Termina agli ottavi di finale, sconfitta dalla Russia per 79-66, la corsa dell’Italbasket U18M ai migliori piazzamenti della categoria eruopea. Termina nel solito modo, quello cioè visto dall’inizio del torneo in Lettonia, con un discreto divario nel punteggio finale che anche questa volta è indicativo di un differenziale netto tra l’Italbasket U18M e la sua avversaria di turno: -16 vs la Grecia, -22 vs la Lettonia, -13 vs la Russia, una media di 13,6 p.ti di scarto a partita.
Da domani dunque si battaglierà mestamente per non retrocedere in Division B ma, con estrema sincerità e franchezza ed a costo di sembrare ruvido e poco poltiico, la cosa non mi stupisce affatto. Ad eccezione della bella e volitiva vittoria vs la Croazia, le tre gare in cui l’Italbasket U18M di coach Andrea Capobianco ha dovuto arrendersi – al quale si dovrà trovare uno sponsor che possa lenire la sua gola, sempre stressata nell’urlare intensamente quasi sempre “DIFESAAAA!” – sono state tutte abbastanza simili nel come sono arrivate.
Prima di tutto, una difesa quasi abulica, in certe fasi del match ai limiti dell’inguardabile. Stazionare davanti al proprio avversario è condizione necessaria ma non sufficiente (come direbbe qualche matematico), per poter dire “sto difendendo”. Non è possibile, ad esempio, che gente come “Omarone” Dieng, con quel fisico che madre natura gli ha dato, si scansi letteralmente quando un avversario punti il cuore dell’area o che lo salti dopo il primo palleggio con facilità irrisoria. Per non dire infine che nel corso della gara di oggi vs la Russia, Omarone abbia capito poco o male che loro ci prendevano spesso da tre (45% scarso di squadra al 40′), e che sarebbe stato opportuno difendere non arretrando dietro l’arco bensì avanzando, togliendo quindi almeno i tempi, comodi comodi, concessi invece per prendere la mira ed il ritmo alla mitragliera dell’Armata Rossa!
Ma sia chiaro, Omarone Dieng non è stato il solo a deficere in questo fondamentale, quasi tutti gli Azzurri dell’Italbasket U18M han mostrato vistosi limiti fisici, di reattività e di lettura in difesa. L’unica nota positiva è stata la voglia di lottare a rimbalzo anche se solo in difesa (caliamo il solito, pietoso velo per l’assenza ormai cronica di un gioco valido sotto le plance altrui generato dall’assenza di numeri 5 di livello), ed è stato un peccato osservare che, anche oggi vs i Russi, quelle volte in cui ci si è mossi in modo sincrono spalle a canestro, gli avversari han tirato male oppure si è recuperato qualche possesso.
E’ vero poi che le gare si vincono in difesa, specie non avendo un attacco multi-tasking. Ma se la difesa “balla”, l’attacco non può far miracoli, specialmente se il gioco offensivo si limita alle scorribande individuali, apprezzabili per tenacia e temperamento, del duo Federico Miaschi–Mattia Palumbo, registrando però dei vistosissimi limiti tecnici in termini di organizzazione offensiva e relative spaziature sul terreno di gioco. Non voglio puntare l’indice solo vs coach Andrea Capobianco, ma l’assenza di personalità, a volte anche di carattere di questa Italbasket U18M edizione 2018 è stata forse la sorpresa più brutta di questo torneo: le gare si possono come al solito anche perdere ma così è brutta da mandar giù.
Infine, quando dall’altro lato del campo hai al tuo cospetto una squadra-alveare come quella russa (ancora 4 uomini in doppia cifra ma di fatto una compattezza raramente vista in questi ultimi anni alle squadre giovanili russe, apparse spesso delle vere e proprie Armate Brancaleone sino all’anno scorso), con il duo già citato ieri sera nel post-gara vs la Lettonia, e cioè Aleksander Shashkov–Nikita Mikhailovskii (17 p.ti per entrambi con il secondo ad un passo dalla doppia doppia), più un Aleksander Shcherbenev da 50% da tre (autore di 16 p.ti), è arduo pensare di portarla a casa se, sui 54 tiri totali di tutta la gara presi dal campo dell’Italbasket U18M, 21 li abbia tirati Federico Miaschi e 15 Mattia Palumbo, per un totale di 36 su 54, totale del 67% tirato a canestro da soli, due giocatori. C’è da aggiungere altro?
La partita? Come al solito, anche quando poi alla fine si è vinto come vs la Crozia domenica 29 luglio, si è messa subito male per l’Italia, costretta a rincorrere già dai primi minuti. Le incursioni ed i punti dei soliti Palumbo (13 p.ti ma con 6/15 da due..), e Miaschi (29 p.ti con 9/21 da due ma un buon 53% dalla lunga), hanno tenuto a contatto le due squadre ma la Russia ha preso il comando con un primo quarto da 24 punti (24-19 il parziale), e il 55% nel tiro dall’arco, senza contare il pessimo 53% finale degli ex-sovietici dalla linea dei liberi, nel primo periodo addirittura anche 45%, ad indicare che il divario sarebbe potuto essere più ampio.
Stessa solfa nel secondo periodo, russi meno arrembanti ma Italbasket U18M troppo, troppo flebile in difesa e monotematica in attacco, si andava sul riposo 43-35.
Terzo periodo e patatrac letale Italbasket U18M, la Russia accellera volando sul 56-39 al 25′ ma proprio quì, sul -17, uno scatto d’orgoglio. Coach Capobianco decide di far riposare Palumbo, così almeno Miaschi può attaccare meglio in solitudine la difesa russa (…). In difesa finalmente qualcosa funziona, i russi perdono qualche possesso o tirano un pò peggio rispetto a prima e si arriva anche 61-52 della fine del terzo periodo.
E quando nell’ultimo periodo al 32′ il solito Federico “Fury” Miaschi da il 63-58 al 32′, si pensa che possa arrivare il miracolo. Ma è un’illusione, lo stesso Miaschi sbaglia un lay-up di sinistro del potenziale -3 con i russi in affanno/panico e subito dopo un libero ridà fiducia agli avversari. Palumbo si becca uno stoppone sotto canestro, reintra anche Dieng e, guarda caso, i russi riprendono a mitragliare da tre, mettendo insieme subito un altro parziale, per il 75-60 che di fatto valeva il biglietto per il passaggio tra l’inferno (domani Italbasket U18M vs la Bosnia nel girone dal 9°-16° posto, un ostacolo abbordabile…), ed il paradiso (1°-8° posto).
Basta così, adesso incrociamo le dita sperando di evitare le forche caudine della retrocessione in Division B che, al momento, non mi sento per nulla di scongiurare..
Parziali: 19-24; 35-43; 52-63
Fabrizio Noto/FRED