Il Governo italiano ha recentemente emanato il Decreto dignità, un pacchetto di interventi a sostegno dell’essere umano finalizzati a limitare, tra gli altri, il precariato e la ludopatia.
Non è questa chiaramente la sede opportuna per analizzare il Decreto e darne una lettura rossa, nera, giallo, verde a seconda del colore politico di riferimento di ciascuno di noi.
È però rilevante, in questa sede, analizzare il comunicato della LBA in cui questa esprime preoccupazione per la presenza, all’interno del Decreto dignità, del provvedimento che vieta la pubblicità ai giochi d’azzardo tra cui le scommesse sugli eventi sportivi. Aggiunge poi il comunicato: “fermo restando però l’impegno della LBA stessa a combattere la ludopatia, ritenendo infatti che il divieto di pubblicità non porti un reale contribuito a questa lotta”.
Per chi volesse leggere direttamente il comunicato può visitare: http://web. legabasket.it/news/123495/la_ lba_sullo_stop_alla_pubblicit_ __delle_scommesse_previste_ dal__decreto_legge_dignita
Ora, sarebbe opportuno chiedere quindi a LBA quali siano gli interventi che invece ritiene utili per combattere la ludopatia e chiederlo alla luce di alcuni dati.
Per chi volesse approfondire i dati che utilizzerò più avanti nell’articolo può visitare: https://www.cnr.it/ it/comunicato-stampa/8089/l- azzardo-e-sempre-piu-adulto
Nel 2017, 17 milioni di italiani, il 42.8% della popolazione, hanno giocato almeno 1 volta ad un gioco d’azzardo, scegliendo nel 28% dei casi le scommesse sportive. Quando si passa a parlare di giocatori problematici, la percentuale di coloro che scelgono scommesse sportive sale a oltre il 70% sia negli adulti che negli studenti.
Anche in termini di accessibilità ai giochi d’azzardo, la situazione non è rosea, infatti, il 58% del campione utilizzato dal CNR riferisce di poter accedere a un luogo dove giocare in meno di 5 minuti.
A questo va sommata l’accessibilità online alle piattaforme, e la facilità con cui accedere ai giochi mediante smartphone.
In questo contesto però, per LBA, il divieto di pubblicità alle scommesse non è un intervento che porta contributi reali alla lotta alla ludopatia.
Tali contributi, li porta, invece, siglare un accordo per il pacchetto betting sui propri eventi? Sempre nello stesso comunicato di cui sopra, si legge, infatti, “il divieto porterebbe un danno non solo ai club ma di conseguenza anche alla stessa Lega in un settore dove la stessa LBA, per la prima volta nella sua storia, ha assegnato i diritti betting della Serie A sul territorio italiano per le prossime due stagioni ad un importante operatore della comunicazione. Questo con l’obiettivo di rendere più responsabile e trasparente la pratica del betting sul proprio campionato, combattendo il proliferare di operatori non autorizzati alla raccolta e al diffondersi del gioco sommerso e clandestino”
Questo è il nodo centrale della questione: aver assegnato i diritti betting, seppur con le più buone intenzioni, come da comunicato, significa aver generato flusso di incasso per LBA ma significa anche essere strutturalmente non in linea con il contenuto del Decreto dignità.
Allora perché esprimere semplicemente preoccupazione? Non si può dire solo un semplice e diretto “non siamo d’accordo”? Deve sempre vincere il politicamente corretto?
In tutto questo all’uomo che gioca alle scommesse sportive e che, senza richiami populisti, finisce sul lastrico, qualcuno ha pensato?
Si chiama dignità umana. Rispetto della dignità umana, precisamente. E non è un tema da poco.
Indipendentemente dal vostro credo politico e religioso, Papa Francesco ha affermato ad Ottobre 2017 che “preservare la dignità umana è un dovere morale”.
Per saperne di più: https://www.interris.it/ religioni/bergoglio– proteggere-la-dignit-umana– un-diritto-morale
Quindi cara LBA, facciamo che le tue preoccupazioni sul tema diventino azione.
Giorgio Rovacchi