La partita tra Olimpia e Reggio Emilia è la fotografia del degrado della competitività del nostro campionato di basket di Serie A: due squadre con budget e roster pazzeschi (Milano e Venezia) e tutte le altre a far nozze coi fichi secchi o giù di lì.
Ovvio che quando due squadre dagli obiettivi e dalle risorse ben diverse si scontrano l’equilibrio regna fintanto che la big di turno decide di giocare al 20-25% del proprio potenziale per non disperdere energie preziose da destinare alle coppe europee: quando schiaccia un attimo sull’acceleratore la partita sostanzialmente finisce lì.
E così è stato in un questo remake della finale scudetto di un paio di anni fa (tre i reduci di allora: Mussini, Cinciarini e Della Valle in maglia diversa), con l’aggravante di una Reggio Emilia salita al Forum praticamente senza pivot visto che né Elonu né Cervi hanno potuto giocare.
Oltre alla loro anche l’assenza di Butterfield ha pesato, quindi era chiaro a tutti fin da subito che si sarebbe trattato di un allenamento o poco più.
Lode comunque ai ragazzi di Cagnardi che nei primi due quarti hanno messo in mostra un buon basket riuscendo ad andare all’intervallo sotto appena di un punto. Poi ovviamente Milano al ritorno dagli spogliatoi ha deciso di chiudere la pratica con un perentorio 31-13 nel terzo quarto; copione non certo inusuale specie per le grandi squadre e l’Olimpia in questa stagione lo è.
Poco da dire sui singoli : James ha trotterellato nel primo quarto salvo poi mettersi in proprio nel terzo quando ha deciso di mettere una pietra sopra alla partita con una raffica di triple. Bene per carità, ma fossi in Pianigiani un minimo di fastidio per vedere 11 triple tentate in 17 minuti mi verrebbe se cercassi una squadra con più bilanciamento offensivo e più coralità.
Sembrava quasi che il buon Mike l’avesse con qualcuno in particolare ma ormai sappiamo che alle volte all’ex Phoenix Suns piace prendersi dei tiri anche in maniera quasi sprezzante verso il malcapitato difensore, oppure dall’altissimo coefficiente di difficoltà giusto per vedere l’effetto che fa.
Detto di James e sorvolando su Micov, che aveva la stessa voglia di giocare di un impiegato del catasto il lunedì mattina di lavorare e un serbatoio di energie vuoto come quello di una Red Bull a fine Gran Premio, passiamo ad analizzare le prestazioni del gruppo italiani dell’Olimpia.
Se per Cinciarini la partita contro la sua ex squadra non è mai banale, infatti anche stavolta ha ben giocato, e se per Della Valle il concetto è identico a quello del capitano (tranne che per Amedeo era la prima volta contro Reggio), per Fontecchio questo era un banco di prova probante vista la presenza di un giocatore tra i più talentuosi ed imprevedibili di tutta la serie A. Marcare Ricky Ledo non è mai cosa semplice ma il buon Simone ha dato il meglio di sé e difatti si è beccato pure gli elogi del suo coach a fine partita.
Ha fatto bene anche in attacco anche se bisogna contestualizzare data la difesa reggiana non proprio ermetica: comunque passi in avanti, io arrivo a dire che meriterebbe qualche minuto anche in campo europeo, almeno finché Nedovic non ritorna (difficile contro il Darussafaka, più probabile contro il Baskonia).
Di contro, malino Chris Burns apparso molto molle rispetto al solito e confusionario sia in difesa che in attacco. Anche Kuzminskas non mi ha entusiasmato se togliamo gli ultimi minuti di pura accademia: diciamo che sembra vivere un periodo di mini appannamento che speriamo finisca presto, magari già da giovedì.
Sugli altri direi ordinaria giornata in ufficio che ha fatto notare i miglioramenti atletici di Jerrells e l’utilità assoluta anche in pochissimi minuti di Bertans.
Da parte di Reggio le parole per descrivere la partita sono ancora meno: troppo impari le forze in campo, però questo non mi ha negato il piacere di osservare un talento italiano che pian piano sta sbocciando: Leo Candi ha fatto vedere un paio di crossover degni del suo inventore (così narra la leggenda) Timmy Hardaway con seguente tripla messa con apparente facilità.
Devo dire che altre volte ho visto giocare Candi e la sua crescita offensiva ma anche in personalità mi ha colpito. Bene per Reggio e per la nazionale.
Anche Mussini mi è parso meno un pesce fuor d’acqua di altre volte in cui l’avevo periziato, anche se non ha il talento soprattutto atletico del suo compagno e lo si nota chiaramente. Peccato perché come dimostrato a livello giovanile anche Federico non scherza in quanto a capacità di metter punti a referto.
Sugli altri: bene Gaspardo fin quando ne ha avuto,benino De Vico, Griffin e Llompart soliti gregarioni, Ledo a fare il bello e il cattivo tempo prendendosi i soliti 20 tiri e rotti. Diciamo che se i problemi di infortuni rientreranno presto la salvezza tranquilla penso che la si possa raggiungere senza patemi.
Da segnalare poi l’esordio (perlomeno ai miei occhi) per Vigori e Diouf, 20 enne il primo e 18 enne il secondo, che fanno capire l’enorme differenza che c’è tra i nostri campionati giovanili e la serie A e la difficoltà di sviluppare giocatori per le nostre società che possano essere incisivi già a quell’età.
Non dico che tutti debbano essere Doncic e nemmeno Saric ma un po’ meglio del suscitare tenerezza negli spettatori quello sì.
Garbin Cristiano
@garbo75