Cermenate (CO), 9 novembre 2018 – In campo al “PalaDozza” di Bologna per la Red October Cantù non sarà solo una semplice gara. I ragazzi di coach Evgeny Pashutin domenica 11 novembre, alle 17:30 scenderanno in campo vs la Segafredo Virtus Bologna nel 6° turno del girone di andata di Legabasket A, per riprendere il cammino interrotto a Brindisi. Non sarà certamente facile giocare in un’atmosfera così elettrizzante al “Madison” di piazzale Astarita e contro questa Virtus Bologna. Ma Cantù almeno libro di storia in mano, se la gioca quasi ad armi pari con 17 titoli in bacheca. Ben 17 contro i 28 conquistati dalle “Vu Nere”, per un totale di 45 trofei in campo. Una sfida, quella della sesta giornata di campionato, dunque, già di per sé rigonfia di fascino e suggestione.
Inoltre, a rendere ancor più ricca di fascino questa gara, ci sarà anche l’ingrediente Stefano Sacripanti, detto “Pino”, oggi head coach della Virtus Bologna ma che un tempo (per ben nove anni ed in periodi differenti), ricoprì il medesimo ruolo anche nella Pallacanestro Cantù ,società nella quale il tecnico canturino ha speso gran parte della propria carriera, partendo dalle giovanili, dove ha iniziato ad allenare appena ventenne. Come se non bastasse tutto ciò, ad arricchire il gustoso piatto bolognese anche altri due ingredienti: David Cournooh e Pietro Aradori, entrambi ex biancoblù proprio come Sacripanti.
David Cournooh lo scorso anno in forza alla Red October di coach Marco Sodini, è un ex molto più recente rispetto ad Aradori. Arrivato in Brianza nel gennaio del 2017 da Pistoia, in biancoblù Cournooh ha disputato una stagione e mezza, giocando 50 partite tra regular season, playoff e Coppa Italia. Nello scorso campionato in campo per oltre 21’ a partita, l’esterno nato a Verona di origini ghanesi ha fatto registrare quasi 7 punti e 2.2 assist di media nell’annata 2017-2018 di LBA, andando ben oltre i numeri e le statistiche grazie anche ad una pressione difensiva sull’avversario davvero non comune.
Tutt’altro ex invece Pietro Aradori, a Cantù dal 2012 al 2014 in una situazione completamente differente che – dopo il biennio da comprimario in quel di Siena – gli permise di spiccare il volo verso un basket di un livello superiore, culminato da un po’ di esperienza all’estero con le importanti maglie di Galatasaray ed Estudiantes e da due finali scudetto consecutive con la Pallacanestro Reggiana.
Una sfida importante per Cantù ma anche per la Virtus Bologna del presidente Alberto Bucci. Una Virtus Bologna che viene da un’estate di grandi cambiamenti, sia a livello tecnico che a livello dirigenziale. Alessandro Della Salda e Marco Martelli i volti nuovi dietro la scrivania, nominati rispettivamente amministratore delegato e direttore sportivo, entrati nel club al posto dell’ex general manager Julio Trovato e dell’ex diesse Valeriano D’Orta.
Cambio anche in panchina dopo la mancata qualificazione ai playoff al termine della passata stagione, con Sacripanti subentrato a coach Alessandro Ramagli. Tante novità anche nel roster, con Alessandro Pajola, Filippo Baldi Rossi ed Aradori uniche conferme, ai quali si aggiunge anche il pivot ventenne Matteo Berti, già lo scorso anno aggregato alla Prima Squadra virtussina ma, da questa stagione, stabilmente in pianta stabile nei 12 a referto.
Partenza a due facce per la Virtus Bologna di coach Sacripanti: perfetta in Basketball Champions League con cinque successi consecutivi in altrettante partite ma decisamente altalenante in avvio di LBA, dove – va detto – non è stata comunque facilitata dal calendario, che ha visto la Segafredo affrontare subito le big del campionato come Milano, Avellino e Venezia. Due vittorie e tre sconfitte nelle prime cinque giornate, nelle quali la formazione bianconera ha avuto degli alti e bassi, come dimostrano le due batoste consecutive contro Vanoli e Reyer, con un complessivo -37 di scarto, arrivate abbastanza a sorpresa dopo la splendida vittoria esterna sul campo della Scandone. Tutt’altro ruolino di marcia invece in campo internazionale, dove Aradori e compagni vengono da un prestigioso successo in casa del Besiktas nell’ultimo turno di BCL, match di Istanbul vinto 94 a 90 che ha permesso ai bolognesi di mantenere saldamente il primo posto nel gruppo D di regular season. In auge i giocatori stranieri come Tony Taylor, Kevin Punter, Brian Qvale e Dejan Kravic, oltre all’ex-Cremona Kelvin Martin (out per problemi muscolari), e l’ex-Olimpia Amath M’Baye.
La Red October invece si presenta al match di Bologna ancora priva del vice capitano Salvatore Parrillo, indisponibile ancora per un mese circa dopo aver saltato le ultime due partite a causa di una distorsione alla caviglia sinistra. Un’assenza di certo pesante ma che coach Pashutin cercherà di colmare con l’inserimento nei dodici di Andrea La Torre, guardia-ala classe 1997 messa sotto contratto da Cantù proprio nelle scorse ore. Il prodotto della Stella Azzurra Roma, con alle spalle però tanta esperienza nonostante la giovane età, può essere per la Red October sicuramente un’arma in più. Un giocatore duttile, già molto apprezzato dal tecnico russo, che permetterà di allungare le rotazioni biancoblù.
Ecco le sue prime parole in biancoblu:
“Sono carico per questa nuova esperienza. Cantù mi ha dato una grande opportunità, non vedo l’ora di potermi finalmente misurare contro giocatori di prima categoria. Contento anche per essere stato accolto al meglio sia dai miei nuovi compagni di squadra che dal nuovo staff e questa, essendo arrivato a stagione in corso, non era affatto una cosa scontata”.
Sulla guardia-ala mancina, nella passata stagione in maglia Udine prima e Rieti poi, si è espresso anche coach Pashutin:
“Andrea è un giocatore versatile, capace di ricoprire più ruoli grazie alla sua notevole fisicità. Ha una corporatura non comune per una guardia, che gli permette di ricoprire stabilmente anche la posizione di ala. Una guardia di oltre due metri fisicamente molto forte, capace di cambiare su avversari di tutte le taglie. È agile a tal punto da riuscire a tenere difensivamente una guardia, così come, se necessario, è in grado di marcare entrambe le ali avversarie. È un giocatore intelligente. Ci darà una grande mano, soprattutto per allungare le rotazioni, acquistando dunque maggiore qualità. Adesso abbiamo più chances di essere aggressivi per tutti i 40’, a maggior ragione con Parrillo fuori per infortunio. Ad Andrea dò il mio più grande benvenuto nella squadra, gli auguro il meglio.”
Infine, il trend della formazione canturina, dopo aver conquistato tre successi di fila nelle prime quattro giornate di LBA, si appresta ad affrontare la difficile trasferta di Bologna dopo il brutto ko in quel di Brindisi (76-59), probabilmente però, utile alla squadra per ritrovare la giusta concentrazione. Una sconfitta che in questa settimana ha risvegliato l’orgoglio dei brianzoli, parsi in Puglia un po’ remissivi, atteggiamento dovuto forse all’avvio al di sopra delle aspettative. Ma per evitare di uscire con le “ossa rotte” dalle due trasferte consecutive, Cantù dovrà necessariamente reagire sul campo, tornando a praticare quella pallacanestro frizzante che tanto aveva entusiasmato nelle partite precedenti.