatto fin qui è stato di ottima fattura. L’integralismo tattico di Pianigiani a volte è stucchevole; mai una difesa a zona o zona mista, mai una variazione nelle rotazioni che metta in difficoltà l’avversario, mai una reazione alle mosse di quel volpone di Pesic quasi fosse rassegnato all’ineluttabile foglio giallo del referto. Ha unicamente provato per pochi minuti i tre piccoli con Kuzminskas da 4 e in una partita contro una delle migliori squadre a rimbalzo non è sembrata l’idea del secolo.
Non è la maniera di allenare che prediligo (eufemismo) e quindi dico che mi piacerebbe vedere maggiore duttilità tattica, magari la partita di stasera con Kuz da 3 o mettendosi a zona qualche minuto la si poteva riaprire chissà…. non è la prima volta che Pianigiani mostra questi limiti di conduzione sul campo (Italia-Lituania, do you remember?) pur riconoscendo essere un grande lavoratore in palestra e un coach che prepara minuziosamente le partite.
Capitolo mercato: Proli in settimana ha chiuso la porta a qualsiasi approdo in nome degli equilibri di squadra ma siamo sicuri sia la mossa giusta? Io no, per niente..anzi sostengo che questo sia un anno più che buono per provare il colpaccio della conquista delle Final 4, quello insomma che non è riuscito nel 2014 all’Olimpia anche a causa di parecchia sfortuna.
Ad oggi il campo ci ha detto e ci sta dicendo che nessuna squadra è talmente superiore alle altre da tener chiuso il pronostico. Certo ci sono delle favorite naturali (le solite Real, Cska, Fenerbahce) ma a mio parere con un paio di innesti mirati l’Olimpia può raggiungere quel livello perché l’impianto di squadra è buono, collaudato e performante.
Quindi perché non fare un (anzi, due o tre..) piccolo sforzo in sede di mercato per ampliare il roster? Le lacune e le mancanze di questa squadra sono chiare dall’inizio dell’anno e in partite come quella contro il Barcellona vengono sottolineate con l’evidenziatore giallo fluo. Non servono campioni o giocatori di talento che spostino gerarchie ed equilibri ma operai specializzati che elevino la qualità della panchina e aumentino le varianti tattiche, ad esempio.
Una ala pivot da tenere fino alla fine della stagione europea in primis ma anche un cambio di Micov se Pianigiani non si convince che Kuzminskas e Fontecchio possono giocare in Eurolega da ala piccola. E poi come detto un italiano che prenda il posto dell’under che ogni domenica Milano è costretta dai regolamenti a mettere a referto. Anche qua basterebbe uno specialista (meglio difensivo) che sappia stare in campo in serie A per limitare ancora di più i minuti di chi deve poi giocarsela in Europa.
Ora arriva la Vanoli Cremona e non sarà facile per l’Olimpia considerando la stanchezza accumulata fin qui ma un eventuale passo falso non conterebbe più di tanto. Urge quindi riposare mentalmente e fisicamente per ritrovare freschezza in vista dell’appuntamento clou di questa fine di novembre: giovedì prossimo a Kaunas sarà una battaglia contro una squadra che fa dell’energia e dell’intensità un modus vivendi e che però viene da due sconfitte casalinghe,ergo non può perdere ancora tra le mura amiche. Vietato quindi presentarsi in Lituania scarichi e a corto di benzina nei serbatoi pena figuraccia assicurata e ritorno con le classiche pive nel sacco.
Garbin Cristiano
@garbo75